BTP, boom di investimenti esteri nel mese di giugno. I dati della Banca d’Italia
EconomiaIntroduzione
Btp e Bot italiani piacciono all’estero. I dati pubblicati dalla Banca d'Italia rivelano che le partecipazioni di soggetti esteri nel nostro debito pubblico sono cresciute in modo notevole, segnando la progressione più marcata degli ultimi sei anni. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Aumenta l’esposizione degli investitori stranieri
La bilancia dei pagamenti ha mostrato un incremento netto di 34,2 miliardi di euro nelle posizioni degli investitori stranieri nel mese di giugno. Questo rappresenta il picco più elevato dal 2019, anno in cui furono acquistati titoli italiani per un valore di 35,2 miliardi di euro. L'acquisto di titoli italiani nel mese di maggio, invece, si era attestato a 2,07 miliardi di euro.
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I conti da inizio 2023
Da inizio anno le banche e i grandi fondi esteri hanno incrementato le proprie quote di bond governativi italiani per un valore di 84 miliardi dopo i 125 miliardi aggiunti nell’intero 2024. E se si fanno i conti dal giugno 2023, da quando cioè la tendenza dei flussi sembra essersi invertita, il saldo è positivo per oltre 230 miliardi.
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L’attrattività dei BTP italiani
I BTP italiani sono particolarmente attrattivi in questo momento, grazie ai loro rendimenti allettanti, i più alti dell'area euro. Questo li rende una scelta preferenziale per gli investitori, specialmente in un contesto di tagli dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) e della Federal Reserve statunitense (Fed). Un esempio di questo andamento è il BTP decennale, che ha chiuso l'altro giorno con un rendimento stabile al 3,59%. Lo spread con il Bund tedesco a dieci anni si mantiene intorno agli 81 punti base.
Il bilancio dell’Eurozona
Nei primi sette mesi del 2025 sono stati complessivamente collocati nei Paesi dell’Eurozona bond governativi per 936 miliardi, circa 30 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 404 miliardi quando si considera l’offerta al netto dei titoli in scadenza e da rinnovare. Per chiudere i conti, l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo ne prevede da qui a fine anno ancora 426 miliardi, equivalenti a un’offerta netta di 123 miliardi
Le ragioni
Ma perché questa fiducia nei confronti del nostro Paese? Come sottolineato da Banca d'Italia e da numerosi esperti finanziari, la situazione economica italiana mostra segnali positivi: il deficit di bilancio si sta mantenendo sotto controllo, e la crescita del prodotto interno lordo nominale sta contribuendo a stabilizzare il rapporto debito/PIL, diminuendo la percezione di rischio
Le stime per il 2026
Secondo il Documento di Economia e Finanza (DEF), il fabbisogno finanziario dell'Italia per il 2026 è stimato al 5,3% del PIL, corrispondente a circa 124 miliardi di euro. Se a questo valore si aggiungono i 284 miliardi di euro di titoli in scadenza (esclusi i BOT), l'ammontare complessivo delle emissioni lorde si posizionerebbe tra i 380 e i 390 miliardi, superando i 348 miliardi previsti per il 2025. Analizzando le cifre in termini netti, e ipotizzando che il governo riceva le tranche finali dei prestiti europei del PNRR (circa 25 miliardi per l'intero anno), le emissioni lorde per il 2026 dovrebbero scendere a 97 miliardi. Questo dato è inferiore rispetto ai 109 miliardi stimati per il 2025
Il confronto con il resto d’Europa
Secondo le stime di Intesa Sanpaolo, le emissioni a medio-lungo termine per la Francia e la Germania saranno inferiori a quelle italiane in termini assoluti, rispettivamente 350 miliardi e 338 miliardi. Tuttavia, se si considera l'ammontare netto (al di là dei titoli in scadenza), la situazione si inverte. La Francia e la Germania dovranno collocare un valore superiore, pari a 154 miliardi e 125 miliardi. Storia diversa, invece, per la Spagna: come ha osservato Chiara Manenti di Intesa San Paolo sulle colonne de Il Sole 24 Ore, il Paese iberico può contare su un'offerta di titoli relativamente bassa, sia in termini lordi (177 miliardi) che netti (62 miliardi). Nel medio termine, i Bonos spagnoli potrebbero quindi superare in performance i BTP. Ma da cosa dipende questa possibilità? In primis dal fatto che Madrid riuscirà a ottenere gli 80 miliardi di prestiti del NextGenerationEU. Tale iniezione di fondi consentirebbe al Tesoro spagnolo di ridurre drasticamente la necessità di finanziamento sul mercato, rendendo i Bonos ancora più competitivi
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