Introduzione
UniCredit ha deciso di lanciare un'offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm per un controvalore, nel caso di adesione integrale, di poco superiore ai 10 miliardi di euro. Se l'operazione andasse in porto, nascerebbe il più grande polo bancario italiano ma allo stesso tempo tramonterebbe sul nascere un altro progetto in corso d'opera: da tempo Bpm guardava a Mps e insieme sarebbero diventate il terzo polo bancario. Per Mauro Paoloni, consigliere di Banco Bpm, l’offerta pubblica di scambio di UniCredit sarebbe ostile e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato come l’operazione sia stata "comunicata ma non concordata col governo”. Salvini invece ha aggiunto: “Non vorrei che qualcuno volesse fermare l'accordo Bpm-Mps per fare un favore ad altri”.
Quello che devi sapere
Il blitz di UniCredit su Bpm
- È stata considerata una mossa a sorpresa quella di UniCredit. L’Ops da 10 miliardi di euro lanciata su Banco Bpm, nel caso andasse in porto, farebbe nascere la terza banca europea per capitalizzazione di mercato. Si tratterebbe comunque di una operazione indipendente dall’investimento su Commerzbank. Secondo Andrea Orcel, l’amministratore delegato dell’istituto, “l’Europa ha bisogno di banche più forti”. Il Cda di Bpm però ha replicato che l'offerta "non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per i nostri azionisti".
Per approfondire: Stop di Giorgetti a UniCredit: "Operazione su Bpm non concordata. C'è golden power"
Cos’è un’offerta pubblica di scambio
- Quella lanciata da UniCredit su Banco Bpm è un’offerta pubblica di scambio, abbreviata in Ops: si tratta di una tipologia di offerta pubblica che utilizza le azioni dell'offerente - in questo caso UniCredit - per comprare quelle del bersaglio. Viene per questo definita anche carta contro carta e differisce da un’offerta pubblica di acquisto (Opa) perché in quest’ultima viene utilizzato denaro per acquistare le azioni, e da un’offerta publica di acquisto e scambio (Opas) che utilizza sia denaro sia azioni.
Come funziona l’Ops
- Al fine di finanziare la propria offerta, l’acquirente solitamente vara un aumento di capitale tramite cui genera le azioni che verranno scambiate con quelle del bersaglio dell’Ops. Si tratta di un tipo di operazione generalmente apprezzata dagli azionisti della società offerente, perché non consuma cassa: tuttavia è di solito meno gradita da quelli della società destinataria, che ricevono titoli azionari - volatili e a rischio - anziché contante. Nel caso di UniCredit-Bpm, gli azionisti di quest’ultima riceverebbero per ogni azione 0,175 azioni UniCredit, che corrispondono a una valutazione di 6,657 euro sulla base del prezzo di Borsa di UniCredit di venerdì.
Ops efficace con almeno il 66,67% di Banco Bpm
- L’offerta pubblica di scambio volontaria di UniCredit sulle azioni di Banco Bpm è in ogni caso subordinata ad alcuni vincoli: oltre all’approvazione della proposta di delega per l'aumento di capitale al servizio dell'offerta da parte dell'assemblea dei soci dell'afferente - e del documento di offerta da parte di Consob, oltre che dall’approvazione dell’Antitrust - sono stati infatti fissati alcuni paletti. Tra le condizioni di efficacia c'è infatti anche quella relativa all'esito: l’offerta sarà efficace se UniCredit verrà a detenere all'esito dell'offerta una partecipazione pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale di Banco Bpm. L'offerente, tuttavia, si riserva di rinunciare parzialmente alla presente condizione di efficacia, purché la partecipazione che l'offerente venga a detenere all'esito dell'Ops sia comunque almeno pari al 50% del capitale sociale più 1 azione dell'emittente (soglia, quest'ultima, non rinunciabile).
Le prossime tappe dell’Ops
- Nei documenti presentati da UniCredit emergono le prossime tappe che saranno seguite: l’istituto conta di presentare a Consob il documento di Offerta entro il termine di 20 giorni di calendario dalla data di ieri. Entro lo stesso termine presenterà le istanze per l'ottenimento delle autorizzazione preventive nonché le necessarie comunicazioni e le istanze per l'ottenimento delle altre autorizzazioni a Bce, Banca d'Italia e Ivass anche per la quota di controllo in Anima (su cui Banco ha lanciato l'offerta lo scorso novembre) e le altre controllate. Ad aprile sarà la volta dell'assemblea straordinaria che dovrà approvare l'aumento di capitale di nuove azioni destinate a essere scambiate con quelle del Banco. Il Cda delibererà quindi l'aumento "nei più brevi tempi tecnici dopo l'ottenimento delle autorizzazioni preventive".
I tempi dell’operazione
- Il periodo di adesione sarà avviato successivamente alla pubblicazione del documento d'offerta. L'operazione, stima il gruppo, sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione completata entro approssimativamente i 12 mesi successivi e con la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi.
La reazione del governo
- In ogni caso la mossa di UniCredit sembra non essere stata accolta con favore dal governo: freddi sono stati il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e il vice premier e ministro ai trasporti e alle Infrastrutture, Matteo Salvini, che non hanno nascosto la loro irritazione. Fonti del governo hanno fatto sapere che l'operazione è stata comunicata a ridosso della delibera del Cda di UniCredit e il Governo ne ha potuto soltanto prendere atto ma approfondirà con la procedura del Golden power, come previsto dalla normativa e come sempre accaduto in passato per casi simili.
L’operazione tra Commerzbank e Mps
- UniCredit ha fatto sapere che l’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm è autonoma e indipendente dall'investimento effettuato dall’istituto nel capitale sociale di Commerzbank, le cui discussioni sono state già prolungate nel rispetto delle prossime elezioni - in Germania il prossimo febbraio - degli stakeholder della banca. La mossa di UniCredit però spariglia le carte sulla possibile nascita del terzo polo bancario italiano: Bpm era infatti il perno di un doppia mossa, prima sul risparmio gestito con l'opa su Anima e poi, soprattutto, su Mps di cui il Banco è diventato uno dei principali azionisti in seguito all'ulteriore vendita di quote da parte del Mef. Monte dei Paschi di Siena su cui "non abbiamo ambizioni”, ha detto Orcel.
La reazione della Borsa
- Nella giornata di ieri, segnata dalla notizia dell’offerta pubblica di scambio, Banco Bpm (+5,48% a 7 euro) e UniCredit (-4,77% a 36,27 euro) hanno chiuso contrastate a Piazza Affari. Si è così allargato così il rapporto di concambio tra i due titoli, originariamente fissato in 0,175 azioni UniCredit per ogni titolo del Banco Banco, salito a 0,192. In calo Mps (-2,23% a 5,8 euro), di cui Banco Bpm ha il 5%. Scivolone di Commerzbank (-4,86% a 14,58 euro), di cui UniCredit ha il 21%, quota che per lo stesso Orcel non è altro che un "investimento" che "ha tempo per maturare".
Per approfondire: UniCredit – Bpm, i maggiori azionisti dietro le due banche sono italiani o stranieri?