Introduzione
Il prezzo del gas è tornato a salire. In questi giorni la quotazione del metano alla Borsa di Amsterdam Ttf è arrivata a valori che non venivano registrati dal febbraio del 2023: dietro alla crescita del costo della materia prima si cela una crescita della domanda, che non ha solo spinto i prezzi verso l’alto, ma che ha anche messo sotto pressione le scorte di gas in Europa e dunque anche in Italia.
L’aumento della domanda è dovuto principalmente a tre fattori: in questi ultimi giorni il clima nel Vecchio continente è stato freddo, e dunque si è consumato più gas per il riscaldamento. Inoltre, si è registrato anche poco vento, che ha fatto diminuire la produzione elettrica da eolico, e dunque si è compensato con quella derivante dal gas. E infine, da inizio 2025 è arrivata la stretta finale alle forniture di materia prima russa attraverso i gasdotti in Ucraina
Quello che devi sapere
Cresce il consumo di gas
- Dunque, questi fattori stanno contribuendo all’aumento dell’utilizzo di gas: secondo le previsioni mensili dell’Icis - l’Independent Commodity Intelligence Services - a febbraio il consumo di gas in Europa dovrebbe aumentare del 17% rispetto a un anno fa. Inoltre, l'imminente stagione di manutenzione estiva della Norvegia potrebbe limitare ancora le forniture. E i dazi annunciati da Trump potrebbero provocare ritorsioni europee sulle importazioni del gas naturale liquefatto Usa.
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Le scorte di gas in Europa
- In questo scenario di metano scarso e costoso i Paesi europei sono sempre più costretti ad attingere alle loro scorte, cioè al metano immagazzinato d'estate in giacimenti esausti, per far fronte ai consumi invernali. All’8 di febbraio gli stoccaggi di gas europei erano scesi sotto il 50% (49,02%), a 562 terawattora. Per fare un paragone, un anno fa, il 21 febbraio del 2024, le scorte Ue erano al 64,7%, a 737 terawattora.
La situazione in Italia
- Per quanto riguarda invece le scorte di gas in Italia, il nostro Paese in questa fase sembra cavarsela un pochino meglio rispetto alla media europea. Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, infatti, ieri si era intorno al 58% di riempimento. In ogni caso il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, nei giorni scorsi ha anticipato l'apertura delle aste per lo stoccaggio estivo, che di solito partono ad aprile. Visto che, secondo le previsioni, il metano costerà di più questa estate di adesso, si vogliono riempire le scorte ora che il prezzo è più basso.
Dove sono i siti di stoccaggio
- Osservando nel dettaglio la situazione in Italia, i siti di stoccaggio nel Paese sono 13. Nove di questi sono gestiti da Stogit, società del gruppo Snam, che è il maggiore operatore in Europa con circa il 16% della capacità Ue. La capacità di stoccaggio italiana è di circa 18 miliardi di metri cubi, seconda solo a quella della Germania. Cinque degli impianti sono in Lombardia, tutti gestiti da Snam, e rappresentano il 39% della capacità totale nel Paese.
Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo
- In cinque impianti lombardi gestiti da Snam, spiega ancora il Sole24Ore, sono a Brugherio e Settala in provincia di Milano; Bordolano, Sergnano e Ripalta in provincia di Cremona. Le altre strutture di Sogit sono presenti a Cortemaggiore, Sabbioncello e Minerbio in Emilia-Romagna e a Fiume Treste in Abruzzo.
L’impianto di Bordolano
- Quello di Bordolano, in particolare, risale al 2016 ed è l'ultimo degli impianti avviati da Stogit. La capacità di stoccaggio è pari a circa 1,7 miliardi di metri cubi di gas, di cui, a regime, 1,2 miliardi di metri cubi di gas disponibili al mercato per i servizi di stoccaggio, pari a circa il 9% dell’intera capacità di stoccaggio Stogit. L’infrastruttura ha una capacità massima di iniezione ed erogazione giornaliera di 20 milioni di metri cubi di gas.
Gli altri impianti italiani
- Per quanto riguarda invece gli altri siti presente in Italia, a Edison Stoccaggio fanno riferimento i siti di San Potito e Cotignola in provincia di Ravenna (con una capacità di 350 milioni di metri cubi), il sito di Collalto in provincia di Treviso (600 milioni di metri cubi) e quello di Cellino, in provincia di Teramo (120 milioni di metri cubi). L’ultimo sito italiano è gestito da IGS ed è situato a Cornegliano Laudense, in provincia di Lodi. Questo impianto è stato costruito su due appezzamenti di terreno da ciascuno dei quali partono 7 pozzi sotterranei, che collegano il giacimento con l’impianto di superficie.
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