Ddl lavoro è legge, nuove norme per stagionali e smart working. Cosa cambia
EconomiaIntroduzione
L'Aula del Senato ha approvato con 81 sì, 47 no e un astenuto il disegno di legge Lavoro collegato alla Manovra, che aveva già ottenuto il via libera dalla Camera lo scorso 9 ottobre. Il ddl, frutto di uno stralcio del Collegato Lavoro, punta a semplificare numerosi adempimenti burocratici e a migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ponendo particolare attenzione alla flessibilità delle prestazioni salariali e alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei liberi professionisti. Durante l'esame in Commissione e in Aula sono stati respinti tutti gli emendamenti.
Quello che devi sapere
Licenziamenti
- C'è, per esempio, l'allargamento di fatto delle maglie delle disposizioni in tema di licenziamenti rispetto a quanto stabilito dal Jobs Act del governo Renzi. In particolare, l'articolo 19 del collegato al lavoro prevede la risoluzione del rapporto di lavoro imputabile alla volontà del lavoratore (dimissioni volontarie) nei casi in cui un'assenza ingiustificata si protragga oltre il termine previsto dal contratto collettivo o, in mancanza di previsioni contrattuali, per un periodo superiore a quindici giorni. Secondo la maggioranza si tratta di una maniera per impedire che i lavoratori, sfruttando la leva delle assenze ingiustificate, inducano i datori al licenziamento per poi accedere opportunisticamente alla Naspi. Secondo l'opposizione in questo modo si riaprono le porte alle "dimissioni in bianco"
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Lavoro in somministrazione
- Per quanto riguarda il lavoro in somministrazione, vengono esclusi dal limite quantitativo del 30% relativo alla somministrazione a tempo determinato i casi in cui essa coinvolga lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro, lavoratori stagionali e in aziende start-up
Lavoratori in fasce deboli
- Non sarà più necessaria la causale per l’impiego di lavoratori che fanno parte di fasce deboli (quindi svantaggiati o percettori di ammortizzatori sociali). Salta il termine del 30 giugno 2025 per l’impiego oltre i 24 mesi di lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro e inviati in missione a termine presso l’azienda utilizzatrice. Infine, viene concesso l’utilizzo delle risorse di Formatemp, destinate ai contratti a tempo indeterminato, anche per la formazione dei dipendenti a termine
Smart Working: il datore di lavoro dovrà avvisare il ministero
- Il datore di lavoro sarà tenuto a comunicare al ministero del Lavoro i nomi dei lavoratori inseriti nel lavoro agile e le date di inizio e fine del periodo di questa modalità. Lo dovrà fare entro cinque giorni dall’avvio del periodo stesso. C'è anche la possibilità di assumere un lavoratore in modalità mista, in parte come dipendente, in parte a partita Iva. In quest’ultimo caso potrà beneficiare del regime forfettario
Cosa cambia per gli stagionali
- La definizione di “stagionali“ viene ampliata e includerà altre categorie oltre a quelle previste dal Dpr del 1963. Alcuni esempi sono le attività organizzate per affrontare intensificazioni della produzione in determinati periodi o alle esigenze tecnico-produttive legate ai cicli stagionali dei settori produttivi o dei mercati serviti dall’impresa, come stabilito dai Ccnl
La cassa integrazione
- Viene inoltre introdotta la possibilità di lavorare durante la cassa integrazione: chi svolge attività subordinata o autonoma durante il periodo di integrazione salariale non avrà diritto al relativo trattamento per le giornate lavorate presso un datore di lavoro diverso da quello che ha richiesto i trattamenti
Apprendistato
- Nel testo è inclusa anche la possibilità di trasformare l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale in apprendistato professionalizzante o di alta formazione e ricerca, dopo il conseguimento della qualifica o del diploma
Le critiche dei sindacati
- Il governo e la maggioranza parlamentare, con il voto definitivo al cosiddetto collegato Lavoro, hanno deciso scientemente di peggiorare le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori", afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli. "Un'operazione decisa ignorando le richieste di chi rappresenta i lavoratori, negando, gravemente, qualsiasi forma di dialogo sociale. Anche nel passaggio al Senato si è scelto di non confrontarsi sulle proposte e gli emendamenti, di non incontrare le organizzazioni sindacali, di non svolgere dibattito". Il provvedimento "è di una gravità inaudita - prosegue la dirigente sindacale - perché non farà altro che ridurre le già fragili tutele nel lavoro, aumentando la precarietà, i contratti brevi e il lavoro povero e indebolire la contrattazione". Secondo la segretaria confederale "con l'arroganza del potere si continua a mostrare il volto patinato dei numeri relativi alla crescita dell'occupazione, ma si prosegue a ignorare il problema dell'insicurezza, della povertà, della scarsa qualità del lavoro, e questo è un danno per il presente, ma anche per futuro delle persone. Per cambiare questo Paese, per rimettere al centro i diritti e la libertà delle persone, continueremo nell'iniziativa sindacale, a partire dai quattro quesiti referendari promossi dalla Confederazione per un lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro", conclude Gabrielli
- "È incredibile l'iter di questo Collegato lavoro, sul quale abbiamo già espresso forte contrarietà in ogni sede possibile: dalle aule delle audizioni parlamentari alle piazze, con presidi e manifestazioni", dichiara anche la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. "Il governo è andato avanti dritto per la sua strada, senza alcun segno di apertura alle tante richieste di modifica avanzate dalle opposizioni. Per noi - sottolinea Veronese - questo disegno di legge non ha proprio alcuna ragion d'essere: è totalmente sbilanciato a favore delle imprese e precarizza ulteriormente il nostro mercato del lavoro, dove la precarietà già regna sovrana. Gli stessi dati Inps certificano che la stragrande maggioranza dei nuovi contratti attivati sono temporanei. Per la precisione, sono oltre l'80% del totale". "Questa azione di forza del governo, per noi, è inaccettabile. Decidendo di venire meno al confronto - conclude Veronese - l'esecutivo ha dimostrato di non avere alcun interesse per la parte che noi rappresentiamo, quella più debole: lavoratrici e lavoratori, donne e giovani che rimangono spesso senza alcuna tutela"
Per approfondire:
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