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ViDA, arriva l'Iva digitale europea: cosa cambia per la fattura elettronica

Economia
©IPA/Fotogramma
Conti pubblici, governo taglia stime Pil: +0,6% nel 2025
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Conti pubblici, governo taglia stime Pil: +0,6% nel 2025
00:01:29 min

Introduzione

È stato approvato in via definitiva il ViDA (VAT in the Digital Age), l’insieme di riforme al sistema Iva per l’Unione europea. Tocca diversi argomenti: uniformerà la fatturazione elettronica a livello Ue, ridurrà alcuni oneri amministrativi per le imprese e porterà all'obbligo per le piattaforme digitali come Airbnb e Uber di riscuotere direttamente e versare l'Iva, l’imposta sul valore aggiunto.

 

È stato complesso arrivare a questo accordo (in novembre) che è stato raggiunto soprattutto prevedendo lunghi periodi di transizione per le diverse componenti. Ecco, nello specifico, come cambierà la fatturazione elettronica

Quello che devi sapere

Dal 2025 al 2035

  • L’attuazione del processo ViDA sarà graduale. Il processo comincia con l’entrata in vigore nel 2025 e finirà a gennaio 2035. La proposta iniziale prevedeva tempi più ristretti (il 2027) 

Per approfondire: Ateco 2025, scatta la nuova classificazione delle attività economiche: cosa sapere

Fatturazione elettronica obbligatoria per transazioni B2B

  • Il pacchetto introduce la fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni B2B (business to business, lo scambio di beni o servizi tra aziende) che siano transfrontaliere all’interno dell’Ue

Digital Reporting Requirements

  • Viene inoltre avviato un sistema di comunicazione obbligatoria, il Digital Reporting Requirements (DDR) entro il 2030: prevede l’obbligo per gli Stati membri di notificare i dati sulle operazioni transfrontaliere. L’obbligo di trasmissione entrerà in vigore solo per le transazioni B2b interne all’Ue. Resta invece la possibilità di scegliere per quelle nazionali

Eliminazione della clausola sulla fattura elettronica

  • A partire da quest’anno si prevede infine l’eliminazione - per tutti gli stati membri - della clausola che stabilisce che i clienti debbano accettare in via preventiva di ricevere una fattura in formato elettronico e non cartaceo

Dal 14 aprile

  • L’11 marzo 2025 il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la Direttiva e l’ha in seguito pubblicata in Gazzetta ufficiale il 25 dello stesso mese. Entrerà in vigore il 14 aprile 2025. A partire da quella data, per l’Italia cambierà poco, perché già da tempo ha istituito l’obbligo di fatturazione elettronica. Gli Stati membri che ancora non lo prevedono dovranno invece adattarsi. L’emissione delle fatture elettroniche non sarà più soggetta all’accordo del cliente (come detto prima), quindi le imprese dovranno essere pronte ad accettarle nel caso in cui uno Stato membro introduca un regime nazionale

Gentiloni: "Frodi pesano per 61 miliardi"

  • Secondo il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, il sistema ViDA consentirà di arginare frodi all'Iva che pesano per 61 miliardi nei vari Stati.  "È importante l'introduzione della registrazione unica Iva a livello Ue, che rappresenta uno strumento di semplificazione a vantaggio soprattutto di realtà economiche come quella italiana, ricca di piccole e medie imprese con alto potenziale di espansione delle attività all'estero", ha spiegato lo scorso novembre Gentiloni

Serviranno 10 anni

  • L'accordo tra i 27 Stati Ue, che riguarda una direttiva, un regolamento e un regolamento attuativo, è stato raggiunto come detto soprattutto allungando molto i tempi e inserendo diverse deroghe. Ha consentito però di rimuovere il veto posto per mesi dall'Estonia, in particolare sulle piattaforme. L'obbligo di raccogliere e versare l'Iva sulle prenotazioni di alloggi a breve termine e per i servizi di trasporto scatterà ad esempio solo dal 2030, mentre si dovrà attendere il 2035 per passare alla nuova fattura elettronica a livello europeo (e non il 2027 come nella proposta iniziale). Ci vorranno insomma più di dieci anni perché il sistema oggi già esistente in Italia venga archiviato

Riscossione Iva per le piattaforme

  • Per le piattaforme digitali si passerà al sistema di 'fornitore presunto' imponendo la riscossione dell'Iva anche se i locatari privati o i piccoli conduttori non la addebitano: in pratica la piattaforma diventerà responsabile della gestione dell’Iva per le transazioni offerte. Nel pacchetto 'Vida' rientra infine la registrazione unica Iva che consentirà alle aziende del commercio elettronico di evitare più registrazioni nei vari Stati membri semplificando la gestione fiscale delle operazioni transfrontaliere, riducendo anche i costi (il Paese in cui viene spedita la merce sarà il Paese di registrazione)

99 miliardi persi: un quarto per via delle frodi

  • Secondo il Vat Gap Report del 2023, i Paesi Ue hanno perso 99 miliardi di euro di entrate Iva nel 2020. Per la Commissione Ue stime prudenti suggeriscono che un quarto delle entrate mancanti si possa attribuire alle frodi Iva legate al commercio intra-Ue. L'esecutivo comunitario ha stimato poi che le azioni della riforma aiuteranno i Paesi Ue a riscuotere fino a 18 miliardi di euro in più di entrate Iva all'anno, (11 miliardi di euro come risultato di misure antifrode), aiutando nel contempo le imprese, comprese le Pmi, a crescere. La riduzione dei costi amministrativi e di conformità per i commercianti Ue è stata stimata poi dalla Commissione in oltre 4,1 miliardi di euro all'anno nei prossimi 10 anni

Per approfondire: Fisco, l'Italia chiede a Meta, X e LinkedIn pagamento Iva dal 2015 al 2016