Inps, niente deroga sulle aliquote per dipendenti PA in pensione anticipata: cosa sapere

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

L’Istituto nazionale di previdenza ha chiarito in un messaggio (n.2491 del 25 agosto) che i dipendenti pubblici tra i 65 e i 67 anni in uscita anticipata dal lavoro vedranno sugli assegni pensionistici l’applicazione, nella parte retributiva, delle nuove aliquote di rendimento previste dalla Legge di bilancio 2024. Ecco le categorie interessate e cosa cambia per gli importi.

Quello che devi sapere

Pensioni anticipate, le categorie Pa coinvolte

A essere interessati dalla misura sono soprattutto i lavoratori che operano nei comparti enti locali e sanità oltre ad insegnanti e ufficiali giudiziari iscritti alle rispettive gestioni previdenziali che fanno capo al polo dipendenti pubblici dell’Inps.

 

Per approfondire: Su Insider - Un problema non solo italiano: anche negli Usa finiranno i soldi per le pensioni

Pensioni anticipate, le categorie Pa coinvolte

Innalzata soglia risoluzione obbligatoria

L’Inps ricorda che con l’ultima Legge di Bilancio l’età per la risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro è stata innalzata da 65 e 67 anni, equiparandola di fatto alla soglia anagrafica per la pensione di vecchiaia. 

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Il messaggio Inps

"La deroga all'applicazione delle nuove aliquote di rendimento di cui alla legge 30 dicembre 2023, n. 213 non trova applicazione nei casi di risoluzione del rapporto di lavoro per dimissioni intervenute a partire dall'anno 2025 in presenza di un'età anagrafica pari o superiore a 65 anni ma inferiore a 67", si legge sempre nel messaggio.

Le nuove aliquote

Per gli iscritti alle casse Cpdel, Cps, Cpi e Cpug che al 31 dicembre 1995 hanno maturato un’anzianità contributiva inferiore a 15 anni, le quote calcolate con il sistema retributivo vedranno l’applicazione di un’aliquota del 2,5% per ogni anno. Per gli iscritti a queste gestioni la nuova aliquota, frutto di una ridotta anzianità contributiva accumulata con il sistema retributivo, risulta meno favorevole rispetto a quanto previsto in passato e di conseguenza comporterà un assegno più leggero.

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Cosa sono le aliquote di rendimento

Le aliquote di rendimento vengono impiegate per calcolare la quota retributiva della pensione nel sistema misto. L’importo dell’assegno viene infatti ottenuto con due coefficienti differenti in base agli anni di contributi previdenziali maturati prima o dopo l’entrata in vigore della riforma pensionistica del 1995.

Possibilità di trattenimento fino a 70 anni

Da quest’anno poi per le amministrazioni pubbliche debutta la possibilità di trattenere in servizio le unità che svolgono mansioni "non diversamente assorbibili" fino al compimento dei 70 anni, previo consenso del lavoratore stesso. "Tenuto conto che l'articolo 1, comma 161, secondo periodo, della legge di Bilancio 2024 prevede che le nuove aliquote di rendimento non trovano applicazione nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio previsti dagli ordinamenti di appartenenza", l'Inps chiarisce che, "per effetto delle modifiche ai limiti ordinamentali, detta disciplina derogatoria trova applicazione per le pensioni di vecchiaia liquidate a carico della Cpdel, della Cps della Cpi e della Cpug a seguito di risoluzione obbligatoria del rapporto di lavoro alle dipendenze di una pubblica Amministrazione".

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Validità della deroga

In questi casi, resta in vigore la deroga all’applicazione delle aliquote di rendimento. Per i dipendenti che si dimettono dopo il raggiungimento dei 67 anni e prima del limite dei 70, il calcolo degli anni contributivi maturati nel sistema retributivo non vedrà l’applicazione dell’aliquota al 2,5%.

Quando non si applica la nuova aliquota

Come ricorda l’Istituto, le nuove aliquote di rendimento non trovano applicazione anche per la liquidazione della pensione di vecchiaia nei confronti dei dipendenti di datori di lavoro che hanno perso la natura giuridica pubblica e che hanno mantenuto l'iscrizione alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali.

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Ape sociale

Per quanto riguarda la pensione riconosciuta al termine del periodo di fruizione dell’Ape sociale, l’uscita anticipata dal lavoro nella parte retributiva di anzianità contributiva verrà determinata, anche in questo caso, con le aliquote di rendimento aggiornata nella manovra approvata a fine 2023.

Critiche di Uil-Flp: “Basta penalizzazione dipendenti pubblici”

Sulla stretta duro il commento sindacati. “La misura è ingiusta e discriminatoria perché colpisce chi assicura ogni giorno servizi essenziali al Paese e, al momento dell'uscita dal lavoro, si vede riconosciuta una pensione ulteriormente decurtata”, afferma la segretaria generale Uil-Fpl, Rita Longobardi, che al governo chiede un confronto immediato “per correggere questa ulteriore penalizzazione e tutelare la dignità e i diritti previdenziali di chi serve lo Stato e i cittadini con professionalità”.

 

Per approfondire: Pensioni, il piano per l’uscita a 64 anni e il Tfr all’Inps. Cosa prevede

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