Partite Iva, ipotesi proroga per versamenti di imposte e tasse a rate. Cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

Tre distinti emendamenti della Lega, divisi tra Decreto Fiscale e Legge di bilancio, puntano a bissare l’operazione, già varata l’anno scorso in via sperimentale, che rinvia la scadenza attuale - fissata al 2 dicembre - e apre alla possibilità di spalmare i pagamenti di imposte e contributi previdenziali lungo il primo semestre del 2025.

Quello che devi sapere

L’apertura di Giorgetti

  • A riaccendere l'iniziativa del Carroccio è stata l'apertura del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, durante il question time di mercoledì 13 novembre, ha risposto positivamente a un’interrogazione sul sostegno alle Partite Iva presentata dal deputato Alberto Gusmeroli (Lega). Nei limiti delle disponibilità finanziarie sussistenti, il ministro ha confermato che è in corso la valutazione per l’adozione di una norma che preveda il rinvio, anche per il periodo d’imposta 2024, con possibilità di rateizzazione, da gennaio a maggio dell’anno successivo, del secondo acconto di imposte e contributi, in tempi coerenti per le decisioni dei soggetti interessati

 

Per approfondire:

La rubrica di Carlo Cottarelli: "Cosa dobbiamo aspettarci dalle politiche economiche di Trump"

L’apertura di Giorgetti

In cosa consiste la rateizzazione

  • Una prima opzione contenuta nelle proposte di modifica proroga al 16 gennaio 2025 la scadenza per il versamento degli acconti Irpef, Ires o Irap. In questo senso, autonomi e professionisti che nel 2024 dichiarano un volume d’affari non superiore a 170mila euro potranno scegliere di saldare il dovuto in un’unica soluzione oppure di dilazionare i pagamenti in cinque rate dal 16 gennaio fino al 16 maggio 2025

I dati sulla sperimentazione

  • Come evidenzia il monitoraggio sulla misura approvata in via sperimentale dal Decreto Anticipi 2023, il differimento ha coinvolto quest'anno 276.277 Partite Iva. Di questi, la maggior parte (193.044) opera nel regime dei contributi minimi o forfettari, mentre la restante quota (83.233) rientra tra i soggetti Irpef. A livello finanziario, le entrate per lo Stato posticipate al 2024 hanno superato i 600 milioni di euro

Obiettivo

  • Nel rispondere al collega di partito, il titolare del Mef ha sottolineato il “grande interesse” riscontrato da parte di intermediari e professionisti. Secondo Giorgetti, l'introduzione della rateizzazione ha “consentito una maggiore flessibilità delle spese fiscali per i lavoratori autonomi”

Estensione ai contributi

  • Entro il 20 novembre la Commissione Bilancio di Palazzo Madama voterà gli emendamenti al Decreto Fiscale. Un primo emendamento al provvedimento presentato dal capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo punta ad estendere l’opzione di rateizzazione, oltre alle imposte, anche al versamento di contributi previdenziali e assistenziali

L’allargamento della platea

  • Una seconda proposta di modifica mira ad ampliare la platea coinvolta nella possibilità di dilazionare i versamenti. Oltre alle singole Partite Iva, l’emendamento punta ad includere tutte le persone fisiche, le società di persone o di capitale e le associazioni purché soggette agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). In questo caso però il differimento verrebbe esteso di un mese fino al 16 giugno, senza il pagamento di interessi successivi alla prima rata

Le modifiche in Manovra

  • Su un tenore simile alle modifiche avanzate al Dl Fiscale in Senato, spunta poi un terzo emendamento collegato alla Manovra di bilancio all’esame della Camera. La proposta avanzata da Gusmeroli racchiude l’allargamento della platea aderente, l’estensione ai contributi previdenziali e assistenziali e la possibilità di rateizzazione da gennaio a giugno del secondo acconto

I limiti di accesso

  • Rispetto al Dl Fiscale, l’emendamento alla Manovra introduce nuovi “paletti” per poter accedere al differimento. In base alla proposta Gusmeroli, nel 2025 i ricavi annui del titolare di Partita Iva non potranno superare i 270mila euro, 100mila in più rispetto a quanto previsto per l’anno d’imposta in corso. La soglia salirebbe poi a 370mila euro nel 2026 e a 470mila nel 2027

Il nodo coperture

  • L’apertura di Giorgetti resta tuttavia cauta ed è subordinata al rispetto rigoroso dei saldi di finanza pubblica. Per dare il disco verde alla "rateizzazione bis" così come varata con il Decreto Anticipi, servirebbero almeno 600 milioni. Mentre ancora non è nota l’entità delle risorse necessarie per estendere la platea aderente e innalzare le soglie di accesso per i prossimi anni

Risorse dal concordato biennale?

  • Come ha lasciato intendere il ministro dell'Economia, per un eventuale via libera alla norma in favore delle Partite Iva molto dipenderà dall’entità del recupero derivante dal concordato preventivo biennale. Dopo la riapertura dei termini al 12 dicembre, stabilita dal Consiglio dei Ministri, il Mef valuterà eventuali risorse extra da destinare ad altre misure fiscali, come la rateizzazione ma anche ad esempio la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33%. In risposta all'interrogazione, il ministro ha chiarito che "all’esito del monitoraggio dei dati definitivi relativi all’adesione del concordato preventivo pluriennale, saranno delineate iniziative normative che destinano in via prioritaria il gettito derivante dalla predetta misura alla riduzione delle aliquote Irpef"

Per approfondire:

Concordato preventivo biennale, riaperti i termini: si può aderire entro il 12 dicembre