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Tasse, l'acconto rischia di mangiarsi il taglio dell'Irpef

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Fisco, anticipo Irpef rischia di annullare taglio tasse
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Fisco, anticipo Irpef rischia di annullare taglio tasse
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L'anticipo sull'imposta dei redditi è calcolato senza tener conto che i livelli di tassazione sono stati tagliati nel 2024. In pratica si rischia di versare più soldi al Fisco, che li restituirebbe nel 2026 

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Al ministero dell'Economia sono al lavoro per capire come poter sciogliere il nodo dell'acconto Irpef, un paradosso che rischia di far pagare a milioni d'italiani più tasse di quanto ci si aspettasse, visto che il governo aveva tagliato l'imposta sui redditi. Si tratterebbe di un anticipo, perché lo Stato nel 2026 restituirebbe quei soldi, ma nel frattempo peserebbe sulle tasche di lavoratori e pensionati.

Scaglioni nuovi e vecchi

Dal 2024 i livelli dell’imposta sui redditi sono stati ridotti da quattro a tre per abbassare il peso del Fisco. Per chi però quest’anno deve pagare l’acconto sull’Irpef è previsto, per legge, che si applichi il vecchio regime, cioè i quattro scaglioni in vigore fino al 2023, che erano più severi.

Vecchie regole anche per le detrazioni dipendenti

In pratica: sull’acconto - che è una sorta di anticipo su quanto si deve allo Stato – non si godrà del taglio delle tasse. Discorso analogo per le detrazioni per i dipendenti: si considerano quelle meno generose in vigore fino a due anni fa

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Il tutto è dovuto al fatto che la sforbiciata dell’Irpef in principio era valida solo per un anno, per cui sull’acconto si erano lasciate le regole esistenti, senza poi cambiarle quando la riforma è diventata permanente. Potrebbe così accadere che – per esempio – un operaio che ha diritto a un rimborso si ritrovi nella prossima dichiarazione dei redditi (mancano pochi mesi) uno sconto più magro o che abbia un debito da saldare.

Quanto si pagherebbe in più

Secondo la Cgil l’esborso aggiuntivo oscillerebbe fra i 75 e i 260 euro. E poiché – assicura il sindacato – gli italiani potenzialmente coinvolti sarebbero milioni, nelle casse pubbliche arriverebbero 4,3 miliardi, cioè la stessa cifra impegnata per tagliare l’Irpef.

Restituzione nel 2026 

Il governo finora non ha smentito l'entità dei soldi in ballo, che - come detto - restituirebbe l'anno prossimo, a meno che non intervenga prima per correggere l’inghippo. Ma bisogna fare presto perché la prima rata dell’acconto scade a giugno

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