Stipendi e inflazione, taglio tasse non è bastato a salvare salari reali degli italiani
Economia
Pesante il saldo tra potere d'acquisto e aumento dei prezzi negli ultimi 15 anni: nemmeno la sforbiciata del cuneo fiscale è riuscita a far recuperare quanto perso a causa del carovita. Il quadro peggiora se si guardano altri Paesi ad alto reddito, dove i cittadini vivono in condizioni migliori di un tempo. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", di Sky TG24, andata in onda il 25 marzo
Né il taglio del cuneo fiscale né la riduzione delle tasse sono bastati a far recuperare quanto perso a causa del carovita. Lo dimostra l’ultimo rapporto dell’Oil – Organizzazione Internazionale del Lavoro – sui salari reali degli italiani. In pratica: anche se lo stipendio è (di poco) cresciuto, a fronte di una tassazione moderatamente più bassa, in passato con gli stessi soldi si compravano più cose. Tra il 2008 e il 2024 il nostro Paese è uno di quelli che ha perso di più in potere d’acquisto (-8,7%) tra le economie occidentali. A poco sono quindi serviti i miliardi di euro messi in campo dallo Stato per scongiurare il problema. Anche di questo si è parlato nella puntata di Numeri, di Sky TG24, andata in onda il 25 marzo.
Prezzi e salari dal 1999 al 2024
Va sottolineato come nell’ultimo anno ci sia effettivamente stato un miglioramento, che però non è riuscito a compensare le disparità precedenti dovute all’aumento dei prezzi. Negli ultimi 25 anni, dal 1999 al 2024, nei Paesi ad alto reddito i salari reali sono aumentati del 15%, anche rispetto ai prezzi, quindi le persone sono più ricche. Nello stesso periodo, in Italia è accaduto il contrario. La bilancia è negativa e segna -5%.

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Cala la produttività del lavoro
Una delle cause è la produttività del lavoro, indicatore importante per capire – in sintesi – quanta ricchezza si crea in un’ora di lavoro: più la produttività aumenta, più cresce il reddito. In Italia nell’ultimo quarto di secolo è però scesa del 3%. Nei Paesi con cui siamo soliti confrontarci è cresciuta invece del 30%.

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Stipendi e prezzi: esempi 2021-2023
L’impatto delle misure prese dallo Stato si capisce bene se le si paragona all’andamento dell’inflazione. Pendendo come esempio quella tra il 2021 e il 2023, anni difficili, è aumentata del 17% (tirandosi dietro i prezzi). Lo stipendio netto degli italiani in media è cresciuto del 10,4%, non riuscendo quindi a stare dietro alla crescita inflazionistica e diminuendo in termini reali. Se non ci fossero stati interventi strutturali come il taglio del cuneo fiscale il quadro sarebbe stato ancora peggiore, potenziando la differenza di un altro +6,9%. Le misure sono quindi servite ad attutire il colpo, ma non sono comunque bastate.

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