Stellantis smentisce cifra buonuscita Tavares. Elkann in Parlamento dopo tavolo con Mimit

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Sul tavolo il nome del prossimo amministratore delegato, mentre John Elkann fa i conti con le pressioni della politica e dei sindacati. Gusmeroli: "Con Elkann individueremo un momento di confronto istituzionale dopo la chiusura del tavolo di interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy". Opposizioni: ora Meloni riferisca in Parlamento

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L'uscita da Stellantis di Carlos Tavares, in anticipo di più di un anno sui tempi previsti, è al centro dell'attenzione del mondo politico, di quello sindacale e dei lavoratori del gruppo. John Elkann è già al lavoro per definire la rotta, ma il nuovo amministratore delegato non arriverà subito e nessuno dei nomi finora ipotizzati, da Luca De Meo a Jean-Philppe Imparato ad Antonio Filosa, sembra essere quello definitivo. L'azienda si muove in un contesto difficile e in Italia a novembre ha registrato un nuovo forte calo delle vendite pari al 24,6%. Così per gestire la transizione è già stato nominato un Comitato esecutivo ad interim presieduto da Elkann, che ha chiamato come Special Advisor Richard Palmer, responsabile finanziario dell'azienda fino al 2023 e grande conoscitore del mercato americano. Ieri il titolo ha perso il 6,3% in Borsa. Intanto Stellantis ha smentito la cifra della liquidazione per Tavares: “Le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares”, ha scritto l’azienda “sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. E Pd, M5s, Avs e Azione hanno chiesto in Aula un'informativa urgente alla premier Giorgia Meloni sul tema.

Le pressioni della politica

Lunedì il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto un colloquio telefonico con Elkann: il 17 dicembre è confermato al Mimit il tavolo Stellantis, al quale parteciperà Imparato "con il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni" sul Piano Italia. "Nel colloquio con John Elkann sono emerse le condizioni per essere fiduciosi di poter condividere un piano Italia che vede il nostro Paese al centro dello sviluppo dell'auto europea", ha fatto sapere Urso. Mentre il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini attacca: "Elkann avrebbe già dovuto venire in Parlamento e con un assegno non a parole, con un assegno che ricordi quanti miliardi di euro negli anni questa azienda di denaro pubblico ha incassato, ci sono ancora prestiti garantiti dallo Stato per miliardi di euro, a fronte di quali risultati economici, di quali chiusure, di quali licenziamenti e cassa integrazione". E ancora: In Stellantis "il problema più che Tavares e le sue esorbitanti richieste è la proprietà. È una proprietà che di italiano ormai ha ben poco, che ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all'estero. Il mio pensiero da ministro dei Trasporti è vicino agli operai e alle loro famiglie, faremo di tutto per salvaguardarli". "Faremo del nostro meglio per difendere l'occupazione e l'indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo", ha detto anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sottolineando "le battaglie dei sindacati francese e americano, mentre rispetto a queste urla il nostro sindacato era un po’ afono".

Le richieste di audizione

Intanto dalla maggioranza e dall'opposizione è forte la pressione su Elkann perché vada in Parlamento a riferire. Una richiesta formale arriva dai capigruppo delle opposizioni in Commissione Attività Produttive della Camera, Vinicio Peluffo (Pd), Emma Pavanelli (M5s), Francesca Ghirra (Avs) e Fabrizio Benzoni (Azione). Il presidente della commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli ha inviato a Elkann una lettera per chiedere la sua audizione: Le chiedo "ancora una volta di partecipare ad un'audizione congiunta dinnanzi alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato per discutere in Parlamento del piano industriale del gruppo Stellantis, della continuità produttiva e del mantenimento dei posti di lavoro nel nostro Paese", si legge nella missiva. Gusmeroli rimarca "la volontà di tutte le forze politiche di conoscere la visione strategica del socio di riferimento di Stellantis" e "l'esigenza di proseguire in Parlamento un dialogo positivo". "Tali riflessioni - scrive Gusmeroli (Lega) nel documento inviato ieri - assumono ancor più rilievo alla luce delle recenti notizie di stampa relative alle dimissioni dell'amministratore delegato, Carlos Tavares, e all'istituzione di un nuovo comitato esecutivo da lei presieduto per completare il processo di nomina del nuovo Ceo e garantire 'la puntuale attuazione della strategia della società nell'interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders".

