Italia-Cina, dalla Via della Seta al partenariato rinnovato: cosa cambia con i dazi

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Introduzione

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l'aut aut di Donald Trump al resto del mondo (isolare Pechino o subire i dazi americani), cambia gli scenari in tanti Paesi, inclusa l'Italia. Roma, dopo l'uscita dalla Nuova Via della Seta, ha rilanciato, meno di un anno fa, il partenariato strategico con Pechino

Quello che devi sapere

Cosa prevede il partenariato con la Cina rinnovato dall’Italia

  • Il partenariato con la Cina, che era stato sottoscritto nel 2004, è stato rinnovato dalla premier italiana nel luglio dello scorso anno durante la sua prima missione a Pechino. In quell'occasione la presidente del Consiglio ha firmato un piano d'azione triennale per rafforzare la cooperazione bilaterale a 360 gradi. Puntando, tra le cose, a ripristinare gli incontri annuali tra primi ministri, riequilibrare le relazioni commerciali e stringere la cooperazione in diversi campi, dalla cultura al turismo passando per il gemellaggio tra reciproci siti Unesco, dalla salute alla sicurezza alimentare e allo sviluppo sostenibile

Per approfondire: Meloni in Cina vede il premier Li Qiang: "Piano triennale con Pechino, nuova cooperazione"

Relazioni bilaterali, fiducia reciproca, dialogo sui diritti umani

  • Il memorandum 2024-2027 prevede che i due Paesi si impegnino a "mantenere lo slancio delle loro relazioni bilaterali, anche nello spirito della antica Via della Seta", a "rafforzare la fiducia reciproca" anche nei rapporti tra Cina e Unione europea, compreso il "dialogo sui diritti umani"

Parità di condizioni per le rispettive aziende

  • Il primo impegno, a livello bilaterale e comunitario, resta quello di riequilibrare le relazioni commerciali, assicurando "parità di condizioni per le rispettive aziende". Inoltre si sottolinea che Ue e Cina devono opporsi "al protezionismo e all’unilateralismo, gestendo gli attriti commerciali attraverso il dialogo e la consultazione, in conformità ai meccanismi previsti dall’Organizzazione mondiale del commercio"

“Globalizzazione economica aperta”

  • Proprio sul commercio, c'è l'indicazione di promuovere una "globalizzazione economica aperta, inclusiva - equilibrata e a beneficio di tutti - la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti" oltre a "rafforzare le discussioni sull'agevolazione degli investimenti, sul commercio digitale, nonché sul tema commercio-ambiente"

Accesso al mercato e copyright

  • Tra gli altri temi, l'accesso al mercato e il copyright. In questo ambito Roma e Pechino puntano al supporto reciproco delle imprese (coinvolgendo Ice e camere di commercio) e al "riequilibrio degli scambi commerciali", che vanno "intensificati", anche valorizzando il ruolo del business forum. Poi ancora, "migliorare l'accesso al mercato", anche per l'e-commerce, eliminando le "barriere non tariffarie"

Trump: “O con noi o con la Cina”

  • Nella giornata del 16 aprile Donald Trump nel corso di un’intervista a Fox Noticias ha lanciato una sorta di aut aut: “O con noi o con la Cina”, aggiungendo che potrebbe costringere i paesi a scegliere tra Washington e Pechino, come ha già fatto Panama, che ha rinunciato a rinnovare la propria adesione alla Nuova Via della Seta cinese. In questa ottica, gli Stati contrapposti agli Stati Uniti potrebbero quindi subire i dazi americani

Wall Street Journal: “Gli Usa usano i dazi per isolare Pechino”

  • La minaccia del tycoon trova conferma nelle rivelazioni del Wall Street Journal, secondo cui ora gli Usa vogliono usare i negoziati sui dazi per isolare la Cina, che resta il principale obiettivo della guerra commerciale. Ideatore e regista dell'operazione il segretario al Tesoro Scott Bessent. L’idea è ottenere impegni da parte dei partner commerciali americani per strangolare l’economia cinese, in cambio della riduzione delle barriere commerciali e tariffarie imposte dalla Casa Bianca. I funzionari statunitensi intendono negoziare con oltre 70 Paesi per chiedere loro di impedire a Pechino di spedire merci attraverso i loro territori, evitare che le aziende cinesi vi si insedino per eludere i dazi Usa, e non accogliere beni industriali cinesi a basso costo nelle loro economie

Indebolire Pechino

  • Queste misure mirano a colpire un’economia cinese già fragile e a costringere Pechino a sedersi al tavolo delle trattative con meno potere contrattuale, in vista di possibili colloqui tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Le richieste specifiche varieranno da Paese a Paese, in base al loro livello di coinvolgimento con l’economia cinese. La strategia Usa prevede anche il taglio dei legami economici tra Cina e Usa tramite i dazi e, potenzialmente, l’esclusione delle azioni cinesi dalle borse americane, come ventilato dallo stesso Bessent in una recente intervista a Fox Business

Hong Kong interromperà le spedizioni di merci in Usa

  • Intanto le poste di Hong Kong hanno annunciato che interromperanno tutte le spedizioni di merci dirette negli Stati Uniti in risposta agli aumenti tariffari "intimidatori" di Trump, mentre Xi prosegue il suo viaggio in Asia invitando a rafforzare l'area di libero scambio Cina-Asean. Da Pechino arrivano i primi timidi ma condizionati segnali di apertura alle trattative con gli Usa. "Se gli Stati Uniti vogliono davvero risolvere la questione con il dialogo e i negoziati, allora dovrebbero smettere di esercitare pressioni estreme, di minacciare e ricattare, iniziando a parlare con la Cina su basi di uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio", ha avvisato il ministero degli Esteri

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