Previsioni poco rosee anche per l'occupazione giovanile e femminile ma "cautamente ottimisti" su crescita di quest'anno e del prossimo. Sono i risultati presentati oggi dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli all'Assemblea 2025. Meloni alle imprese: "Siete il nostro motore"
Crescita del Pil dello 0,8% nel 2025, ma al terziario di mercato mancano 260mila lavoratori (dato in rialzo del 4% rispetto al 2024). Sono le previsioni, basate su dati Istat, che l’ufficio studi di Confcommercio ha presentato all’Assemblea 2025. Il presidente Carlo Sangalli ha riportato i risultati dell’analisi: anche se permangono l’incertezza sui mercati e un generale calo di fiducia dato dall’incognita dazi e dalle tensioni internazionali, i consumi nel nostro Paese dovrebbero crescere dell’1% quest’anno. Ma se le stime di Confcommercio ritoccano al rialzo quelle Ocse, Istat e anche quelle del governo – e “con una visione cautamente ottimistica” e “rischi di revisione al ribasso” prevedono che nel 2025 l'Italia crescerà dello 0,8%, dello 0,9% nel 2026 - la mancanza di lavoratori resta una spina nel fianco per il settore. Basse anche occupazione giovanile e femminile.
Meloni: “Imprese motore dell’economia”
"Oggi le imprese del terziario di mercato contribuiscono per circa la metà del Pil e dell'occupazione - ha detto la presidente Giorgia Meloni in un videomessaggio, ringraziando e riconoscendo il lavoro della Confederazione - Siete uno dei motori dell'economia nazionale, ed è solo grazie al vostro dinamismo e alla vostra capacità di intraprendere che l'Italia sta registrando indicatori macroeconomici estremamente positivi”. A proposito di tasse, Meloni ha detto che intende "proseguire nel percorso di riduzione della pressione fiscale, con un'attenzione particolare al ceto medio". Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha detto che "il rinnovo del contratto del commercio può indicare la strada per altri rinnovi”. "Questo è un momento difficile ma la nave Italia appare più sicura, stabile, consapevole, responsabile, capace di tenere il mare".

Approfondimento
Pil, le stime Istat: +0,6% nel 2025 e +0,8% nel 2026, pesano i dazi
Sangalli: "Il mondo con i dazi è un posto peggiore"
“Un mondo con più dazi è un mondo peggiore", ha ribadito Sangalli nel corso della presentazione. "Dal 2020 l'economia globale è stata caratterizzata da un marcato aumento dell'incertezza, che ha inciso profondamente sulla stabilità finanziaria, sulle attività e sulle aspettative delle imprese. Incertezza dovuta ai tragici conflitti internazionali. Incertezza determinata dal ritorno della politica dei dazi”. La fiducia, ha sottolineato il presidente, è fondamentale per la crescita: "La de-globalizzazione non è la risposta non ci si può rassegnare alla chiusura. Ma 'liberamente' non significa senza regole”.

Approfondimento
Intesa Usa-Cina, dai dazi ai minerali: i punti dell’accordo
Mancano 260mila lavoratori
Il buco di 260mila lavoratori è nel commercio, nella ristorazione e nel settore alloggi. Tra le figure più richieste e difficili da reperire, commessi, macellai, camerieri, cuochi, addetti alle pulizie. “È chiaro che colmare la distanza tra domanda e offerta di lavoro non è solo urgente, è fondamentale per la crescita del Paese – ha detto Sangalli - Purtroppo, ancora oggi dobbiamo registrare che le nostre imprese non trovano le competenze che servono”. La soluzione risiede nell’agire “su quattro fondamentali assi d’intervento: demografia e politiche per la famiglia; cura delle competenze; valenza erga omnes della contrattazione collettiva realmente rappresentativa; programmazione di adeguati flussi di lavoratori immigrati”.
“Giovani e donne? Non si lasci in panchina parte migliore nostra forza lavoro”
Altro dato negativo, sottolineato da Sangalli, è quello dell’occupazione giovanile e femminile. Sui giovani, “il distacco tra Italia ed Europa supera i 15 punti percentuali – ha ricordato - La partecipazione femminile è al di sotto della media Ue di quasi 11 punti percentuali”. “Più donne occupate, più giovani occupati: è necessario ed urgente, sia per l’economia reale che per la democrazia sostanziale. È intollerabile lasciare in panchina la parte migliore e più innovativa della nostra forza lavoro”.
