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Oro, ecco i Paesi che possiedono le maggiori riserve auree al mondo: la classifica

Economia
©IPA/Fotogramma
Guerra dei dazi, le diverse reazioni dei Paesi
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Guerra dei dazi, le diverse reazioni dei Paesi
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Introduzione

Dopo l’annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione Trump e le forti fluttuazioni che hanno caratterizzato i titoli azionari di mezzo mondo, il metallo prezioso è tornato a offrire una stabilità monetaria da tensioni geopolitiche e inflazione elevata. Proprio gli Stati Uniti detengono ad oggi la fetta più elevata di riserve auree al mondo: 8.133,46 tonnellate, quasi il doppio della Germania, seconda con 3.351,53 

Quello che devi sapere

A cosa serve l’oro

  • Considerato come un tradizionale "bene rifugio" nei periodi di crisi, l’oro attira chi vuole mettere al riparo i propri investimenti finanziari dalle turbolenze dei mercati. In secondo luogo, garantisce una stabilità agli Stati che in caso di peggioramento della situazione internazionale possono decidere di attingere dalle proprie riserve per ottenere liquidità e varare interventi d’emergenza. Nel 2024 il prezzo del metallo per eccellenza è cresciuto del 24% toccando il massimo storico di 2.748,23 dollari l'oncia l'ultima settimana di ottobre per poi ripiegare, a fine anno, a 2.620,56 dollari

Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: "Dazi sulle auto, perché l'Ue dovrebbe rispondere a Trump"

A cosa serve l’oro

L’Italia sul podio

  • Nella classifica globale sulla quantità d'oro conservato, l’Italia guadagna il gradino più basso del podio con un patrimonio da 2.451,84 tonnellate di metallo prezioso. Mutando il dato in valore economico, le riserve auree nazionali valgono 230 miliardi di euro, il 10% del prodotto interno lordo

Dove è custodito

  • Oltre mille tonnellate di lingotti d’oro italiano sono custodite nei caveau della Banca d’Italia, a Roma, mentre il resto è sparso in altre sedi di proprietà di istituti centrali esteri considerati "affidabili"

Cina prima per produzione

  • Per quantità d’oro posseduta, l’Italia supera la Francia che con 2.437 tonnellate d’oro si piazza al quarto posto in classifica. Segue a poca distanza la Cina, con 2.279,56 tonnellate, che detiene tuttavia il primato mondiale nella produzione aurifera

Le prime dieci posizioni

  • Al sesto posto in classifica spicca la Svizzera, ultimo Paese a custodire oltre le mille tonnellate di riserve auree: 1.039,94. Seguono l’India, settima con 876,18 tonnellate, il Giappone, ottavo, e i Paesi Bassi, noni, rispettivamente con 845,97 e 612,45 tonnellate. Sempre l’Europa chiude la “top ten” dell’oro con la Polonia che detiene attualmente 448,23 tonnellate nei caveau

Quali Paesi aumentano le riserve

  • Negli ultimi anni, Cina e Russia sono tra i Paesi che più hanno incrementato le proprie riserve auree. Pechino ha adottato la strategia per riflettere il peso crescente sullo scacchiere internazionale e per difendersi da periodi di instabilità e dalla volatilità delle esportazioni. Dal 2007 al 2020 Mosca ha quintuplicato le proprie riserve e continua ad acquistare oro per lenire, almeno in parte, gli effetti delle sanzioni sul rublo. Entrambe le potenze poi considerano il metallo prezioso uno strumento utile a livello valutario per abbattere la dipendenza dal dollaro e accrescere la propria influenza sui mercati

Il "caso" Germania

  • Come detto, la Germania risulta tra i Paesi con la maggiore concentrazione di riserve auree al mondo, pari a oltre 300 miliardi di euro. Più della meta dei lingotti sono conservati nella sede della Deutsche Bundesbank - la Banca centrale tedesca - a Francoforte. Mentre la restante parte del “forziere” è depositato tra Londra e New York, rispettivamente nelle sedi della Banca d’Inghilterra e della Federal Reserve. La scelta di diversificare le sedi all’estero rispondeva all’esigenza di sicurezza e rapidità d’accesso nei momenti di crisi

La scelta di rimpatriare

  • Dal 2013 al 2017 la Bundesbank ha intrapreso un’operazione di rimpatrio a Francoforte di tutti i lingotti conservati nei caveau della Banca centrale di Francia e in parte di quelli custoditi a New York per sedare una campagna populista che evocava lo spettro dell’"oro sparito". Berlino possiede attualmente almeno 113 miliardi di euro in lingotti presso le camere di sicurezze statunitensi, pari al 37% del totale che assicura in caso necessità una rapida conversione in dollari, la principale valuta

La proposta della Cdu

  • Con la rielezione di Donald Trump e la politica sui dazi, alcuni membri della Cdu/Csu, il partito di centro-destra uscito vincitore dalle ultime elezioni federali, hanno proposto di “smantellare” le riserve tedesche in Usa e di riportarle a Francoforte. Marco Wanderwitz, deputato Cdu, e Markus Ferber, ex europarlamentare Csu, chiedono che funzionari della Bundesbank si rechino periodicamente a New York a "contare di persona i lingotti"

La posizione della Bundesbank

  • A invocare una rapida azione di rimpatrio dell’oro tedesco è anche Michael Jäger della Federazione europea dei contribuenti secondo il quale “in questa fase di cambiamenti radicali dei rapporti di potere nel mondo, governo e Bundesbank devono agire rapidamente”. Jager chiede una verifica fisica dei lingotti dopo che Trump ed Elon Musk hanno messo in dubbio che tutto l’oro conservato dagli Usa sia effettivamente ancora a Fort Knox, nel Kentucky. Da parte sua la Banca centrale tedesca continua a rinnovare l'intesa con l'omologa americana. “Ho piena fiducia nei miei colleghi della Fed”, sono le parole del presidente di Bundesbank, Joachim Nagel

Per approfondire: Valore dell'oro da record, +27% nel 2024: è l'anno migliore dal 2010