Scioperi, nei trasporti si rischia un nuovo anno nero

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Raffica di proteste a maggio: una trentina le agitazioni previste. Dall'inizio dell'anno, solo a livello nazionale, ci sono state sei giornate di sciopero che hanno interessato treni e mezzi pubblici locali. A questo ritmo si potrebbe replicare quanto accaduto nel 2024, quando per molti viaggiare è stato un incubo. Le richieste dei lavoratori: salari più alti e maggiore sicurezza

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Più soldi in busta paga. E’ per questo che scioperano i ferrovieri: il loro contratto di lavoro è scaduto a dicembre del 2023, attende ancora di essere rinnovato e nel frattempo i salari rimangono fermi. E le proteste nel settore dei trasporti non finiscono qui perché nel solo mese di maggio sono previste una trentina di agitazioni, tra quelle che interessano tutto il Paese e quelle limitate ad alcune zone, che toccano treni, autobus, tram, metropolitane e aerei. 

Quanti stop finora...

Un clima conflittuale che dall’inizio dell’anno, e solo a livello nazionale, ha portato a sei scioperi nel settore ferroviario e in quello dei trasporti locali. 

... e quanti un anno fa

Un numero in linea con quanto registrato nello stesso periodo del 2024, quando fra gennaio e maggio si era arrivati a otto. La leggera discesa è probabilmente frutto dell’aumento di stipendio ottenuto pochi mesi fa dai lavoratori dei mezzi comunali e regionali, firmato da Cgil, Cisl e Uil ma non dai sindacati autonomi, che – pur avendo meno iscritti – risultano di solito essere più agguerriti. 

Nel 2024 uno sciopero ogni sei giorni

In ogni caso c’è da considerare che nel 2025 non siamo lontani dalla media dell’anno scorso, che è stato un periodo nero per chi doveva viaggiare: ci sono state infatti 50 giornate di sciopero (aerei compresi) che hanno riguardato tutta la Penisola. Senza contare gli stop a livello locale e quelli generali si è registrata, quindi, una protesta ogni sei giorni.

Calendario e polemiche

Spesso, poi, il tram o il treno è rimasto nei depositi il venerdì e il lunedì. Una scelta di calendario che contribuisce ad alimentare le polemiche.

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