Pensioni, la Germania vara la “paghetta previdenziale” per gli under 18: cosa prevede
EconomiaIntroduzione
Come annunciato dal governo guidato dal cancelliere Friedrich Merz, a partire da gennaio 2026 in Germania debutterà il piano “Frühstart Rente” – traducibile come "pensione ad inizio anticipato" - con un bonus mensile da 10 euro destinato a tutti i giovani tedeschi dai 6 anni fino al compimento della maggiore età. Ecco tutte le novità.
Quello che devi sapere
Germania, investimento per minorenni vincolato fino alla pensione
A gestire il “tesoretto” di risparmio per conto dei figli saranno i genitori fino al raggiungimento dei 18 anni. La somma investita resterà in ogni caso vincolata per tutta la durata della vita lavorativa e sarà sbloccata solo una volta che il beneficiario avrà maturato i requisiti per andare in pensione che Berlino ha fissato a 67 anni.
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Ok cumulo con con previdenza complementare
Il progetto che verrà esaminato in autunno non preclude alla possibilità per il beneficiario di effettuare altri investimenti di previdenza complementare. “A partire dal primo gennaio 2026, tutti i bambini di sei anni riceveranno dieci euro al mese fino al compimento dei 18 anni. Successivamente potranno continuare a risparmiare privatamente e avranno così un extra da mettere da parte fino alla pensione”, ha chiarito al quotidiano Neue Westfälische il segretario della Cdu, Carsten Linnemann.
I costi della misura per lo Stato
Secondo le stime del Consiglio tedesco degli esperti economici, la “paghetta previdenziale” avrà un costo per lo Stato di circa 1 miliardo euro l’anno. Un onere finanziario ulteriore per il Paese che sta già aumentando il proprio debito pubblico per spingere gli investimenti in difesa, infrastrutture e transizione ecologica.
Colmare il buco previdenziale
Scopo primario del piano sul quale sta lavorando la ministra degli Affari Sociali Barbel Bas (Spd) è in primo luogo quello di alleggerire il peso delle pensioni pubbliche nel lungo periodo. In Germania, il sistema previdenziale varato alla fine del XIX secolo da Otto Von Bismark fa i conti, come in altri Paesi occidentali, con il progressivo invecchiamento della popolazione e il calo demografico.
In pensione quasi 20 milioni di “baby boomers”
L’Istituto economico di Colonia (Iw) calcola che nei prossimi 9 anni circa 19,5 milioni di lavoratori tedeschi nati tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il 1964, i cosiddetti “baby boomers”, usciranno dal mercato del lavoro. Nello stesso periodo, tuttavia, si attendono solo 12,5 milioni nuovi ingressi di giovani, in larga parte della generazione Z. Entro il 2040, dunque, 100 lavoratori sosterranno il peso finanziario di 41 pensionati, 11 in più di quanto avviene oggi. Di conseguenza, come messo nero su bianco lo scorso anno dalla Corte dei conti federale, in assenza di interventi il buco previdenziale è destinato ad allargarsi superando i 117 miliardi di euro spesi nel 2024, circa un quarto dell’intero bilancio federale.
Cultura del risparmio
Il “Frühstart Rente” mira poi a incentivare la cultura del risparmio nelle nuove generazioni facendo leva sul concetto di “paghetta” molto diffuso nella maggioranza delle famiglie tedesche. Come sottolineato da Merz in un messaggio diffuso su Youtube indirizzato ai giovani, “la sicurezza del futuro non può più poggiare soltanto sulle spalle dello Stato, ma anche sull’iniziativa dei cittadini”. I bambini "devono imparare che la costanza nell’accantonare anche somme minime può fare la differenza”, ha spiegato il cancelliere.
Quante famiglie tedesche investono?
Sul fronte degli investimenti privati, in Germania solo il 17% delle famiglie ricorre a strumenti finanziari come azioni, Exchange-traded fund (Etf) o fondi complementari, meno della metà dei nuclei residenti nel Regno Unito (39%) e ancora meno rispetto a quelli negli Stati Uniti (62%).
Avversione al rischio
La “prudenza” dei risparmiatori tedeschi riguarda anche la tipologia di investimenti: dei 9mila miliardi di euro di ricchezza posseduta dai nuclei familiari, oltre il 37% giace in conti correnti a basso rendimento. “È necessario spezzare la diffidenza verso i mercati perché, senza un’apertura verso strumenti di investimento, il sistema pensionistico non sarà sostenibile”, ha sottolineato in un’intervista a Der Spiegel Ulrike Malmendier, docente di economia all’Università di Berkeley e tra le proponenti della “paghetta previdenziale”.
L’importanza di rendimenti solidi
Ma quanto si potrebbe accantonare negli anni? Secondo il broker Trade Republic ipotizzando, come prevede il piano Merz, il versamento di 10 euro al mese per 12 anni, nel futuro il beneficiario potrebbe accumulare circa 65mila euro entro l’età pensionabile. A patto però che il rendimento annuo medio si attesti intorno al 7%. Se tuttavia i mercati rimanessero deboli con un’inflazione stabile al 2%, il potere d’acquisto reale si ridurrebbe di un terzo vanificando la somma messa a frutto.
Paghetta previdenziale, sindacati critici
Per un paese dove il risparmio è da sempre accuratamente tenuto sottochiave, la “paghetta previdenziale” potrebbe costituire un cambiamento definito dal New York Times “radicale”. In attesa di conoscere i dettagli del progetto, dai costi per le finanze pubbliche alle modalità di erogazione, i sindacati tedeschi sono già sul piede di guerra. A partire dalla sigla dei metalmeccanici che bolla l’incentivo ai piani pensionistici privati basati sulle azioni “lontano dalla realtà e pericoloso”. Il sindacato lancia poi un appello a utilizzare i fondi per ridurre il deficit del sistema pensionistico che secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, “sta diventando strutturale”.
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