Guerra in Medioriente e commerci Italia-Iran, i rischi per il Made in Italy

Economia
Simone Spina

Simone Spina

I rapporti commerciali fra Roma e Teheran potrebbero subire dei contraccolpi a causa del conflitto. In questo caso sarebbe probabilmente il nostro Paese a perderci  maggiormente. Anche se non si tratta di scambi di grande entità, esportiamo più di quanto importiamo

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Le sanzioni internazionali contro l’Iran decise anni fa da Stati Uniti e Unione Europea limitano molto gli scambi che i singoli Paesi del Vecchio Continente possono avere con Teheran. Che rimane, comunque, cruciale per il trasporto di idrocarburi tramite lo stretto di Hormuz, da dove passano grandi quantità di greggio e gas estratti anche da altre zone del Medio Oriente, tra i quali il metano liquefatto del Qatar, nostro secondo fornitore.

Buoni rapporti

Ma al di là dei traffici di idrocarburi, l’Iran ha storicamente buoni rapporti con I’Italia, tanto che per import ed export siamo, tra gli Stati Ue, secondi solo alla Germania, avendo perso – solo di recente – la prima posizione.

Scambi in calo

Gli scambi commerciali, in totale, l’anno scorso valevano poco più di 700 milioni di euro, cioè un sesto di quanto accadeva nel 2018. Non dipendiamo certo dall’Iran per le nostre esportazioni, pari allo 0,1 per cento di quello che vendiamo all’estero, ma siamo il loro dodicesimo fornitore.

La bilancia pende a favore dell'Italia

Uno stop o una riduzione delle relazioni a causa del conflitto potrebbero creare all’Iran problemi di approvvigionamento in alcuni settori, ma la bilancia commerciale pende a nostro favore: vendiamo più merci di quelle che compriamo, quindi sarebbe l’Italia a perderci di più.

Cosa esportiamo e cosa importiamo

Tra ciò che esportano maggiormente le nostre imprese ci sono i macchinari (oltre la metà del totale), seguiti da prodotti chimici, medicinali ed elettronica. In pratica, la più esposta è la manifattura tricolore, anche perché tra quello che compriamo figurano soprattutto metalli, come il ferro, che importiamo per farne acciaio, oltre a materie prime per la farmaceutica e prodotti agricoli per l'industria alimentare.

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