Taglio cuneo fiscale, il governo valuta un intervento per i salari più bassi. Cosa sapere
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Taglio cuneo fiscale, Giorgetti: lo confermeremo, è un must
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Introduzione
L'esecutivo potrebbe presto intervenire sui salari più bassi penalizzati dal nuovo taglio del cuneo, previsto dalla Manovra 2025, che ha portato alla perdita di 1.200 euro del trattamento integrativo. Ecco cosa è successo e cosa potrebbe cambiare
Quello che devi sapere
Cosa si sta valutando
- “Valutiamo un’eventuale estensione del trattamento integrativo ai soggetti con una retribuzione lorda tra 8.500 e 9 mila euro. Sarà oggetto di un’attenta valutazione”, ha dichiarato la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano nelle risposte alle questioni sollevate da Emiliano Fenu (M5S) e Francesco Emilio Borrelli (Avs), che hanno presentato due distinte interrogazioni alla commissione Finanze della Camera
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Una platea ridotta
- Ad aver perso i 1.200 euro del trattamento integrativo sarebbero in pochi, come sottolineato dalla stessa Albano: “Si tratta di una platea che normalmente cambia di composizione ogni anno per motivi legati a dinamiche reddituali e del mercato del lavoro (nuovi ingressi, aumento delle retribuzioni, maggiori o minori straordinari, maggiori o minori ore lavorate). Quindi i soggetti che rientrano in tale fascia di reddito non sono inquadrabili in una specifica categoria di contribuenti”
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Quanti solo coloro che hanno perso il trattamento integrativo
- Secondo alcune analisi dell'Inps, tale platea corrisponderebbe a circa 266mila lavoratori dipendenti (con l’aggiunta di agricoli e lavoratori domestici) con un contratto annuale compreso tra 5 e 10mila euro, di cui 188mila (71%) rappresentati da donne
La denuncia della Cgil
- A denunciare il tutto era stata la Cgil qualche giorno fa. “La maggior parte dei redditi sotto i 35mila euro perde qualcosa, ma tra 8.500 e 9mila euro viene a mancare l’intero trattamento integrativo da 1.200 euro, un’ingiustizia intollerabile. Chiediamo al governo che si ponga immediatamente rimedio. Stiamo parlando di quasi due mesi di salario in meno per lavoratori e, soprattutto lavoratrici poveri, che già vivono in una condizione di precarietà che il governo non solo non vede, ma contribuisce ad aggravare”, aveva denunciato Christian Ferrari, segretario confederale. Un errore di valutazione confermato anche da uno studio Caf Acli, che ironicamente aveva parlato di effetto di “Robin Hood al contrario” le misure introdotte dal governo, che portano benefici in busta paga solamente i lavoratori con redditi superiori ai 35mila euro, in alcuni casi con mille euro netti in più
La causa
- Secondo Albano, tale problema sarebbe dovuto “alla circostanza che nel 2024 avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell’aliquota contributiva, che aveva conseguentemente portato ad aumentare i redditi imponibili Irpef. Cominciando a pagare imposte, questi contribuenti avevano ricevuto anche il trattamento integrativo da 1.200 euro che, in mancanza di decontribuzione, non sarebbe spettato”
L’integrazione
- In questo senso, come ha sottolineato Albano, il governo conta di muoversi con attenzione. “Bisogna tenere conto anche della possibilità che di questa estensione beneficerebbero non solo i contribuenti che rientravano in quella fascia di retribuzione nel 2024, ma anche quelli che si troveranno nella suindicata fascia nei prossimi anni. L’estensione del trattamento integrativo mediante una modifica dei suoi criteri di spettanza, pertanto, sarà esaminata nell’ambito di un processo mirato a un maggior sostegno per i lavoratori a più basso reddito piuttosto che per compensare gli effetti di misure temporanee”
L'errore
- L'errore sarebbe avvenuto nell'applicazione del bonus: nel 2024, il taglio dei contributi era stato calcolato includendo il bonus nell'imponibile fiscale, con conseguente aumento del reddito disponibile. Con il nuovo sistema, invece, il bonus risulta essere esentasse, il che porta a un imponibile fiscale ridotto per il 2025. Una modifica che ha portato molti lavoratori a diventare incapienti, cioè a guadagnare troppo poco per beneficiare delle detrazioni fiscali, e a perdere così l’ex bonus Renzi da 100 euro al mese
Il primo tentativo di correzione del governo
- Al momento, non è bastato un primo tentativo di correzione da parte del governo che ha ridotto le detrazioni di 75 euro, passando da 1.955 a 1.880 per redditi sotto i 15 mila euro, per mitigare l’effetto dell’incapienza. Tale intervento, però, rischia di complicare ulteriormente il calcolo del conguaglio fiscale, dato che il taglio del cuneo non viene più calcolato esclusivamente sul reddito da lavoro dipendente ma sul reddito complessivo
Il ruolo delle dichiarazioni dei redditi
- Un eventuale aumento della soglia dei 75 euro sembra essere una delle vie più praticabili per risolvere il problema, ma serve determinare la platea: un calcolo che potrà essere preciso soltanto dopo le dichiarazioni dei redditi, che permetterà così di determinare il numero di contribuenti interessati e quindi i fondi da destinare
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