"Con quasi 58 milioni di arrivi internazionali siamo al quinto posto nella classifica globale dei Paesi più visitati e ci apprestiamo a scalare un’altra posizione" dichiara la premier Giorgia Meoni, attualmente detenuta dalla Turchia a quota 60,6 milioni di arrivi. Francia (102 milioni) e Spagna (93,8 milioni), rispettivamente in prima e seconda posizione assoluta, restano al momento fuori portata
"Oggi l'Italia è la prima nazione europea per competitività turistica regionale, la seconda in Europa per presenze turistiche. Con quasi 58 milioni di arrivi internazionali siamo al quinto posto nella classifica globale dei Paesi più visitati e ci apprestiamo a scalare un'altra posizione. Numeri che ci rendono fieri del lavoro che abbiamo fatto ma che ancora non ci bastano. Noi siamo italiani e non fa parte del nostro dna accontentarci". Queste le parole della premier Giorgia Meloni che ha partecipato ieri con la ministra del Turismo Daniela Santanchè al Global Summit del World Travel&Tourism Council (Wttc) svolto per la prima volta in Italia all'Auditorium Parco della Musica a Roma.
Italia verso il quarto posto fra i Paesi più visitati
Il contributo del turismo al pil - secondo il rapporto Wttc's Economic Impact 2025: Global Trends - è previsto in crescita con un valore di 237,4 miliardi di euro nel 2025, rispetto ai 228,5 miliardi dello scorso anno, mantenendo l'Italia saldamente nella top 10 globale. L'occupazione dovrebbe salire a 3,2 milioni di posti di lavoro, mentre la spesa dei visitatori internazionali dovrebbe superare i 60 miliardi di euro nell'anno corrente, consolidando la posizione dell'Italia tra le prime sei destinazioni al mondo per spesa dei visitatori internazionali.
Meloni: dare piena dignità al settore del turismo
La premier ricorda come "in passato non sempre il turismo è stato adeguatamente valorizzato, a volte è stato trascurato, a volte è stato persino snobbato, ed è il motivo - ha spiegato - per il quale all'atto della formazione di questo governo abbiamo voluto che questo settore avesse piena dignità, potendo finalmente contare su un ministero autonomo che avesse un proprio portafoglio, capace di porsi come una guida nelle scelte strategiche, soggetto di coordinamento di quelle politiche intersettoriali che del turismo sono chiaramente precondizione e opportunità per ulteriore sviluppo".
Santanché: i turisti devono ancora conoscere il 96% del Paese
L’altro argomento inevitabile è l’overtourism su cui però Santanchè ribadisce che “c’è una parte dell’Italia, e per l’esattezza il 96% del nostro territorio nazionale, che i turisti devono ancora conoscere ed è proprio su questa parte del nostro territorio che stiamo lavorando ed è su questa parte che, chi ne saprà leggere le potenzialità, potrà fare investimenti e creare aziende di successo”.
Regolarizzazione degli affitti brevi
Infine la lotta all'abusivismo e la regolamentazione degli affitti brevi: "Attraverso il Cin, codice identificativo nazionale che noi abbiamo introdotto, sta emergendo moltissimo il sommerso. Abbiamo fatto questo primo provvedimento, studiamo i numeri e se c'è da intervenire di nuovo, siamo pronti a farlo ma senza ideologie e senza voler tirare il turismo per la giacchetta a destra o sinistra". Sulla questione interviene anche il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca che invita a concentrarsi sulla permanenza minima ("almeno 5 giorni, altrimenti è concorrenza sleale con gli hotel") e sulla tassa sui rifiuti: "Ricordo come gli oltre 600.000 appartamenti turistici fanno turismo tutto l'anno e pagano la Tari come una famiglia normale! Allora invece di continuare ad aumentare la tassa di soggiorno, chiediamo il cambio di destinazione a queste strutture”.