Caldo, cassa integrazione oltre i 35 gradi "percepiti": come funziona e che ne ha diritto

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Le ondate di caldo eccessivo, rese ancora più evidenti dai cambiamenti climatici, caratterizzano la maggior parte del periodo estivo e rischiano di provocare gravi danni alla salute soprattutto per i lavoratori che svolgono l'attività all’aperto. Ecco come le aziende possono attivare la cassa integrazione per le alte temperature

Quello che devi sapere

Gli infortuni per il caldo

Come evidenza l’Inail, ogni anno il caldo causa oltre 4mila infortuni sul lavoro, la maggior parte dei quali avvengono tra coloro che sono impiegati nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura

 

Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: “Dazi, sarà possibile far cambiare idea a Trump?”

Gli infortuni per il caldo

Le ordinanze di Regioni e Comuni

Per prevenire il rischio, Regioni e Comuni emettono ordinanze che vietano l’attività lavorativa all’aperto nelle ore più calde della giornata, di solito comprese tra le 12:30 e le 16:00. Oltre alla fascia oraria, un secondo criterio utilizzato è quello relativo alla temperatura: quando la colonnina di mercurio supera i 35 gradi le imprese sono autorizzate a ricorrere alla cassa integrazione ordinaria

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Cig per eventi meteo in generale

Una seconda possibilità di attivare la cassa integrazione dovuta al caldo eccessivo arriva dalla semplice constatazione da parte dell'azienda di condizioni meteo eccezionali, anche in assenza di ordinanze pubbliche

Temperatura reale e percepita

Come chiarito dall’Inps nel messaggio numero 2.130 del 3 luglio scorso, quando la sospensione o la riduzione dell'attività lavorativa è disposta dalla pubblica autorità, i datori di lavoro devono soltanto indicare gli estremi dell’ordinanza. Un aspetto centrale ruota intorno alla differenza tra temperatura reale e percepita. L’Istituto ammette infatti l’accoglimento della domanda di accesso all’integrazione salariale anche quando la temperatura percepita risulta più elevata di quella reale

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Alcuni esempi

Dallo svolgimento dell’attività in luoghi non protetti dal sole all’utilizzo di materiali o macchinari che a loro volta producono calore: il messaggio Inps elenca una serie di situazioni dove l’emergenza caldo può scattare anche senza la certificazione di un bollettino oltre i 35 gradi. In aggiunta, l’impiego di strumenti di protezione come tute, caschi o la presenza di livelli di umidità elevati possono incrementare la sensazione di disagio dei lavoratori. Pertanto, prosegue l’Inps, “la valutazione dell'integrabilità della causale richiesta non deve fare riferimento solo al grado di temperatura, ma anche alla tipologia di attività svolta e alle condizioni nelle quali si trovano concretamente a operare i lavoratori"

A chi spetta la cassa integrazione “caldo”

Ma chi può richiedere la cassa integrazione per il caldo? La misura di ammortizzatore sociale spetta ai lavoratori dipendenti coperti da Cigo, assegno di integrazione salariale erogato dal Fis o dai fondi di solidarietà bilaterali. In questo caso, non è necessario dimostrare l’anzianità di effettivo lavoro di 30 giorni svolti presso l’unità produttiva per la quale viene richiesto il trattamento. Oltre ai dipendenti, la misura include gli apprendisti e i lavoratori a domicilio mentre sono esclusi i dirigenti

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L’importo massimo riconosciuto ai lavoratori

In caso di attivazione, la cassa ordinaria “caldo” copre l’80% della retribuzione che il lavoratore avrebbe effettivamente percepito. Rimane una soglia massima stabilita per legge che per l’anno in corso arriva a 1.404,03 euro lordi

Come funzione l’integrazione salariale

Ad anticipare l’importo per le ore non lavorate è la stessa azienda che poi li calcola in fase di conguaglio sui contributi dovuti all’Inps

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Oneri fiscali per il datore di lavoro

A differenza dei tradizionali ammortizzatori sociali, la cassa integrazione "caldo" esenta il datore di lavoro dal pagamento del contributo addizionale

Informativa sindacale

La misura è pensata inoltre per una rapida attivazione in caso di ondate improvvise. A differenza di altre causali, l’azienda può procedere all’interruzione totale o parziale dell’attività senza dover informare preventivamente le organizzazioni sindacali

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I numeri della cassa integrazione

Secondo quanto emerso nell'ultimo Osservatorio Inps, nei primi tre mesi di quest'anno sono state autorizzate complessivamente 176,5 milioni di ore di ammortizzatore, con una crescita del 30,2% rispetto alle 135,5 milioni di ore registrate nel primo trimestre 2024. Sempre a marzo 2025, le ore autorizzate nei fondi di solidarietà sono state 953mila, in aumento rispetto alle 797mila del mese precedente, ma in calo rispetto alle 968mila di marzo 2024

 

Per approfondire: Il cambiamento climatico ha triplicato le vittime del caldo: lo studio

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