Introduzione
Con l’avvicinarsi della nuova campagna olearia, il settore si prepara ad affrontare una sfida cruciale: la probabile riduzione dei prezzi dell’olio extravergine d’oliva. Dopo due anni di forte crisi produttiva in Spagna, durante i quali il livello dei listini ha raggiunto valori record, il ritorno a una produzione regolare, accompagnato da una ripresa in altri Paesi chiave, potrebbe cambiare drasticamente l’assetto del mercato. La principale preoccupazione degli operatori della filiera oleicola è comprendere l’entità di questo ribasso e le implicazioni per l’intero comparto. La domanda che si fa il settore è: quanto caleranno i prezzi?
Per approfondire: Olio d’oliva e oleoturismo, i migliori Paesi al mondo. La classifica
Quello che devi sapere
Il ritorno della Spagna e la ripresa globale
Gli esperti di Certified Origins, azienda toscana nata dalla fusione di due cooperative di olivicoltori e protagonista nell’export di olio Igp Toscano negli Stati Uniti, prevedono un significativo aumento produttivo per la campagna 2024-25. L’head of corporate global affairs, Giovanni Quaratesi, sentito dal Sole 24 ore ha confermato che "la Spagna tornerà su livelli normali con un’offerta attorno a 1,2-1,3 milioni di tonnellate dopo un biennio nel quale a causa della siccità aveva prodotto circa 700mila tonnellate l’anno". A questa produzione va aggiunta anche quella "di 350mila tonnellate in Turchia (lo scorso anno per la carenza di prodotto sul mercato interno Ankara aveva bloccato le esportazioni), di 300mila circa in Tunisia e 250mila in Grecia". In Italia, invece, la produzione potrebbe attestarsi intorno a 200mila tonnellate, ponendo il Paese al quinto posto tra i principali produttori mondiali
Per approfondire: Olio d’oliva, quali sono i migliori d’Italia e a che punto è la campagna olearia
Come sono già cambiati i prezzi
Nonostante si tratti ancora di stime preliminari, i segnali di un cambiamento sono già evidenti. Secondo i dati di Poolred e Ismea raccolti da Certified Origins, a ottobre il prezzo dell’extravergine in Spagna era di 6,859 euro al chilo, mentre in Italia raggiungeva i 9,17 euro. In Grecia e Tunisia si attestava rispettivamente a 7,15 e 7,23 euro. Tuttavia, l’effetto reale del ritorno a livelli produttivi normali si manifesterà probabilmente solo al termine della campagna di raccolta
Le strategie dei supermercati e il ruolo delle promozioni
Nel frattempo, l’olio extravergine è tornato protagonista delle promozioni nei supermercati. Virgilio Romano, direttore delle analisi di mercato di Circana, ha spiegato sempre al Sole 24 ore che "a inizio anno, la quota di vendite in promozione era scesa al 42%, con un calo rispetto al 2023. Tuttavia, negli ultimi quattro mesi, abbiamo osservato un rimbalzo al 43%". L’aumento dei prezzi negli ultimi 18 mesi ha portato a una flessione dei consumi stimata da Assitol nel -16%. Un ribasso dei prezzi potrebbe dunque rappresentare un’opportunità per recuperare parte di questa perdita di domanda
La situazione del mercato dell’olio d’oliva in Italia
Con una domanda in evoluzione e un’offerta in crescita, il mercato dell’olio extravergine d’oliva si trova a un bivio. Gli operatori saranno chiamati a trovare un equilibrio tra sostenibilità economica, competitività e valorizzazione della qualità del prodotto per rispondere alle nuove dinamiche di mercato dell’olio d’oliva. Quello italiano si presenta oggi diviso tra territori che registrano un aumento dei prezzi e altri dove il trend è in discesa. Tra le regioni con dinamiche di mercato più complesse, la Puglia è al centro di un fenomeno di ribasso delle quotazioni dell’olio extravergine di oliva, mentre altre regioni come Sicilia, Toscana, Lazio e Umbria mostrano segnali di crescita nei prezzi
Le dinamiche di mercato in Puglia
In Puglia, il calo dei prezzi dell’olio extravergine è cominciato a Bari, dove nella prima settimana di novembre le quotazioni medie si sono attestate intorno a 8,9 euro/kg, con alcune cisterne scambiate a 8,7 euro/kg. Nonostante queste dinamiche, come riportato da Teatronaturale.it, la Camera di Commercio di Bari ha registrato, al 5 novembre, un intervallo di prezzo compreso tra 9 e 9,30 euro/kg, un tentativo di mantenere stabilità grazie anche ad alcune operazioni di mercato. In altre zone della regione, come Foggia, i prezzi si attestano a 9,05 euro/kg al 31 ottobre secondo Ismea, ma con una flessione del 3,7%. Brindisi, Lecce e Taranto mostrano invece un prezzo stabile a 8,6 euro/kg, sempre secondo Ismea. Dietro questa situazione di ribasso si celano possibili speculazioni e pratiche poco trasparenti, come l’importazione di olio greco destinato a frantoi pugliesi, un fenomeno che le associazioni dei produttori hanno denunciato alle autorità per evitare potenziali danni al settore locale
Sicilia e Centro-Nord in crescita
In Sicilia, la situazione è opposta rispetto alla Puglia, con un aumento delle quotazioni per l’olio extravergine. A Palermo e Trapani, i prezzi hanno raggiunto i 9,7 euro/kg, mentre a Ragusa il valore è salito a 10,6 euro/kg, registrando una crescita media del 2%. Le denominazioni di origine, come Monti Iblei e Valli Trapanesi, hanno mostrato un rialzo ancora più marcato, con valori rispettivamente di 12,5 euro/kg (+8,7%) e 9,9 euro/kg (+2,1%). Il Centro-Nord Italia segue lo stesso trend di crescita, soprattutto per quanto riguarda gli oli Dop. A Firenze, l’olio Chianti Classico ha toccato i 16 euro/kg (+6,7%), mentre a Perugia l’olio Umbria è salito a 12 euro/kg (+8,1%). Un aumento particolarmente significativo si è registrato a Viterbo, dove il Canino Dop ha raggiunto 10,5 euro/kg con una crescita del 9,4%
Le prosepettive del settore in Italia
In uno scenario europeo in continuo cambiamento che contribuisce a la volatilità del mercato, anche piccoli volumi di scambi possono provocare forti oscillazioni dei prezzi. I produttori italiani sperano di mantenere un differenziale di prezzo tra olio italiano e comunitario superiore ai 2,5 euro/kg, ma la discesa dei prezzi spagnoli potrebbe rendere difficile questa ambizione. Il nostro Paese si trova di fronte a una sfida importante. Mentre le quotazioni spagnole sembrano destinate a scendere, l’olio italiano, in virtù di una campagna di produzione ridotta, potrebbe puntare a mantenere prezzi elevati, cercando di posizionarsi su segmenti di mercato nazionali e internazionali di maggiore valore. Questa strategia richiede però attenzione e coesione tra i vari attori della filiera, per evitare che speculazioni e dinamiche opache possano compromettere l’immagine e la competitività del prodotto italiano
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- Il ritorno della Spagna e la ripresa globale
- Come sono già cambiati i prezzi
- Le strategie dei supermercati e il ruolo delle promozioni
- La situazione del mercato dell’olio d’oliva in Italia
- Le dinamiche di mercato in Puglia
- Sicilia e Centro-Nord in crescita
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