Pensioni gennaio 2025, ecco quando arrivano e cosa cambia fra aumenti e trattenute

Economia
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Introduzione

Sono previste diverse sorprese per chi riceverà il primo cedolino dell’anno nel 2025: l’assegno pensionistico potrebbe infatti essere più pesante o più leggero, a seconda di alcuni fattori. Ecco cosa sapere

Quello che devi sapere

Quando avverrà il primo pagamento?

  • Il primo accredito della pensione avverrà il 3 gennaio 2025, il secondo giorno bancabile del mese: essendo il primo gennaio giorno festivo, il primo giorno bancabile è automaticamente il 2 gennaio. Per questo l’accredito avverrà il giorno successivo

 

Per approfondire: Pensioni, gli aumenti del 2025 per la rivalutazione legata all'inflazione. Le simulazioni

Effetto rivalutazione

  • Il primo assegno dell’anno potrebbe prevedere importi leggermente superiori oppure inferiori a causa del conguaglio effettuato dall’Inps. Perché? È l’effetto della rivalutazione, procedura che prevede l’adeguamento del cedolino al costo della vita sulla base del tasso di inflazione determinato per l’anno che sta per concludersi. Per il 2025 le pensioni avranno un leggero aumento per adeguarsi all’inflazione che sarà pari allo 0,8%. Per il 2024 è stato invece confermato al 5,4% l’indice di adeguamento all’inflazione: per questa ragione non saranno necessari conguagli

 

Per approfondire: Pensioni più povere nel 2025, aggiornati al ribasso i coefficienti di trasformazione

Come funzionano gli aumenti

  • La novità è il ritorno al meccanismo a scaglioni al posto di quello per fasce di quest'anno. Nel 2025 l’aumento dello 0,8% sarà riconosciuto agli assegni di importo fino a quattro volte il trattamento minimo di quest’anno, pari a 2.394,44 euro; la parte invece oltre quattro volte il minimo e fino a cinque volte sarà maggiorata dello 0,72% e la parte ulteriore sarà incrementata dello 0,60%

Le pensioni minime

  • Previsto anche l’adeguamento delle pensioni minime, che passeranno da 598,61 euro lordi mensili a 603,40 euro: con l’aggiunta della rivalutazione straordinaria voluta dal governo Meloni, che nel 2025 viene portata dal 2,7% al 2,2%, per le pensioni minime l’importo massimo sale a 617,89 euro

La rivalutazione per le pensioni assistenziali

  • La rivalutazione riguarderà poi anche i trattamenti di tipo assistenziale: ad esempio, per la pensione di invalidità civile il nuovo valore sarà pari a 336 euro, mentre per l’Assegno sociale il nuovo importo è pari a 538,68 euro

Le addizionali regionali e comunali

  • Occhio di nuovo alle addizionali: sul cedolino di gennaio, infatti, tornano a essere applicate le addizionali regionali e comunali a saldo per il 2024, dopo il consueto stop di dicembre. Il cedolino di gennaio è anche l’occasione con la quale l’Inps effettua il ricalcolo a consuntivo delle ritenute effettuate nel corso del 2023, tanto per l’Irpef quanto per le addizionali regionali e comunali a saldo

Cosa può succedere

  • Nel caso in cui le trattenute non siano state sufficienti a compensare quanto dovuto, allora l’Inps - in qualità di sostituto d’imposta - andrà a recuperare la differenza sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025, anche con azzeramento dell’importo della pensione in pagamento laddove le imposte siano risultate pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento. In ogni caso va ricordato che viene anche effettuata la rateizzazione, specie per coloro che ricevono una pensione annua fino a 18 mila euro e hanno un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro: in questo caso le rate vengono estese fino a novembre

Le nuove regole di calcolo delle pensioni

  • Il primo cambiamento che interesserà le pensioni riguarda il calcolo degli assegni. Dal 1° gennaio 2025, infatti, verranno applicate nuove regole per determinare l’importo delle pensioni per coloro che rientrano nel sistema contributivo, cioè per chi ha iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996. A partire dal 2025, il coefficiente di trasformazione per il calcolo dell'assegno sarà più basso rispetto a quello utilizzato nell’ultimo biennio. Questo significa che, a parità di contributi versati, chi andrà in pensione nel 2025 riceverà un importo inferiore rispetto chi ci è andato nel 2024. Tuttavia, chi andrà in pensione nel 2025 potrà beneficiare di una rivalutazione più favorevole dei contributi versati durante la propria attività lavorativa

L’accesso alla pensione

  • Per quanto riguarda l’accesso alla pensione, la riforma Fornero - che stabilisce i requisiti per la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata - non subisce modifiche. Nel 2025 si potrà quindi usufruire della pensione di vecchiaia se si hanno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi e della pensione anticipata se si hanno 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica. Confermate anche tutte le misure di flessibilità già ora in vigore

Le sentenze della giurisprudenza sulla pensione anticipata

  • Attenzione però, perché le regole per l’accesso alla pensione potrebbero anche cambiare nel corso del 2025, a causa di due importanti sentenze emesse nel corso del 2024, sulle quali l’INPS non si è ancora espressa:
  1. La sentenza n. 24916 del 2024 ha stabilito che, per poter accedere alla pensione anticipata, non è necessario avere 35 anni di contributi effettivi. Vengono infatti riconosciuti più contributi figurativi, ovvero quelli versati anche in periodi di malattia, disoccupazione o altre condizioni di non lavoro;
  2. La sentenza n. 24950 del 17 settembre 2024 ha invece stabilito che, nel caso dei disoccupati, l’Ape Sociale può essere richiesta anche senza aver prima beneficiato dell’indennità di disoccupazione, come invece previsto inizialmente

 

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