Gas, scorte in Europa sotto al 70%. Quali strategie in caso di rialzo della domanda?
EconomiaIntroduzione
Le scorte di gas dell'Ue sono scese sotto la soglia del 70%, riportando il secondo valore più basso dal 2021 ad oggi. Secondo i dati di Gas Infrastructure Europe,
l'associazione dei gestori delle reti nazionali, lo scorso 5 gennaio le scorte di continentali sono scese al 69,94% a 802,71 TWh.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è però intervenuto più volte per tranquillizzare in merito alla fornitura e allo stoccaggio di gas. A Radio Radicale ha specificato che, a livello nazionale, la copertura è completa: "Abbiamo in questo momento uno stoccaggio che sfiora l'80%. Pertanto, riusciamo a fare fronte a quello che è anche il passaggio invernale dei prossimi due mesi sotto l'aspetto quantitativo". Il ministro ha poi avvertito che "bisogna avere massima attenzione sui prezzi", perché gli ultimi risvolti determinano comunque "una riduzione di quantitativi verso l'Europa", e "alcuni rischi di speculazione"
Quello che devi sapere
Price cap e gas naturale liquefatto
- Per far fronte a questo quadro il ministro punta su due livelli: da una parte l’adozione in Europa di misure concrete come il price cap – limite massimo o un tetto ai prezzi – e il disaccoppiamento dei prezzi tra energia da fonti fossili e rinnovabili. Dall’altra, massimizzare la giacenza degli stoccaggi e le riserve di gas naturale liquefatto, il gnl
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Contro le speculazioni
- "Credo che l'Unione europea dovrebbe rinnovare, e lo abbiamo chiesto, l'eventuale price cap, non a 180 euro come il precedente, ma a 50-60 euro. Questo significa porre un freno a operazioni puramente finanziarie che non c'entrano nulla con la materia prima ma pesano sulle famiglie e sulle imprese", ha proseguito Picchetto Fratin nel corso della sua intervista a Radio radicale. Evitare le bolle speculative, ha spiegato Pichetto, "significa avere contratti di lungo termine. In questi ultimi due anni ci siamo parati un po' da una situazione disastrosa, perché avevamo contratti alla giornata con tanti spot. Il fatto di avere i contratti con l'Algeria, di avere la stessa Eni, che è uno dei grandi produttori, e l'intenzione di prelevare per i grandi energivori una quota del nostro gas nazionale, sono tamponi per evitare queste situazioni. Sono interventi che devono avere la temporalità, ma che devono essere anche un deterrente verso gli speculatori"
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Il gnl, il gas naturale liquefatto
- "Sebbene attualmente le scorte siano ancora a un livello adeguato si stanno valutando ulteriori misure per massimizzare la giacenza in stoccaggio al fine di affrontare con tranquillità la stagione invernale in corso", ha spiegato Pichetto. "In questi mesi, come Mase e come Governo - ha aggiunto - abbiamo lavorato per mettere in sicurezza il Paese garantendo il completo riempimento degli stoccaggi di gas al primo novembre". È infatti prevista la possibilità di ricorrere alle riserve di Gnl, stoccate nell’impianto Snam di Panigaglia, in caso di improvvisa crescita della domanda. È una misura contenuta nel piano di emergenza gas, che risale all’ottobre 2023 e che illustra diverse azioni cui ricorrere in fase, appunto, emergenziale
La nave BW Singapore
- Un altro tassello utile alla diversificazione si è aggiunto con l'acquisto della nave rigassificatrice BW Singapore, che dovrebbe entrare in funzione in aprile. L’unità galleggiante, proveniente dai cantieri di Dubai, ha raggiunto il cantiere navale Fincantieri di Palermo dove si fermerà per poco più di un mese per operazioni di rifinitura tecnica, nello specifico per lavori meccanici, strumentali ed elettrici e lavori di messa a punto di alcune apparecchiature. La nave viene così preparata alle successive operazioni di messa in gas e raffreddamento, previste presso il terminal di Cartagena in Spagna. Nel mese di febbraio è attesa a Ravenna per il collegamento alla piattaforma d’ormeggio, ricezione di ulteriori quantità di gnl e le ultime attività di verifica propedeutiche all’entrata in esercizio prevista i primi giorni di aprile 2025
Da dove arriva il gas in Italia?
- L'interruzione della fornitura russa all'Ucraina, viene ribadito, non preoccupa più di tanto l'Italia, che riceveva ormai poco più di 5 milioni di metri cubi di metano da Mosca su un totale di circa 60 importati. È soprattutto dall'Africa, al centro del piano Mattei che il governo Meloni ha voluto per una maggiore collaborazione con il continente, che arriva la quota più cospicua di gas, la gran parte dall'Algeria (oltre 20 milioni) fino a Mazara del Vallo (Trapani), terminale italiano del gasdotto Transmed. Poi c'è l'Azerbaijan (poco più di 10 milioni) da dove il gas arriva via tubo a Melendugno (Lecce), terminale italiano del Tap. La Libia è collegata a Gela (Caltanissetta) via Greenstream
Gli aumenti annunciati da Arera
- Intanto i primi aumenti in bolletta sono stati annunciati dall'Arera. Nel primo trimestre 2025, il conto della luce (il cui prezzo è legato a quello del gas) degli utenti più fragili vedrà un rialzo del 18,2% per la fascia dei cosiddetti 'clienti tipo' serviti in 'maggior tutela' (circa 3,4 milioni di utenti, fra cui ultra 75enni, percettori di bonus sociale, soggetti disabili)
A cosa sono dovuti i rincari
- I rincari del gas sono provocati sia dalla speculazione sulle tensioni geopolitiche sia dalla situazione meteorologica, spiega il presidente di Nomisma energia, Davide Tabarelli, indicando da un lato il mancato rinnovo del contratto di fornitura tra Russia e Ucraina, e dall'altro l'arrivo di un periodo freddo che richiederà maggiori consumi e dunque crescita della domanda. La notizia dell'interruzione delle forniture di metano russo all'Europa centrale attraverso l'Ucraina negli ultimi giorni ha contribuito all'aumento del prezzo del metano che a fine anno sul mercato europeo ha toccato, per la prima volta dall'ottobre 2023, i 50 euro al megawattora
Le rotte alternative all’Ucraina in Europa
- Si è espressa anche la Commissione europea in merito allo stop del contratto fra Kiev e Mosca, indicando le rotte alternative di approvvigionamento: "L'Ue è ben preparata ad affrontare la fine del transito del gas attraverso l'Ucraina, grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri". I quattro principali percorsi di diversificazione hanno "volumi provenienti principalmente dai terminali Gnl in Germania, Grecia, Italia e Polonia ma forse anche dalla Turchia"
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