Stipendi in Italia, qual è la retribuzione media e i settori in cui si guadagna di più
Economia
Introduzione
I dati dell’Istat certificano che, nel 2022, la retribuzione oraria media, nelle unità economiche con almeno 10 dipendenti, tra le donne è pari a 15,9 euro e tra gli uomini è pari a 16,8 euro, per una media complessiva di 16,4 euro e un differenziale retributivo di genere (gender pay gap) del 5,6%.
Se si guarda alle fasce d’età, emerge che i giovani under 30 guadagnano il 36,4% in meno rispetto agli over 50. Inoltre, i lavoratori con contratto a tempo determinato percepiscono il 24,6% in meno di chi ha un contratto a tempo indeterminato. Ecco tutti i dettagli sugli stipendi in Italia e sulle varie categorie
Quello che devi sapere
Retribuzione media lorda e differenze per fasce d'età
- La retribuzione lorda media annua in Italia è di 37.302 euro. Quella oraria è di 12 euro per i part-time e 17,3 euro per i full-time. Se si guarda poi alle fasce d’età, dai dati Istat emerge che i giovani under 30 guadagnano il 36,4% in meno rispetto agli over 50 (38,5% tra gli uomini, 33,3% tra le donne). Inoltre, i lavoratori con contratto a tempo determinato percepiscono il 24,6% in meno di chi ha un contratto a tempo indeterminato.
Per approfondire:
Nuovo contratto per i manager dell'industria: maggiori tutele e parità di genere
I settori dove si guadagna di più e quelli dove si guadagna di meno
- Il settore privato con gli stipendi più elevati è l’industria (38.760 euro), quello che paga meno i lavoratori (32mila) è l'edilizia. Un dato interessante riguarda poi le società a controllo pubblico che hanno una retribuzione lorda annua superiore pari a 39.600, più di 3mila euro in più rispetto a quelle private. Livelli retributivi medi particolarmente elevati caratterizzano poi il settore delle Attività finanziarie e assicurative (25,9 euro l’ora), mentre i più bassi si registrano in quello dei servizi di alloggio e di ristorazione (10,9 euro).
Le fasce di retribuzione
- Tra i lavoratori dipendenti, il 10,7% che guadagna meno (i cosidetti low-wage earners, definizione che in Europa indica chi ha una paga oraria uguale o inferiore ai due terzi del valore mediano nazionale) viene retribuito al massimo con 8,8 euro l’ora, mentre il 10% che guadagna di più supera i 26,6 euro.
- L’incidenza dei dipendenti a bassa retribuzione è più alta tra le donne (12,2% contro 9,6% degli uomini), i giovani (fino a 29 anni, 23,6%) e i dipendenti con titolo di studio inferiore al diploma (18%).
Il peso dell'istruzione
- E per quanto riguarda il livello di istruzione? Secondo l’Istat, i dipendenti meno istruiti (con un titolo di studio al più secondario inferiore) hanno una retribuzione oraria pari in media a 12,4 euro, inferiore del 17,3% a quella dei dipendenti con istruzione secondaria superiore (tra i quali è pari a 15 euro) e del 43,6% a quella dei dipendenti con istruzione terziaria (22 euro)
Dove il gender pay gap è più marcato e dove lo è meno
- Sempre secondo i dati Istat, il gender pay gap è più marcato tra i laureati (16,6%, un valore circa triplo di quello medio) e i dirigenti (30,8%), ed è del 15,9% nel comparto a controllo privato e di 5,2% in quello a controllo pubblico. Importanti differenze ci sono anche nel gruppo delle Forze Armate (27,7%) e in quello degli artigiani e operai specializzati (17,6%).
- I settori con un gap di stipendio più basso sono quelli delle professioni intellettuali e scientifiche (8,4%) e delle professioni non qualificate (9,3%), caratterizzate però anche da retribuzioni orarie particolarmente basse (10 euro per le donne e 11 euro per gli uomini).
Divario di oltre 6.000 euro tra donne e uomini
- "I dati dell'Istat evidenziano una persistente e preoccupante disparità salariale tra uomini e donne nel nostro Paese. Nel 2022, le lavoratrici dipendenti hanno percepito una retribuzione lorda annua media di 33.807 euro, a fronte dei 39.982 euro dei colleghi uomini, registrando un divario di oltre 6.000 euro. Anche la retribuzione oraria media mostra un differenziale significativo: 15,9 euro per le donne contro 16,8 euro per gli uomini, con un gender pay gap del 5,6%, ma il divario è molto più significativo fra la popolazione laureata (16,6 %) e fra i dirigenti, in cui la media della differenza è del 30,8%. Un dato che non può prescindere da quelli sul percorso universitario delle donne, che è di segno opposto: le donne sono la maggioranza sul totale dei laureati, 140 per ogni 100 uomini". Così, in una nota, Roberta Mori, portavoce della Conferenza conferenza delle Donne democratiche. "Lo svantaggio economico - prosegue - ostacola l'autonomia delle donne nel mercato del lavoro e rappresenta una palese violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione”.
Per approfondire:
Su Insider: Quante donne lavorano nella scienza e nella tecnologia in Europa?