Stellantis, piano di investimenti da 13 miliardi negli Usa: cosa prevede

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Il piano prevede un incremento della produzione del 50% e oltre 5mila nuovi posti di lavoro in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. “I pasticci combinati dalla Ue sulla cosiddetta transizione stanno creando difficoltà e incertezza per l'intero settore automotive”, hanno dichiarato i segretari della Uilm. Poi l’allarme del presidente di Confindustria Orsini: “O l'Europa si sveglia o perde dei pezzi di industria”

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Un piano quadriennale che prevede l’investimento di 13 miliardi di dollari e un potenziamento della produzione del 50%. Questa è l’idea di Stellantis che ha deciso di investire negli Stati Uniti: l'investimento più significativo nei 100 anni di storia dell'azienda negli Stati Uniti, come hanno sottolineato dall’azienda. Il piano prevede una ingente somma di denaro che nei prossimi quattro anni andrà ad aumentare notevolmente la produzione statunitense con cinque nuovi modelli nei segmenti principali e 19 iniziative di prodotto. Un progetto che, inoltre, genererà oltre 5.000 nuovi posti di lavoro negli stabilimenti in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. Le risorse stanziate nei prossimi anni serviranno anche a sostenere la produzione del nuovo motore a quattro cilindri.

Uilm: Stellantis negli Usa? “Colpa dei pasticci dell’Ue”

Uilm, l’Unione italiana lavoratori metalmeccanici, attribuisce ai “pasticci” dell’Unione europea la decisione di Stellantis di non investire più in Europa ma negli Usa. "Lunedì 20 ottobre a Torino speriamo che possa iniziare un percorso di confronto con il nuovo gruppo dirigente di Stellantis, per rilanciare le fabbriche e gli enti di ricerca italiani”. A dirlo sono Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. “I pasticci combinati dalla Ue sulla cosiddetta transizione - hanno spiegato - stanno creando difficoltà e incertezza per l'intero settore automotive, ma alcune cose pensiamo si possano e si debbano fare subito". Poi hanno aggiunto: “Le eccellenze italiane, per troppo tempo mortificate, vanno recuperate, non solo in ambito produttivo ma anche nell'ambito della ricerca e dello sviluppo. Speriamo in un cambio di atteggiamento verso le imprese dell'indotto, che dovrebbero essere considerate come dei partner e non spinte alla chiusura. Preservare la filiera produttiva deve essere una missione anche del tavolo automotive che a breve dovrebbe essere riconvocato dal Mimit".

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Fim: "Stellantis investa in Europa come negli Stati Uniti"

Ai segretari della Uilm fa eco anche Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim (Federazione Italiana Metalmeccanici). "Stellantis - ha affermato - deve fare anche negli altri continenti quello che fa negli Usa. Deve investire anche in Europa a partire dall'Italia. Se l'Italia, come l'azienda dice, è una delle tre gambe del gruppo bisogna fare in modo che anche questa viaggi come le altre. In Nord America si fanno investimenti, si facciano anche in Europa".

Orsini: "Europa si svegli"

Poi l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini: "Perché Stellantis va negli Stati Uniti? È questa la domanda che ci dobbiamo porre. Perché non siamo riusciti ad essere attrattivi e a tenerli in Europa o ancor meglio in Italia". Poi aggiunge: "In Italia non ci sta perché costa troppo l'energia e c'è troppa burocrazia. Dall'altra parte stanno offrendo stabilimento e costi che sono minori sia dal punto fiscale che per l'energia. O l'Europa si sveglia o perde dei pezzi di industria, ma il welfare di questo Paese è pagato all'80% dalle imprese di Confindustria".

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