Canada, Trudeau annuncia dimissioni da capo liberali. Resta premier ad interim
MondoLa scelta è arrivata in conseguenza di una lunga crisi politica iniziata a settembre, quando ha dovuto affrontare un voto di sfiducia in Parlamento che in seguito è fallito. Trump: "Molte persone in Canada amerebbero essere il 51esimo Stato Usa"
Come anticipato dai media, il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato le sue dimissioni da leader del partito liberale, che guidava dal 2013. Resterà in carica come premier finché non sarà scelto un suo successore. Guida il governo dal 2015. "Se devo combattere battaglie interne al partito non posso essere la migliore opzione per le prossime elezioni", ha detto in conferenza stampa in riferimento alle voci critiche nei suoi confronti all'interno dei liberali. Poi ha aggiunto: "Sono un combattente. Ogni osso del mio corpo mi ha sempre detto di combattere perché tengo molto ai canadesi. Tengo molto a questo Paese e sarò sempre motivato da ciò che è nel suo migliore interesse". L'individuazione del nuovo leader, ha precisato, dovrà avvenire "attraverso un competitivo, robusto processo nazionale". I lavori del Parlamento canadese sono sospesi sino al 24 marzo.
Cosa è successo
L'annuncio delle dimissioni era atteso a causa di una lunga crisi politica iniziata a settembre, quando Trudeau ha dovuto affrontare un voto di sfiducia in Parlamento che in seguito è fallito, nonostante gli sforzi del Partito conservatore di rimuoverlo dall’incarico. Lo scorso 16 dicembre, inoltre, la ministra delle Finanze Chrystia Freeland ha annunciato le dimissioni dal suo incarico in seguito a delle divergenze con Trudeau in merito alla minaccia del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, d’imporre dazi del 25 per cento sulle importazioni dal Canada. Successivamente, sempre a dicembre, uno degli alleati chiave di Trudeau, il leader del Nuovo Partito democratico Jagmeet Singh, aveva già annunciato l’intenzione di presentare una mozione formale di sfiducia nei confronti di Trudeau che avrebbe dovuto essere discussa il prossimo 27 gennaio.
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Le critiche a Trudeau
La notizia del passo indietro di Trudeau arriva mentre la sua popolarità continua a calare in Canada, dove sono previste elezioni nazionali per il 20 ottobre di quest’anno. Il Paese continua a soffrire di una crisi immobiliare, un Pil pro capite in calo e un’inflazione elevata, tra gli altri problemi. Secondo il sondaggista canadese Angus Reid, al 24 dicembre Trudeau aveva un tasso di disapprovazione di circa il 68 per cento, con un esiguo 28 per cento di canadesi che lo sostenevano. Anche le scelte personali di Trudeau hanno contribuito a scatenare reazioni negative da parte dei suoi oppositori. Alla fine di novembre il primo ministro ha dovuto affrontare critiche internazionali dopo essere stato visto ballare a un concerto di Taylor Swift a Toronto mentre violente proteste erano in corso nella sua città natale, Montreal.
I possibili successori
Intanto si è già aperto il toto-nomi sul successore. Tra i favoriti ci sono due donne: l'attuale ministra degli Esteri, Melanie July, e la già citata ex vice premier e ministra delle Finanze Chrystia Freeland. Potrebbe spuntarla anche l'ex banchiere centrale Mark Carney: lo stesso Trudeau ha ammesso di aver cercato a lungo di reclutarlo nel suo team, più di recente come ministro delle finanze. Il 59enne, che negli ultimi mesi ha prestato servizio come consigliere speciale del premier, laureato ad Harvard, non ha mai ricoperto una carica pubblica, ma ha una solida esperienza economica.
Trump: "Canada diventi Stato Usa"
"Molte persone in Canada amerebbero essere essere il 51esimo Stato", ha scritto Donald Trump in un post su Truth dopo le dimissioni di Trudeau. "Gli Usa non possono più subire il massiccio deficit commerciale e i sussidi di cui il Canada ha bisogno per restare a galla. Trudeau lo sapeva e si è dimesso", ha sottolineato il presidente eletto ribadendo che "se il Canada si fondesse con gli Stati Uniti, non ci sarebbero tariffe, le tasse diminuirebbero notevolmente e sarebbero totalmente sicuri dalla minaccia delle navi russe e cinesi che li circondano costantemente. Insieme, che grande Nazione saremmo".