Manovra 2026, previsti aumenti di stipendio per medici e infermieri: ecco le cifre

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il governo Meloni ha scelto per la prossima legge di Bilancio di potenziare i finanziamenti al settore sanitario con un incremento complessivo di 2,4 miliardi di euro, "che si aggiungono ai 5 miliardi già fissati nella precedente manovra", come ha ricordato la premier. Previsti aumenti per gli stipendi di medici e infermieri: ecco di quanto.

 

 

Quello che devi sapere

A quanto ammonta

La misura si traduce in un nuovo adeguamento delle retribuzioni: per medici e infermieri, gli incrementi salariali corrispondono in media a circa 700 euro lordi annui, che, sommati agli aumenti dell’anno passato, portano il totale rispettivamente a circa 3 mila euro per i camici bianchi e 1.630 per il personale infermieristico.

 

Per approfondire: Manovra, prevista assunzione di 6mila infermieri. Sindacati: “Non ci sono”. La situazione

Fondo sanitario nazionale vicino ai 150 miliardi

Grazie a questi nuovi stanziamenti, il Fondo sanitario nazionale è destinato a sfiorare la soglia dei 143 miliardi di euro. Il percorso di crescita prevede ulteriori incrementi già calendarizzati: 2,65 miliardi in più per ciascuno dei prossimi due anni, così da raggiungere entro il 2028 una dotazione complessiva prossima ai 150 miliardi.

 

Per approfondire: Manovra, da assunzioni e stipendi a lotta alle liste d’attesa: le misure per la sanità

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Gli aumenti di medici e infermieri

Le buste paga di medici e infermieri aumenteranno grazie al rialzo dell’indennità di specificità. L’ultimo stanziamento porterà gli stipendi degli infermieri a un aumento di 1.630 euro lordi all'anno, ovvero circa 125 euro lordi al mese; per i medici invece l’aumento sarà di circa 3mila euro all'anno o 230 euro al mese.

Le indiscrezioni sull’aumento del personale

Prima dell’approvazione della legge di Bilancio circolava l’idea, sostenuta anche da diverse dichiarazioni ufficiali, che il governo fosse pronto a lanciare un piano di reclutamento nel settore sanitario capace di coinvolgere tra 25 e 30 mila nuovi addetti. In realtà, sebbene il numero complessivo dei medici in Italia non sia particolarmente esiguo, molti professionisti preferiscono non operare nel sistema pubblico, mentre la vera emergenza riguarda la scarsità di personale infermieristico.

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Di quanto aumenterà il numero di infermieri e medici

Analizzando però i dati effettivi inseriti nella manovra, lo scenario appare più modesto: si parla di circa 6.300 nuovi infermieri, una cifra che rappresenta solo una piccola parte del fabbisogno nazionale, stimato in quantità dieci volte superiori. A questi si aggiungerebbero meno di mille medici, per un totale che non raggiunge le 7.500 unità. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha definito gli infermieri “il cuore della manovra” e ha dichiarato l’obiettivo di incrementare gli organici di 20 mila unità oltre il normale turnover. Tuttavia, tale espansione sarebbe possibile soltanto attraverso i fondi regionali, che dovrebbero farsi carico della spesa aggiuntiva.

I dubbi dei sindacati

I sindacati, però, hanno sollevato dei dubbi. La norma nella Manovra che prevede un'iniezione di risorse negli organici della sanità pubblica con l'assunzione di 6.300 infermieri e 1000 medici, hanno sottolineato, potrebbe essere di difficile attuazione. Il motivo? Gli infermieri sono troppo pochi: secondo la Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), nei soli ospedali pubblici ne mancano circa 70mila. Inoltre, sono sempre di più quelli che lasciano il servizio pubblico. Gli abbandoni non sono solo una questione di stipendi, ma anche di carichi di lavoro e di qualità della vita.

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Ceccarelli: “Dove troviamo 6 mila infermieri da assumere?”

Della questione ha parlato anche Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina, il sindacato delle professioni sanitarie. “Dove troveremo 6mila infermieri da assumere subito da qui a un anno?”, ha detto. E ancora: “Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Gli stipendi degli infermieri e delle professioni sanitarie non mediche devono essere adeguati agli standard europei e al mutato costo della vita. Non possiamo più accontentarci di indennità parziali o aumenti che lasciano intatto un divario insopportabile. In Germania o in Francia un infermiere guadagna il doppio, anche oltre. In Italia, dopo anni di sacrifici e il peso della pandemia, restiamo ai margini: precari, sottopagati, costretti a turni massacranti". Secondo Ceccarelli, quindi, l'indennità da 1.630 euro “non basta a fermare la fuga”. "Il cittadino rinuncia alle cure e l'infermiere rinuncia alla vita familiare. La crisi non è astratta: è nelle corsie, nei pronto soccorso, nei reparti senza personale", ha concluso.

 

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