Valvole e rubinetti italiani, un comparto da quasi 10 miliardi di euro

Economia
Sandro Bonomi, Greta Cristini, Marco Fortis

Nel primo semestre del 2025 è stata registrata una crescita nell'export del 4,6% con gli Stati Uniti come primo mercato di destinazione. Tra i principali fattori di rischio per il prossimo anno: carenza di personale tecnico, carico burocratico e doganale, svalutazione del dollaro e dazi verso gli USA 

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Secondo i dati dell’Ufficio Statistica di Anima Confindustria, presentati a Milano da Sandro Bonomi - Presidente dell’Associazione Italiana Costruttori Valvole e Rubinetteria - nel 2024 il settore ha raggiunto un fatturato di 9,55 miliardi di euro, registrando una crescita dell’1,8% rispetto al 2023. Ciò che emerge con chiarezza è che il 63% dei ricavi deriva dall’export. In generale nel primo semestre del 2025, le vendite verso l’estero sono aumentate del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superando i 3 miliardi di euro. In crescita la esportazioni verso Germania e Arabia Saudita, in calo invece in Cina. 

Tra i primi dieci prodotti italiani per saldo commerciale nel 2024

Il codice Ateco “Altri rubinetti e valvole” si colloca all’ottavo posto nella classifica dei primi dieci prodotti italiani per saldo commerciale nel 2024, con un valore di 5,3 miliardi di euro, davanti a comparti come la farmaceutica di base e i componenti per autoveicoli. Dall’assemblea sono emersi segnali positivi per lo sviluppo del comparto, ma anche criticità che potrebbero incidere sulla competitività delle imprese.

Le opportunità future per il settore delle valvole e della rubinetteria

L’accordo commerciale tra Unione Europea e Paesi del Mercosur apre a nuove prospettive e spazi di crescita, prevedendo la graduale eliminazione dei dazi su oltre il 90% dei prodotti industriali: un’intesa che offre al settore italiano delle valvole e dei rubinetti la possibilità di rafforzare la presenza in Sud America — in particolare in Brasile e Argentina — e di diversificare i flussi di export, riducendo per quanto possibile la dipendenza da mercati soggetti a tensioni tariffarie.

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I fattori di rischio da tenere d'occhio

Tra le principali preoccupazioni, l’incertezza costituita dai dazi verso gli Stati Uniti, perchè potrebbe comportare nei prossimi anni una contrazione del fatturato che non ha, al momento, paragoni in termini economici.  A questo si aggiungono ulteriori fattori di rischio come l’eccessivo carico burocratico e doganale, che aumenta sensibilmente il lavoro necessario per l’export, sottraendo risorse alla produzione e alla vendita; la carenza strutturale di personale qualificato, in particolare figure tecniche e specializzate; l’impatto del cambiamento del quadro normativo, che potrebbe penalizzare le imprese italiane; la perdita di competitività dovuta al rafforzamento dell’Euro sul dollaro USA; il considerevole aumento del prezzo del rame che pare si protrarrà nei prossimi anni. Un'altra sfida è rappresentata anche dal settore energetico, i cui costi, tra i più alti della Ue, impattano sulle imprese italiane. Tra le principali sfide da fronteggiare quindi la transizione verso il nucleare, idrogeno e fonti energetiche pulite. In questo modo le nostre imprese diventeranno più competitive rispetto agli altri Paesi.

 

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L'agenda dell'assemblea annuale dei soci Avr

Durante l'assemblea che si è tenuta il 24 ottobre a Milano, si sono riuniti rappresentanti istituzionali, economisti, analisti geopolitici, operatori del settore e 12 associazioni internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito e altri paesi. Dopo gli interventi iniziali di Sandro Bonomi, Presidente di Avr, e di Marco Fortis, Vice Presidente Fondazione Edison, moderati da Greta Cristini, analista geopolitica, l’assemblea si è sviluppata in cinque open panel tematici. Si è discusso di capitale umano, energia e industria, idrogeno e nucleare, acqua e chimica, sostenibilità e compliance. All'assemblea hanno partecipato alcuni membri del Parlamento europeo e parlamentari italiani della Commissione Energia, tra i quali l’On. Paolo Inselvini, l’On. Vinicio Peluffo, l’On. Luca Squeri, l’On. Luca Toccalini, l’On. Isabella Tovaglieri, l’On. Mariateresa Vivaldini e l’On. Silvia Sardone insieme a Davide Carlo Caparini, Consigliere di Regione Lombardia che hanno illustrato il punto di vista istituzionale sulle politiche energetiche e commerciali del settore.

 

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Il futuro del comparto e l'importanza della transizione energetica 

Durante il dibattito sul futuro del comparto, si è discusso anche del nuovo nucleare italiano, che sarà presentato alla World Nuclear Exhibition, la fiera mondiale del nucleare di Parigi il 4 novembre con una collettiva italiana di 28 aziende realizzata grazie a Italian Trade Agency e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale su proposta ANIMA Confindustria. Altro tema è stato quello legato allo sviluppo nell’idrogeno, settore in cui le valvole italiane rappresentano componenti essenziali. Inoltre, sono state approfondite modalità innovative di formazione e gestione dei processi produttivi per le Pmi, con l’obiettivo di sostenere la crescita del comparto nei mercati globali.

 

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Il commento dell'Associazione Italiana Costruttori Valvole e Rubinetteria

“Il settore delle valvole e della rubinetteria rappresenta un’eccellenza a livello globale: un comparto altamente specializzato, riconosciuto in tutto il mondo. In questa fase è fondamentale che le istituzioni e il Governo collaborino a stretto contatto con associazioni e imprese per preservare un comparto che oggi vale quasi 10 miliardi di euro e rimane strategico per l’intero Sistema Paese" ha dichiarato Sandro Bonomi, Presidente di Avr. "L’assemblea è stata un momento essenziale di confronto sul futuro del settore grazie anche alla presenza di rappresentanti politici, associazioni internazionali ed esperti di mercato”. 

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