Golden power su banche, Ue apre procedura di infrazione per l’Italia

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La Commissione europea ha aperto la procedura di infrazione per "incompatibilità dei poteri discrezionali nelle fusioni bancarie con il diritto dell'Unione europea in Italia”. Giorgetti: "Proposta per superare obiezioni". Infrazione di Bruxelles a Roma anche su stop incentivi caldaie fossili

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La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione all'Italia per "incompatibilità dei poteri discrezionali nelle fusioni bancarie con il diritto dell'Unione europea in Italia". La notizia emerge dal database sui provvedimenti, nel quale appaiono i dettagli della decisione: il titolo e il numero della procedura, in avvio con la messa in mora e l'area di intervento, ovvero 'Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali'. Da quanto si apprende a Bruxelles i "poteri discrezionali" ai quali si fa riferimento sono quelli del cosiddetto “golden power”.

Ue su golden power cita libera circolazione e poteri Bce

"Pur essendo volta a tutelare la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico”, la normativa sul golden power "per come applicata dalle autorità italiane, rischia di consentire interventi ingiustificati per motivi economici, compromettendo i principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali nel mercato unico. Inoltre, la normativa italiana si sovrappone alle competenze esclusive della Banca centrale europea nell'ambito del Meccanismo di Vigilanza Unico”, scrive la Commissione Ue formalizzando l'avvio della procedura di infrazione all'Italia per l'uso del golden power sulle fusioni bancarie. Spiega l'esecutivo comunitario che con l'avvio della procedura di infrazione "invita l'Italia a conformarsi alle norme bancarie dell'Ue". "La Commissione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla cosiddetta normativa sul 'Golden Power' (Decreto-legge 21/2012, come modificato ed esteso nel 2021 e nel 2022), che attribuisce al governo italiano ampie prerogative per riesaminare, bloccare o imporre condizioni alle operazioni societarie nel settore bancario", spiega la nota di Palazzo Berlaymont. "La Commissione invia pertanto una lettera di messa in mora all'Italia, che dispone ora di due mesi per rispondere e porre rimedio alle carenze evidenziate. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato". 

"Nessun caso specifico"

L'infrazione aperta dall'Ue sull'Italia per il golden power "non è rivolta a nessun caso specifico". "Riguarda il golden power di per sé e nessun caso specifico", ha detto la portavoce della Commissione Arianna Podestà nel briefing con la stampa. 

Giorgetti: "Proposta per superare obiezioni su golden power"

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti rispetto all'apertura della procedura d'infrazione commenta: "La Commissione solleva obiezioni sulla norma cosiddetta Golden Power, riformata nel 2022 con il governo Draghi. Sulla base delle valutazioni della sentenza risponderemo ai rilievi che ci vengono mossi nelle sedi competenti. Con spirito costruttivo e collaborativo faremo una proposta normativa che farà chiarezza e supererà le obiezioni. Siamo convinti che permetterà di avere un quadro di competenze condiviso". 

Infrazione anche su stop incentivi caldaie fossili

La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia anche sulla cosiddetta direttiva "case green", per non aver "pienamente attuato né spiegato in modo esauriente" l'eliminazione graduale degli incentivi finanziari per l'installazione di caldaie autonome a combustibili fossili entro il termine del primo gennaio 2025. Roma ha ora due mesi di tempo per rispondere alle carenze segnalate dalla Commissione che, in assenza di risposta "soddisfacente", può decidere di emettere un parere motivato portando avanti l'iter di infrazione. Bruxelles ha aperto la procedura anche per Estonia e Ungheria. Il termine ultimo per il recepimento della direttiva case green è il 29 maggio 2026. Tuttavia, le disposizioni relative agli incentivi finanziari per l'installazione di caldaie autonome a combustibili fossili avevano una scadenza ravvicinata al primo gennaio 2025.

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