Enti locali, aumenti di stipendio di 128 euro mensili con il nuovo contratto. Cosa sapere
EconomiaIntroduzione
Dopo i dipendenti dei ministeri, è il turno di quelli di Regioni, Province e Comuni: è ripartita infatti la trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni locali. Il rinnovo coinvolge circa 430mila dipendenti degli Enti locali e anche di aziende pubbliche di servizi alle persona e Camere di commercio. Ecco a quanto ammontano gli aumenti previsti
Quello che devi sapere
La proposta dell’Aran
- L’Aran, l’agenzia che tratta per conto del governo, ha illustrato gli aumenti destinati al personale in caso di firma dell’accordo per il CCNL 2022-2024. Per gli aumenti tabellari viene messo a disposizione il 94% delle risorse economiche disponibili per il rinnovo del contratto
Per approfondire: Rinnovo contratto statali, dagli aumenti alla settimana corta: cosa prevede
A quanto ammontano gli aumenti
- Questo significa in sostanza un aumento medio mensile per i dipendenti comunali di 128 euro lordi. Nello specifico si tratterebbe di un aumento di 111,45 euro per l’area degli operatori, di 116,03 euro per gli operatori esperti, di 130,41 euro per gli istruttori e di 141,5 euro per i funzionari e per le elevate qualifiche
Il capitolo sanità
- Per la sanità, in discussione domani 21 novembre, gli aumenti vanno invece da 115 a 193,9 euro a seconda dell’area, con l’aggiunta dei ritocchi all’indennità infermieristica (da 73,4 a 85,07 euro a regime) e dell’indennità di tutela del malato (da 43,51 a 50,44 euro)
I Ccnl Funzioni Locali
- A questo proposito è utile ricordare che il CCNL Funzioni Locali 2022 2024 è il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro di riferimento per il comparto delle Funzioni Locali, che andrà a sostituire quello del triennio 2019 2021. È cioè il nuovo CCNL che regola le condizioni di lavoro per i dipendenti delle amministrazioni locali (come i Comuni, le Province, e altre autorità locali) in Italia, così come indicate all’articolo 4 del CCNQ sulla definizione dei comparti di contrattazione collettiva del 3 Agosto 2021. Il Ccnl coinvolge il personale non dirigente che lavora oltre che negli Enti Locali (Comuni, Province e Regioni) anche nelle Comunità montane; negli ex Istituti autonomi per le case popolari ancora in regime di diritto pubblico; nei Consorzi e associazioni, incluse le Unioni di Comuni; nelle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ex IPAB), che svolgono prevalentemente funzioni assistenziali; e anche nelle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura
Le risorse disponibili e l’aumento in Manovra
- L’utilizzo delle risorse sarebbe difatti quasi completo, con appena 8 euro in più da destinare eventualmente a istituti della parte normativa che comportano un aumento di costi. A questo va poi aggiunto lo 0,22% di aumento per rifinanziare i fondi della contrattazione integrativa stabilito dalla Manovra 2025
Il peso dei sindacati
- La trattativa, però, non si prospetta come facile, a cominciare dai sindacati. Nelle Funzioni locali, infatti, la situazione è diversa rispetto a ministeri e agenzie fiscali, dove la firma del contratto è arrivata anche grazie all’appoggio dei sindacati autonomi Confsal-Unsa, Flp e Confintesa. Negli enti locali, invece, hanno un peso importante la Cgil e la Uil, che sono contro i rinnovi dei contratti pubblici a causa delle risorse ritenute insufficienti
Gli stipendi delle Funzioni locali
- Ma quali sono gli stipendi di chi lavora nelle Amministrazioni locali? I dipendenti degli enti territoriali sono fra i meno pagati della Pa, con una retribuzione media effettiva che, secondo gli stessi dati dell’Aran, viaggia intorno al 19% sotto quella della Pa centrale
Gli assi nella manica
- Per sbloccare il negoziato, con il prossimo tavolo fissato per il 2 dicembre, è possibile che l’Aran proponga anche per le Funzioni Locali la settimana di quattro giorni lavorativi su base volontaria a parità di stipendio e il pagamento dei buoni pasto anche per chi lavora da casa in modalità agile
Le novità
- Per il momento nella bozza di contratto è prevista una norma sull’age management, con agevolazioni per i lavoratori più vicini alla pensione e l’allungamento fino alla fine del 2026 delle progressioni verticali in deroga ai titoli di studio: questo significa che per altri due anni si potranno effettuare promozioni solo in base all’esperienza maturata e alle valutazioni ricevute dai propri dirigenti. Da considerare, infine, l’adeguamento retributivo aggiuntivo per le posizioni organizzative assegnate ai funzionari, che passa da 18 mila a 22 mila euro
La prospettiva dal punto di vista dell’Aran
- Per il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, quelli appena elencati sono “strumenti di modernizzazione della Pa”, utili anche per le amministrazioni periferiche. Naddeo ha anche definito la settimana corta, che dà la possibilità di articolare l’orario di lavoro in quattro giorni anziché cinque mantenendo comunque le 36 ore complessive, “un perfetto tassello di flessibilità nell’ambito della gestione del rapporto di lavoro per le Pubbliche Amministrazioni”
Per approfondire: Contratto Statali, verso aumenti fino a 193 euro e deroga su promozioni. Sindacati divisi
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