Gucci, stato di agitazione per circa mille dipendenti

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Il confronto tra Gucci e i suoi dipendenti si è trasformato in una vertenza aperta. Al centro, il rifiuto dell’azienda di versare il pacchetto welfare previsto dal contratto integrativo

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I sindacati del settore commercio - Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs - hanno deciso di avviare lo stato di agitazione per circa un migliaio di lavoratori di Gucci Italia. La protesta nasce dal mancato riconoscimento del bonus welfare previsto dal contratto integrativo, scaduto a fine 2024 ma ancora in regime di ultravigenza. Secondo le organizzazioni sindacali, la direzione si era impegnata a garantire anche per il 2025 l’erogazione di circa 600 euro a testa, somma introdotta nell’accordo aziendale firmato nel luglio 2022. L’azienda, invece, avrebbe condizionato il pagamento a una revisione dell’attuale sistema di incentivi, collegandolo a criteri in vigore negli ultimi tre anni. Un paradosso, fanno notare i sindacati, se si pensa che una singola borsa del brand può costare migliaia di euro.

Tensione con l’azienda 

In un comunicato congiunto, le sigle sindacali accusano Gucci di aver adottato una strategia dilatoria, “prendendo tempo e ignorando le aspettative dei dipendenti che ogni giorno garantiscono il funzionamento dei negozi”. Rifiutano inoltre qualsiasi trattativa che scambi tutele consolidate con nuove condizioni peggiorative. Definendo “grave” la posizione aziendale, Filcams, Fisascat e Uiltucs non escludono l’avvio di ulteriori iniziative di mobilitazione a livello territoriale.

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