Davos 2025, Dombrovskis a Sky TG24: "Ue negozi unita con Trump"

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All'ultima giornata del summit svizzero si parla ancora dell'intervento del presidente Usa, che ha accusato l’Europa di trattare “molto male, molto ingiustamente" gli Stati Uniti, come mostrerebbero le "centinaia di miliardi di dollari" di deficit commerciale. Da qui, la minaccia: “Producete negli Usa o pagherete i dazi". La presidente della Bce Lagarde: "Trump si sieda a un tavolo per discutere, segua le regole"

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Quinto e ultimo giorno del World Economic Forum di Davos, dove si parla ancora dell’intervento di ieri del presidente Usa Donald Trump. Collegato in videoconferenza, si era lanciato in un nuovo attacco contro l’Europa, colpevole di trattare “molto male, molto ingiustamente" gli Stati Uniti, come mostrerebbero le "centinaia di miliardi di dollari" di deficit commerciale. Da qui, la minaccia al Vecchio Continente: “Producete negli Usa o pagherete i dazi". Sul tema è tornata ancora una volta la presidente della Bce, Christine Lagarde. Di fronte alle minacce di dazi, Trump – ha spiegato - "sta guardando al deficit dell'interscambio fra Stati Uniti ed Europa soprattutto sui prodotti, ma non è tutto bianco e nero, c'è anche l'interscambio dei servizi e dei flussi di capitale”, in un probabile riferimento alla forte importazione di servizi dagli Usa, specie digitali, in Europa. In ogni caso, dice Lagarde, “le questioni si affrontano sedendosi a un tavolo nell'ambito delle istituzioni preposte e seguendo le regole". 

Lagarde: "Europa al bivio tra rischi e opportunità"

Nel suo intervento per la presentazione del Global Economic Outlook, Lagarde ha poi evidenziato come l’Europa debba rispondere “alle sfide globali, che presentano rischi e opportunità”. Ancora una volta lo sguardo è rivolto a Washington: la numero uno della Bce ha citato “la rimozione dei sussidi Usa attraverso l'Inflation Reduction Act”. Poi ha però voluto “sottolineare i punti di forza dell'Europa, che ha un rapporto debito/Pil in media dell'80%, un deficit al 3% e un'inflazione al 2,4%”. C’è quindi “una forte fiducia che l'inflazione scenderà invece di salire”. Più in generale: “L'Europa ha un'enorme quantità di talento e risparmi, ma serve una grande sveglia per agire. Se i leader europei collaborano e rispondono alle minacce esterne, c'è un enorme potenziale per reagire con successo. Sono ottimista: abbiamo bisogno di unione, di mantenere il capitale in Europa e, possibilmente, di attrarre talenti qualificati dall'estero che magari ora sono delusi", ha detto Lagarde. 

Lagarde: "Europa può diventare un grande player globale"

Se è vero che “i leader aziendali non sono troppo ottimisti al momento”, sottolinea Lagarde, è anche vero ad esempio che "il costo dell'energia sta scendendo e ora il 70% dell'energia non è di origine fossile”. Tuttavia, ha evidenziato, “c'è ancora troppa burocrazia”. I cambiamenti che sta attraversando il mondo, ha aggiunto, rappresentano sì una sfida,” ma anche un'opportunità per l'Europa di ripensarsi: l'Europa può diventare un grande player globale grazie al suo talento e alla sua ambizione".

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Dombrovskis a Sky TG24: "L'Ue negozi unita con Trump"

Anche il commissario Ue per l'Economia, Valdis Dombrovskis, ha commentato l'intervento al Forum di Trump. A Sky TG24 ha voluto mettere in luce come l’Europa sia "certamente più forte se parla con una sola voce e quando agisce assieme" e che è questo quindi l'approccio che si seguirà. "E vale la pena far notare - ha aggiunto - che il commercio internazionale è una competenza esclusiva dell'Unione Europea, che è un'unione doganale con un'unica politica sui dazi e sul commercio". Poi ha anche detto: "Speriamo di non dover reagire a nuovi dazi americani, come era già avvenuto nel primo mandato del presidente Trump. Abbiamo ancora tempo e fiducia di poter trovare una soluzione con l’amministrazione americana". 

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A fianco di Lagarde alla presentazione del Global Economic Outlook anche la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. "Perché negli Stati Uniti la crescita è così forte mentre in Europa è inferiore? La differenza principale risiede nella produttività. Gli Stati Uniti stanno avanzando con una produttività elevata perché i mercati dei capitali allocano denaro verso aziende dinamiche e perché gli Stati Uniti dispongono di energia abbondante e relativamente economica. Negli altri Paesi, invece, la produttività è stagnante o ha registrato una crescita bassissima dopo la pandemia", ha detto.

Georgieva: "Chi vuole competere con Usa deve creare opportunità"

Per Georgieva, in un mondo che "sta cambiando molto rapidamente", il denaro "si dirige verso dove può fare la differenza". E al momento "questo significa Stati Uniti". Chi vuole competere deve dunque "creare opportunità per gli imprenditori". L'Europa, in particolare, "ha bisogno di mercati dei capitali profondi e di un vero mercato unico".

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Tra le altri voci istituzionali che hanno parlato di Trump c'è anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, intervistata da La Stampa. “Non dobbiamo averne paura. Penso che ultimamente abbiamo perso un po' troppo la fiducia in noi stessi. Non voglio sentire parole di pessimismo. Noi e gli Usa siamo alleati storici: i nostri valori sulla democrazia e sullo stato di diritto sono gli stessi, e sulla Russia così come sull'Iran abbiamo posizioni comuni. Non voglio ripartire da Davos con un senso di disfattismo. Questo, per noi, è il momento di agire", ha detto.

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