Trump punta sulle crypto, e per l'Europa potrebbe essere un problema

Donald Trump vuole rendere gli Stati Uniti la nuova capitale mondiale delle criptovalute e non si tratta soltanto di una promessa elettorale. Il neopresidente, tornato recentemente alla Casa Bianca, ha già firmato un ordine esecutivo per istituire la cosiddetta "Strategic Bitcoin Reserve". Si tratta di una riserva strategica costituita però, almeno per ora, da criptomonete già in possesso delle autorità statunitensi perché precedentemente confiscate, evitando così l'acquisto di nuovi Bitcoin e, soprattutto, evitando esborsi per i contribuenti. L'obiettivo dichiarato dal tycoon è semplice: riportare gli Stati Uniti al centro del settore digitale globale, dopo gli anni di restrizioni imposte dalla precedente amministrazione Biden, che avevano spinto numerose aziende a lasciare il Paese. Mercati tiepidi, aspettative deluse Nonostante le grandi aspettative suscitate dall’annuncio, la reazione dei mercati finanziari non è stata particolarmente entusiasta. Nei mesi precedenti, infatti, il Bitcoin aveva raggiunto un valore record superiore ai 108 mila dollari sulla scia delle aspettative nutrite dalle promesse elettorali. Tuttavia, con l'annuncio ufficiale della riserva strategica, il valore della più nota valuta digitale è diminuito significativamente, scendendo sotto i 90 mila dollari nei giorni successivi. Gli analisti hanno spiegato questa reazione come la delusione rispetto alle aspettative iniziali: il mercato si aspettava acquisti massicci da parte del governo statunitense, ma la decisione di Trump di limitarsi alla gestione delle criptovalute già in possesso è stata percepita come una strategia troppo prudente. Europa tra preoccupazioni e cautele Nel frattempo, l’Europa osserva il tutto con crescente preoccupazione, anche perché dal 30 dicembre entrerà in vigore il regolamento europeo Markets in Crypto-Assets . Si tratta di un quadro normativo nato come risposta alle crisi finanziarie che hanno coinvolto giganti come FTX e Celsius e impone regole molto rigorose sulla custodia e il trading, oltre a standard particolarmente severi per l'emissione delle stablecoin, le criptomonete ancorate a valute stabili come il dollaro o l’oro, al fine di limitarne la volatilità. MiCA era inizialmente considerato un esempio positivo e avanzato di regolamentazione. Oggi, però, con l'approccio nettamente più permissivo degli Usa, il regolamento rischia di apparire rigido e costoso per le aziende emergenti, che potrebbero preferire stabilirsi oltreoceano fin dall'inizio. Binance, con sede in Uk, ad esempio, leader mondiale del settore e originariamente fondata in Cina, ha già espresso la sua intenzione di puntare maggiormente sul mercato statunitense. La sfida per l'Euro digitale e la geopolitica delle valute digitali Il timore principale dell’Europa non riguarda solo la perdita di investimenti e aziende innovative, ma anche il ruolo strategico della valuta europea. Se il mercato digitale globale venisse dominato da criptomonete basate sul dollaro, come alcune stablecoin già diffuse, l'euro rischierebbe di perdere ulteriore terreno nelle transazioni internazionali, specialmente in quelle digitali. Questo scenario rappresenterebbe un problema economico immediato, ma anche geopolitico nel medio-lungo termine, indebolendo l’influenza complessiva dell’Unione Europea sul piano finanziario internazionale. Regole rigorose ma trasparenti: punto di forza o debolezza? A Bruxelles la sfida principale è dunque quella di mantenere elevata la trasparenza e la stabilità normativa, senza però diventare un ostacolo all'innovazione tecnologica. Molti esperti ritengono che, nonostante la maggiore attrattività a breve termine del modello americano, nel medio-lungo periodo l’affidabilità e la chiarezza regolatoria dell’Europa possano attrarre investimenti più stabili e duraturi. L’Europa potrebbe puntare così su operatori istituzionali e su aziende alla ricerca di stabilità e sicurezza normativa, contrapposte alla volatilità spesso tipica di un ambiente regolamentare eccessivamente permissivo. Una competizione globale appena iniziata La partita, dunque, è appena cominciata e il suo esito dipenderà dalla capacità europea di reagire prontamente e correggere eventuali rigidità normative che potrebbero frenare la crescita e l'innovazione. Sarà cruciale trovare un equilibrio, trasformando MiCA in uno strumento efficace per la tutela dei consumatori e della stabilità finanziaria, senza bloccare la creatività imprenditoriale. L'Europa ha la possibilità di emergere come un mercato di riferimento, attraendo capitali e talenti proprio grazie alla sua serietà e credibilità normativa. Per farlo, però, dovrà essere rapida e pragmatica nel rispondere alla sfida lanciata da Trump, che rischia di stravolgere gli equilibri del mercato digitale globale nei prossimi anni. Come detto la posta in gioco è molto alta e Bruxelles dovrà giocare bene le sue carte per non perdere una partita che potrebbe rivelarsi decisiva.

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