L'azienda di ottica ha chiesto un risarcimento di 5,9 milioni di euro a Fenice, un'azienda dell'imprenditrice influencer che ha risposto con una contro-causa da 3,65 milioni
Battaglia milionaria in tribunale, il primo round potrebbe giocarsi il prossimo 28 novembre, tra Fenice Srl e Safilo. Una causa di risarcimento danni da 5,9 milioni di euro avviata dal gruppo dell’occhialeria contro l’azienda di Chiara Ferragni che è diventata azionista di maggioranza, dopo la rescissione dell’accordo di licenza con l’influencer a dicembre 2023 a seguito del caso “Pandoro gate”. La Fenice respingendo la legittimità del recesso, ha chiesto a sua volta 3,65 milioni a Safilo per importi dovuti.
Le tappe della vicenda
A dicembre 2023, Safilo comunica il recesso unilaterale da entrambi gli accordi a seguito dell’intervento dell’Autorità garante della concorrenza sul caso Pandoro. Passano pochi mesi e a maggio 2024, il gruppo dell’occhialeria fa causa in tribunale a Milano chiedendo un risarcimento di 5,9 milioni di euro.Fenice e Sisterhood (la holding di Ferragni) ritengono non legittimo il recesso, sostenendo invece che le clausole contrattuali richiamate da Safilo siano generiche e non applicabili in questo specifico caso. In via riconvenzionale, la stessa Fenice domanda allora la risoluzione del contratto per inadempimento e un risarcimento per mancato incasso di royalties e danno d’immagine, per complessivi 3,65 milioni di euro. In questo specifico contenzioso, Fenice stima come "possibile se non anche probabile l’esistenza di un rischio di soccombenza di circa 1,8 milioni".
