Unicredit presenta ricorso al Tar contro legittimità golden power

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Lo ha annunciato in una nota lo stesso gruppo di Piazza Gae Aulenti. L'obiettivo è “sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del 'golden power' così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell'Ue”. Indipendentemente dall'esito, “tale ricorso è una linea d'azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico", ribadisce UniCredit

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In merito all'Ops su Banco Bpm, Unicredit ha annunciato la rinuncia relativa all'operazione Anima e l'intenzione di presentare ricorso al Tar del Lazio “per sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del 'golden power' così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell'Ue”. Ad annunciarlo, in una nota ufficiale, è stato lo stesso gruppo. Indipendentemente dal suo esito, prosegue il comunicato, “tale ricorso è una linea d'azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico”. UniCredit ha poi ribadito che "rimarrà impegnata nelle discussioni con gli organi governativi competenti per ottenere un riscontro conclusivo sulla portata e sull'interpretazione delle prescrizioni e, ove possibile, per trovare un percorso reciprocamente condiviso che soddisfi tutti i requisiti legali e normativi applicabili".

Unicredit respinge accuse Bpm: “Non ancora presa decisione”

il gruppo di Piazza Gae Aulenti ha rimarcato che non "è ancora in grado di prendere alcuna decisione definitiva in merito al completamento dell'operazione" su Banco Bpm e "respinge in toto le accuse mosse da" Piazza Meda. L'offerta, rimarca ancora l'istituto, "rimane soggetta all'esito delle verifiche in corso in relazione al procedimento 'golden power' (incluse tutte le iniziative e le azioni in corso o imminenti) e all'esame antitrust, restando confermato che tutte le condizioni relative a tali autorizzazioni, nonché tutte le condizioni diverse da quelle specificamente rinunciate, rimarranno in essere ai sensi dei termini dell'offerta".

Dal cda di Unicredit ok alla rinuncia alla “condizione” di Anima

Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha poi approvato la rinuncia alla condizione relativa all'operazione Anima. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti tuttavia ribadisce che "è evidente che l'operazione Anima è stata realizzata a condizioni considerevolmente meno favorevoli di quanto precedentemente ipotizzato". In particolare, la società ricorda che l'opa da parte di banco Bpm è avvenuta ad "un prezzo di acquisizione più elevato (da 6,2 a 7,0 euro per azione, pari a un aumento del 13%) e senza i previsti benefici sul capitale regolamentare associati al Danish Compromise".

Unicredit, su Anima da Bpm mancanza di trasparenza

“In relazione alla condizione relativa all'acquisizione di Anima da parte di Bpm nel contesto dell'offerta", UniCredit conferma di "aver concluso un'approfondita valutazione dell'operazione, che si è basata in larga misura su analisi interne a causa della mancanza di una tempestiva e adeguata informativa trasparente da parte di Bpm". La banca sottolinea ancora che "la mancanza di un'informativa trasparente" su prezzo di acquisizione più elevato e senza i benefici del Danish Compromise "durante la presentazione dei risultati trimestrali di Bpm ha generato ulteriori preoccupazioni e un'assenza di chiarezza, affrontata solo attraverso l'analisi interna di UniCredit". "Noi abbiamo fatto un golden power, che quello è e quello resta, siamo convinti di come abbiamo strutturato quel provvedimento", ha detto il sottosegretario al ministero dell'Economia, Federico Freni, a margine di una iniziativa del Festival dell'Economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento.  "Se il golden power "- ha aggiunto - "non è preordinato a tutelare gli interessi nazionali, non vedo a cosa possa servire".

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