Concordato preventivo, novità per le partite Iva forfettarie nel 2025. Ecco cosa sapere
EconomiaIntroduzione
Stop al concordato per i forfettari: il patto con il Fisco si applicherà solo alle partite Iva che applicano gli Isa. Questa novità rientra tra le misure del decreto correttivo, approvato nell’ultimo Consiglio dei ministri. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Il concordato preventivo nel 2024
- Come noto, il concordato preventivo nel 2024 ha coinvolto meno contribuenti di quanti ci si potesse aspettare, solo 600 mila. Poche anche le partite IVA forfettarie che vi hanno aderito: solo 120 mila hanno detto sì nel 2024 alla proposta dell’Agenzia delle Entrate sul reddito da dichiarare e le tasse da pagare, proposta che nel loro caso valeva solo per un anno. Numeri migliori invece per i soggetti ISA, circa 460 mila, che si vedranno confermata la possibilità del concordato preventivo anche per il prossimo anno
Per approfondire: Partite Iva, contributi ridotti e nuovi bonus. Le novità del 2025
Cosa prevedeva il concordato
- Ma cosa prevedeva il concordato lo scorso anno? Si trattava di una proposta che il Fisco faceva al contribuente: in cambio di una determinata percentuale di reddito da versare in tasse, se si accettava, si aveva il vantaggio di avere meno controlli e anche vantaggi fiscali. Uno strumento utile soprattutto ai professionisti certi di guadagnare più di quanto previsto dal Fisco negli anni successivi e le partite Iva che volevano far emergere legalmente i redditi non dichiarati tra il 2018 e il 2022
Per approfondire: Flat tax, reddito dipendenti e pensionati per regime forfettario sale a 35mila euro
I termini di adesione
- Per il 2025 è prevista una novità per quanto riguarda i termini di adesione: il concordato viene prorogato al 30 settembre, concedendo più tempo a partite IVA e intermediari rispetto all’iniziale data del 31 luglio 2025 per valutarne la convenienza
Cosa successe lo scorso anno
- Lo scorso ottobre quattro associazioni nazionali di commercialisti avevano scioperato contro il rifiuto di concedere una proroga del primo termine fissato al 31 ottobre 2024 nonostante le tante modifiche arrivate in corsa. Due settimane dopo, viste le poche adesioni, è arrivata la decisione di concedere un bis, che però non ha avuto l’effetto sperato
Esclusi i forfettari nel 2025
- Per l’edizione 2025-2026 le partite IVA forfettarie saranno invece escluse dal concordato preventivo. Come si legge nella relazione illustrativa, “tenuto conto delle istanze pervenute dalle associazioni di categoria, in considerazione della sperimentalità normativamente prevista per l’applicazione del concordato preventivo biennale ai contribuenti in regime forfetario e considerato il numero di tali soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale nel corso del 2024, la disposizione abroga, con effetto dal 1° gennaio 2025, l’istituto del concordato preventivo biennale per i contribuenti esercenti attività d'impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfetario di cui all'articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190”
Escluso il ravvedimento speciale
- Sul fronte dei benefici legati all’adesione al concordato, sembra inoltre esclusa anche la possibilità di una riproposizione del ravvedimento speciale
Per le persone fisiche
- Il decreto correttivo prevede anche che chi aderisce a un accordo preventivo per la tassazione e ha un guadagno effettivo superiore a quello concordato di oltre 85 mila euro, dovrà pagare un'imposta aggiuntiva. In particolare, sulla parte di guadagno che supera questa cifra, si applicherà una tassa più alta. Per le persone fisiche, si userà la stessa percentuale di tassazione prevista per i redditi più alti
Per le società
- Se a superare il limite di 85 mila euro è una società o un'associazione, l'imposta aggiuntiva si applicherà all'intera cifra in eccesso, indipendentemente da come questa eccedenza viene divisa tra i soci
Chi sono i soggetti ISA
- Gli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità) rappresentano uno strumento attraverso il quale si intende fornire a professionisti e imprese un riscontro accurato e trasparente sul loro livello di affidabilità fiscale. Vengono utilizzati dalle partite IVA che, durante il periodo di imposta, svolgono un’attività prevalente (maggiore ammontare di ricavi o di compensi) codificata ISA e che non presentano una causa di esclusione. Le partite IVA che svolgono più attività devono valutare se, tra due o più attività esercitate, hanno diversi ISA; per determinare l’attività prevalente bisogna sommare i ricavi, o compensi, provenienti dalle attività che rientrano nel medesimo indice
I soggetti esclusi
Sono esclusi dall’applicazione degli ISA le partite IVA che:
- hanno iniziato e/o cessato l’attività nel corso del periodo d’imposta;
- dichiarano ricavi superiori al limite stabilito dal TUIR;
- non si trovano in condizioni di normale svolgimento dell’attività;
- si avvalgono del regime forfettario agevolato, del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità e che determinano il reddito con altre tipologie di criteri forfetari;
- esercitano due o più attività d’impresa (diversi ISA), qualora l’importo dei ricavi dichiarati relativi alle attività non rientranti tra quelle prese in considerazione dall’ISA relativo all’attività prevalente superi il 30% del totale dichiarato;
- rientrano in una categoria reddituale diversa da quella per la quale è stato approvato l’ISA e, quindi, da quella prevista nel quadro dei dati contabili contenuto nel modello ISA approvato per l’attività esercitata;
- rientrano nei settori commerciali (Enti del Terzo settore) in regime forfettario del reddito d’impresa
Per approfondire: Partite Iva, in arrivo per i forfettari la fattura semplificata senza limiti: ecco cos'è