La risposta di Elkann

"Ho avuto un colloquio telefonico" con John Elkann, presidente di Stellantis", ha annunciato oggi Gusmeroli. "A fronte della mia rinnovata richiesta di audizione, ha ringraziato per l'attenzione che il Parlamento continua a riservare al settore automotive e a Stellantis, ma in questa fase ha tuttavia asserito di attendere la chiusura del tavolo di interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy". "Sarà possibile individuare un momento successivo di confronto istituzionale, come anche richiesto dalle mozioni presentate in Parlamento". La telefonata con Elkann c'è stata "nella tarda serata di ieri" e ha riguardato "la situazione del gruppo in Italia dopo le dimissioni di Carlos Tavares e nel solco di qualificati contatti di Stellantis con le principali Istituzioni dello Stato - spiega Gusmeroli in una nota - Ho nuovamente rimarcato l'importanza dello sviluppo dei siti produttivi e della salvaguardia dei livelli occupazionali in Italia". Ringraziando per l'attenzione, il presidente di Stellantis "ha asserito di attendere la chiusura del tavolo di interlocuzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove è stato delegato l'ingegner Imparato, a capo della regione Europa, con il pieno mandato di chiudere positivamente le interlocuzioni".

Fontana: Elkann quanto prima in Parlamento, confronto serve

"Auspico che il Presidente di Stellantis, John Elkann, - al di là delle interlocuzioni odierne - venga quanto prima in audizione in Parlamento. Un confronto con i parlamentari di maggioranza e opposizione è importante e necessario”, ha detto il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

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I sindacati all’attacco

I sindacati sperano che l'uscita di scena di Tavares, con cui i rapporti non erano facili, permetta un cambio di passo. "Tavares non ci mancherà, non ha mai creduto alle relazioni sindacali. Ha delocalizzato, ha frenato gli investimenti in Italia, è arrivato a sfidare lo Stato. Le sue dimissioni determineranno una svolta", ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, mentre il leader della Cgil Maurizio Landini, chiede che la presidenza del Consiglio convochi Stellantis e i sindacati "per discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese". "Quello di Tavares è un capitolo chiuso, purtroppo disastroso per l'occupazione e per l'azienda. Per il futuro ci aspettiamo discontinuità e coraggio", ha aggiunto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Nel mirino dei sindacati c'è anche la 'buonuscita' di Tavares stimata in 100 milioni. Secondo alcune valutazioni avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni, cifra per la quale è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.

Stellantis smentisce cifra liquidazione Tavares

Intanto Stellantis ha smentito le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares - secondo quanto filtrato ammonterebbe a 100 milioni di euro - che ha definito "molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. L'azienda "non divulga i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge nel rispetto della loro privacy, mentre è tenuta a rendere nota la retribuzione dei propri amministratori delegati nella relazione annuale sulle retribuzioni della società”.

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Il messaggio di Elkann

Intanto dalla sede americana di Auburn Hills John Elkann ha inviato un messaggio ai dipendenti. "Con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella creazione di Stellantis - ha detto - Tuttavia, il nostro consiglio di amministrazione ha deciso, per il bene dell'azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade". Poi l’invito ai lavoratori a "guardare avanti, concentrati sui prossimi capitoli, concentrati sui nostri clienti e concentrati nel continuare a costruire una grande azienda".

Dbrs: "Riesame del rating di Stellantis all'inizio del 2025"

"Rileviamo che l'uscita di Tavares, presa da sola, non ha effetti immediati sul rating della società, in quanto non sono state comunicate variazioni nella direzione strategica o nella politica finanziaria. Naturalmente, la performance operativa marcatamente negativa di Stellantis quest'anno ha implicazioni negative sul rating", ha affermato l'agenzia di rating Dbrs, che prevede di "aggiornare la valutazione creditizia" del gruppo automobilistico "all'inizio del 2025". In tal modo, si legge si legge in una nota di commento alle dimissioni del ceo, Carlos Tavares, Dbrs avrà "l'opportunità valutare più da vicino i progressi della performance di Stellantis nel mercato Usa, inclusi i suoi obiettivi di riduzione delle scorte come pure le probabili prospettive reddituali per il prossimo anno". Anche se arrivato "un po' a sorpresa", il passo indietro "non si può certamente definire uno shock" alla luce "del significativo calo della performance operativa dall'inizio dell'anno, nell'ambito di un rapido declino di consegne, ricavi e utili", afferma l'agenzia di rating.

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