Nei Campi Flegrei la fabbrica di missili anti-aerei per la difesa europea

Economia
Lorenzo Borga

Lorenzo Borga

Sky TG24 entra nel sito produttivo di Mbda a Bacoli, nei Campi Flegrei, dove vengono prodotti i missili Aster e i lanciatori Samp/T. Ma per ora la concorrenza americana domina il mercato, anche europeo.

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Le guerre moderne si vincono con il controllo dei cieli. Lo dimostrano i caccia israeliani che agiscono indisturbati sull’Iran, mentre 9 missili di Teheran su 10 vengono intercettati dai sistemi israeliani prima di raggiungere l’obiettivo. In Ucraina i cieli sono invece ancora contesi: l’aviazione russa non riesce a penetrare stabilmente, e Kiev non è in grado di intercettare tutti gli ordigni russi prima che colpiscano città e basi militari. E non a caso la guerra è ancora in stallo. La differenza la fanno i sistemi di difesa antiaerea e antimissile, che individuano le minacce in arrivo, calcolano la traiettoria e lanciano missili difensivi per neutralizzarle. E l’Europa in tutto questo? Il continente non dispone di una protezione aerea paragonabile a quella ucraina, ancor meno a quella israeliana. Secondo fonti della Nato, il fronte est europeo disporrebbe di solo il 5% della capacità anti-aerea necessaria. Lo stesso segretario Rutte ha esortato gli Stati di quintuplicare gli investimenti in questo campo.

La fabbrica nei Campi Flegrei

Radar, missili, batterie di lancio da produrre nel più breve tempo possibile. Le ambizioni e gli auspici fanno i conti con la realtà a Bacoli, nel mezzo dei Campi Flegrei: è qui che nasce il cuore tecnologico delle munizioni per la difesa aerea italiana ed europea. Sky TG24 è entrato nel sito produttivo per raccontare lo stato della produzione. A gestirlo è la Mbda, una delle rare alleanze industriali europee nel settore della difesa. I suoi azionisti sono l’italiana Leonardo, la britannica BAE Systems e la franco-spagnola-tedesca Airbus. “L’esempio di Mbda racconta che l’integrazione è possibile” ci dice Lorenzo Mariani, amministratore delegato di Mbda Italia “il nostro modello offre un esempio di come tenere assieme l’essere un grande gruppo europeo e allo stesso tempo rispettare le specificità delle singole nazioni”.

Il prodotto di punta sono i missili Aster, sviluppati da Francia e Italia e montati sulle batterie anti-aeree e sulle navi militari. Sono per esempio stati impiegati dalla Marina Militare italiana nel Mar Rosso per abbattere droni e missili dei ribelli Houthi.

Missile

Composti da circa 10mila componenti, a Bacoli si produce il radar e l’elettronica. Lo stabilimento è autonomo anche per la microelettronica, grazie a un laboratorio che in una camera pulita installa con una precisione micrometrica i microchip sui dischi di gallio. Componenti progettati per resistere ad altissime temperature e alle vibrazioni in volo. Ogni missile attraversa più volte le frontiere di Italia, Francia e Regno Unito prima di poter essere consegnato, con tempi di lavorazione lunghi che l’azienda vuole ridurre da 42 mesi a meno di 18 entro l’anno prossimo. Riuscirci è essenziale: il Capo di Stato maggiore della difesa Luciano Portolano ha parlato di forti carenze e di “un bel gap da colmare” negli arsenali delle forze armate italiane.

Dove nascono i Samp/T

Oltre agli Aster, a Bacoli si producono anche le piattaforme di lancio. Su tutte il Samp/T, il sistema di difesa aerea a lungo raggio in grado di intercettare velivoli e missili nemici fino a 150 chilometri di distanza. L’Italia ne ha a disposizione tre al momento, e ha commissionato dieci unità della nuova versione. Progettato da Italia e Francia, il sistema è composto da un’unità radar, un centro di comando e diversi lanciatori. Il costo è elevato: circa mezzo miliardo di euro, comunque la metà rispetto ai competitor sul mercato. Due batterie sono state donate all’Ucraina, dove si sono dimostrate efficaci a proteggere città e installazioni militari. Ma secondo fonti di Kiev le scorte di munizioni sarebbero ormai esaurite, a differenza dei lanciamissili americani Patriot che sono meglio riforniti.

Uno scudo missilistico europeo senza tecnologia europea

Il sistema americano ha finora riscosso un maggiore successo commerciale. È stato acquistato da 19 Paesi, in gran parte europei, mentre il Samp/T finora è impiegato solo da Francia, Italia e Singapore. La differenza si nota anche nelle quantità prodotte: se gli americani sono in grado di consegnare oltre 700 missili all’anno, mentre Mbda si ferma a meno della metà. E anche per il futuro la concorrenza appare spietata: il progetto per il nuovo scudo europeo – l’European Sky Shield – promosso dalla Germania e a cui hanno aderito finora 23 Stati europei non prevede per ora di utilizzare la tecnologia franco-italiana.

Cartina

Al contrario sarà dotato dei lanciamissili americani Patriot, assieme a quelli israeliani Arrow e tedeschi Iris-T. Non utilizzare l’unica tecnologia europea a lungo raggio a disposizione sarebbe un vero paradosso, che per ora ha tenuto Roma e Parigi fuori dal progetto. Mbda punta però a rientrare nel progetto, presentando una serie di proposte che si appoggeranno anche al piano di riarmo della Commissione Europea. “È in corso un processo di incremento della capacità tecnologica europea” ha affermato Mariani “che risulta tuttavia un po’ frenato dall’incapacità di condividere la tecnologia e dalle gelosie nazionali. Dobbiamo superarle, altrimenti se ogni nazione dovrà svilupparsi l’intera filiera questo processo richiederà anni e anni”.

Una crescita violenta

A Bacoli si corre contro il tempo per recuperare il terreno perduto: in tutta Europa Mbda ha ricevuto ordini per 37 miliardi di euro; al ritmo attuale impiegherebbe ben 7 anni per consegnare i missili richiesti. Lo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto lo scorso agosto aveva lamentato lentezze nella produzione a Bacoli, che a suo dire avrebbero rallentato la consegna del Samp/T all’Ucraina. Oggi come allora in fabbrica si lavora giorno e notte, su tre turni. Per lo stabilimento napoletano l’azienda ha presentato un piano di ampliamento che prevede la costruzione di un nuovo capannone industriale e l’assunzione di circa 100 nuovi addetti. In tutta Italia Mbda investirà circa 300 milioni di euro entro il 2029. Con i venti di guerra sull’Europa, l’azienda ha cambiato volto: nel 2019 contava 1300 addetti, mentre quest’anno raggiungerà i 2500. Fino a qualche anno fa il fatturato ammontava a 300 milioni di euro, mentre oggi ci si avvicina al miliardo. Ma i soldi non bastano: gli ingegneri elettronici sono spesso introvabili, le università di Napoli non ne formano a sufficienza e attrarli da fuori non è facile. Così le posizioni rimangono vacanti anche per 7-8 mesi. Ma il tempo stringe. L’Europa vuole costruire al più presto un proprio scudo aereo. La scommessa di garantire una tecnologia missilistica made-in-Europe si gioca anche nei Campi Flegrei.

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