Dazi Usa contro Canada, Messico, Ue e Cina. Quali conseguenze per l'economia?

Economia
Ansa/Ipa

Introduzione

Gli annunci fatti in campagna elettorale da Donald Trump si stanno ora concretizzando. In materia economica, uno dei cavalli di battaglia del nuovo presidente americano sono sicuramente i dazi per i Paesi stranieri. Il tycoon ha già messo in guardia anche gli Stati dell’Ue: "Saranno soggetti a dazi" se non correggeranno gli squilibri commerciali. "Ci hanno trattato male. Se non fai così, non si ottiene giustizia", ha detto Trump che ha giurato come 47esimo presidente il 20 gennaio.

 

Avvertendo l'Ue su possibili dazi, il presidente ha poi ribadito che intende imporre tariffe al Canada e al Messico dall'1 febbraio, quando potrebbero scattare anche dazi del 10% contro la Cina per il Fentanyl. Ma che effetto avranno queste decisioni? E quali saranno i settori più colpiti?

Quello che devi sapere

Lagarde: “Ue deve prepararsi”

  • Alle minacce di Trump sui dazi all’Ue sono subito seguite le repliche da Bruxelles. "Non mi sorprende" e "qui in Europa dobbiamo prepararci e sapere come rispondere”, ha detto la presidente della Bce alla Cnbc, a margine del forum economico mondiale di Davos. Alla domanda se l'Ue abbia la forza per assorbire l'impatto di nuove barriere commerciali, Lagarde ha risposto che i Paesi Ue hanno un ampio potenziale da sfruttare sviluppando ulteriormente il mercato interno. Lagarde ha notato che l'obiettivo di Trump non è del tutto chiaro e che l'idea di sostituire l'import dall'Europa con produzione interna americana "è discutibile". In ogni caso "il dialogo deve continuare".

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Dombrovskis: “Pronti a rispondere”

  • Se l'amministrazione Trump metterà in pratica la minaccia di nuovi dazi contro i prodotti europei, "la Ue è pronta a difendere i suoi interessi. Siamo pronti a rispondere in modo proporzionato se sarà necessario, come abbiamo fatto durante la prima amministrazione Trump”, ha fatto sapere inoltre il Commissario Ue per l'Economia, Valdis Dombrovskis. "Gli Usa sono un importante partner strategico, ma è chiaro che siamo pronti a difendere i nostri valori e i nostri interessi se necessario".

Le reazioni di Canada e Messico

  • Ma come detto, Trump prevede dazi anche per Canada e Messico, al 25%, dal primo febbraio. Il premier (dimissionario) canadese Justin Trudeau ha promesso una reazione "robusta, rapida e misurata", rispondendo "dollaro su dollaro", mentre la presidente del Messico Claudia Sheinbaum - cui Trump vuole imporre anche il nuovo nome di Golfo d'America - ha auspicato relazioni basate su "rispetto, dialogo e cooperazione".

 

Le implicazioni per Canada e Messico

  • In gioco c’è molto. I nuovi assetti minacciano di scatenare una guerra commerciale tra i firmatari dell'accordo Usa-Messico-Canada (Usmca), il patto successivo al Nafta negoziato su insistenza di Trump durante il suo primo mandato quattro anni fa. Gli accordi in corso hanno regolato il flusso di 1,8 trilioni di dollari in beni e servizi, in base ai dati del 2022. E l'Usmca prevede una fase di revisione nel 2026. 
  • Il Canada trema intanto per le sue esportazioni di prodotti petroliferi, auto e componenti, turbine e altre parti di motori. Il Messico vede invece in pericolo le vendite di perle, auto prodotte dalle aziende cinesi delocalizzate, acciaio, materiale rotabile e anche pietre preziose.

I risvolti sull'industria automobilistica

  • I dazi pensati da Trump sarebbero un "disastro" per l'industria automobilistica statunitense e per le case produttrici di Detroit che importano un numero significativo di veicoli da Canada e Messico, hanno scritto gli analisti di Bernstein in una nota dello scorso novembre. Stellantis importa il 40% dei veicoli che vende negli Stati Uniti, mentre General Motors circa il 30% e Ford il 25%. Le imposte aggiuntive colpirebbero 97 miliardi di dollari di ricambi auto e 4 milioni di veicoli finiti che arrivano negli Stati Uniti da quei Paesi e potrebbero aumentare i prezzi medi delle auto nuove di circa 3.000 dollari, secondo Wolfe Research.

Le implicazioni a livello globale

  • Secondo le stime del Boston Consulting Group, a meno che non vengano trovate fonti o fornitori alternativi, i dazi da parte degli Stati Uniti del 60% sui beni cinesi, del 25% su quelli provenienti da Canada e Messico e del 20% su altre importazioni potrebbero aggiungere ben 640 miliardi di dollari di costi alle importazioni di beni dai 10 principali partner commerciali statunitensi, con un impatto di 102 miliardi di dollari solo per l'Ue.
  • L’impatto maggiore si osserverà su auto e ricambi, che influenzerebbero principalmente il commercio con Messico, Unione Europea e Giappone. Altri settori chiave come elettronica di consumo, macchinari elettrici e moda rientrano tra i più colpiti, con un aumento stimato di 61 miliardi di dollari solo per i prodotti elettronici cinesi. 
  • Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno riducendo la dipendenza dalla Cina, che a sua volta consolida il ruolo di partner chiave del Sud globale, con una crescita di 1.250 miliardi di dollari negli scambi bilaterali.

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