Mps su Mediobanca, verso rilancio Ops per acquisire oltre 50% azioni
EconomiaL’ultima mossa di Mps segna un cambio di passo decisivo nella strategia del gruppo guidato da Luigi Lovaglio. In seguito all’annuncio la banca guidata da Alberto Nagel cede poco più del 2% a Piazza Affari
Il Monte dei Paschi di Siena ha deciso di giocare d’attacco nella sua operazione di acquisizione su Mediobanca, trasformando l’Ops (offerta pubblica di scambio) in una vera e propria Opas (offerta pubblica di acquisto e scambio).
Il rilancio annunciato stamattina da Mps introduce una componente in contanti di 0,9 euro per azione, portando così l’esborso complessivo a circa 750 milioni di euro. L’ultima mossa di Mps segna un cambio di passo decisivo nella strategia del gruppo guidato da Luigi Lovaglio. In seguito all’annuncio la banca guidata da Alberto Nagel cede poco più del 2% a Piazza Affari.
MPS rilancia con un corrispettivo in denaro
L’offerta assegna alle azioni Mediobanca una valorizzazione pari a 16,334 euro, che incorpora un premio dell’11,4% rispetto al prezzo di riferimento di 14,667 euro del 23 gennaio (al netto dell’acconto dividendo). A fini illustrativi, il corrispettivo unitario implicito ai valori degli ultimi giorni raggiunge i 20,776 euro: 19,876 euro derivanti dal controvalore in azioni BMPS (valutate 7,847 euro ciascuna e moltiplicate per il rapporto di scambio di 2,533) e 0,90 euro in contanti. Tale combinazione di azioni e denaro determina un’offerta complessiva superiore al valore corrente delle azioni Mediobanca.
Il cda di Mps "è fermamente convinto che l'incremento del corrispettivo rappresenti un'ulteriore e concreta testimonianza del valore industriale dell'operazione e dell'attenzione dell'offerente nei confronti del mercato, con l'obiettivo di massimizzare le adesioni all'offerta ed accelerare la creazione di valore".
Il rilancio mira a superare lo sconto di circa 640 milioni che penalizzava l’offerta iniziale, rendendola ora più competitiva e appetibile.
Rivista anche la soglia di adesione
Il CdA di Mps ha inoltre fatto un ritocco della soglia di adesione dell’offerta. Il Monte ha rinunciato alla soglia del 66,67% inizialmente prevista per l’efficacia dell’offerta. Resta invece irrinunciabile la soglia del 35%, considerata il minimo per dare avvio all’operazione. L’offerta si concluderà l’8 settembre, con una finestra di riapertura tra il 16 e il 22 settembre per eventuali adesioni tardive.
Chi ha aderito all’offerta di MPS?
Il cosiddetto “nocciolo duro” degli azionisti di Mediobanca ovvero quelli che sin dall’inizio avevano bocciato l’offerta di Mps si è sgretolato, passando dall’11,87% di febbraio al 6,91% di settembre. Questo indebolimento del fronte contrario all’Ops apre nuovi scenari. In questa fase Luigi Lovaglio ha già incassato l’appoggio degli azionisti principali, Delfin e Caltagirone con quasi il 30% del capitale.
Con il rilancio Lovaglio spera anche di coinvolgere altri investitori istituzionali - titolari di circa il 12% di Mediobanca - che con la loro astensione hanno affossato l’offerta per Banca Generali con cui Piazzetta Cuccia, guidata da Nagel, sperava di liberarsi dall’offensiva di Siena.
Si tratta di protagonisti come Enasarco, Enpam, Cassa Forense, Edizione Holding della famiglia Benetton, UniCredit, Amundi, Anima e Tages, che in totale rappresentano circa un 12% potenziale
di adesioni. Sommando le adesioni già acquisite ovvero il 28,7% di Delfin e Caltagirone e quelle potenziali, Mps potrebbe arrivare a sfiorare il 40%.
L’obiettivo del rilancio, superare almeno il 50% delle adesioni
Il rilancio in cash non è solo una mossa tattica, ma una strategia per ottenere il controllo di diritto di Mediobanca. Superare la soglia del 50% per Mps significherebbe: Governance chiara e pieno controllo del consiglio di amministrazione e un’accelerazione delle sinergie industriali tra i due istituti.
In prospettiva, se si superasse anche il 66,7%, si aprirebbe la strada a una fusione.
Mps conferma la solidità patrimoniale
Nonostante l’importante impegno finanziario, Mps assicura che: Il Cet1 pro-forma resterà intorno al 16%, mantenendo una solida base di capitale. La politica di dividendi sarà sostenibile, con un pay-out fino al 100% dell’utile. L’operazione è vista come una creazione di valore per tutti gli stakeholder.