Manovra, come cambieranno gli stipendi nel 2025 tra bonus e detrazioni. Le simulazioni
EconomiaIntroduzione
Tra le novità principali della Legge di bilancio, spicca l’intervento sulle retribuzioni per circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito tra i 35mila e i 40mila euro. Secondo una simulazione riportata sul Corriere della Sera, dal 1° gennaio il bonus si tradurrà in aumenti in busta paga che variano dai 38 agli 83 euro al mese.
Quello che devi sapere
I calcoli
- Considerando l’intero anno, l’incremento rispetto al 2024 sarà di circa 1.000 euro per chi ne percepisce 35mila, di 687 per chi ne guadagna 38mila mentre scenderà a 460 per chi ha un lordo di 40mila euro.
Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: Perché l’economia mondiale crescerà, nonostante guerre e inflazione
Redditi inferiori ai 35mila euro
- Per il prossimo anno la manovra conferma il taglio al cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila che non vedranno quindi novità sostanziali sullo stipendio, ad eccezione dei lavoratori sotto la soglia del 20mila euro. Per effetto del cambio di natura del bonus che dal prossimo anno diventa strutturale, questa fascia di contribuenti Irpef beneficerà di un lieve aumento in busta paga, pari a 119 euro annuali (circa 10 euro mensili)
Il nuovo bonus
- Quest’anno il bonus stipendi equivale ad un taglio dei contributi Inps di 7 punti per i redditi fino a 25mila euro e 6 punti per chi guadagna tra i 25mila e i 35mila euro. Dal prossimo anno invece l’incentivo sarà rapportato al reddito stesso. Secondo le stime del Mef, il bonus oscillerà da un minimo del 4,8% per i redditi compresi tra i 15mila e i 20mila euro ad un massimo del 7,1% per i redditi annui sotto 8.500 euro
Detrazione d'imposta
- Dal primo gennaio il bonus assumerà la forma di una detrazione d’imposta di 1.000 euro per i lavoratori dipendenti con redditi tra i 20mila e 32mila euro. Oltre questa soglia la detrazione sarà progressivamente più leggera fino ad azzerarsi del tutto per i redditi superiori ai 40mila euro
Stretta sulle detrazioni
- Ad essere più penalizzati dalla Legge di bilancio saranno invece i lavoratori dipendenti con un reddito superiore a 75mila euro. Per chi dichiara oltre tale cifra, circa 1,3 milioni di contribuenti, la manovra prevede una stretta sulle detrazioni fiscali, ad eccezione delle spese sanitarie
Tetti massimi
- Sul fronte delle detrazioni, dal prossimo anno debutta il quoziente familiare che stabilisce i tetti massimi delle agevolazioni in base al numero di figli. Per i nuclei più numerosi, con almeno 3 figli a carico (o un figlio portatore di handicap), e un reddito superiore ai 75mila euro, il limite sarà di 14mila euro, dimezzato a 8mila per chi dichiara di 100mila euro
Simulazione per i single
- Come calcolato nella revisione delle tax expenditures nella manovra, un single con reddito compreso tra i 75mila e i 100mila euro potrà beneficiare di un tetto massimo pari a 7mila euro. Per effetto del meccanismo del quoziente familiare, dal tetto di 14mila euro scatta il coefficiente dello 0,5 e dunque la soglia per chi non ha figli scende a 7mila euro
Uno o due figli a carico
- Nel caso di contribuenti con un figlio a carico il coefficiente applicato è dello 0,7, pari a 9.800 euro. Mentre sale a 11.900 nel caso di due figli a carico per i quali il coefficiente è dello 0,85
Redditi superiori ai 100mila euro
- Per i redditi superiori ai 100mila euro le detrazioni dal 2025 dovranno restare sotto la soglia massima di 8mila euro, cifra valida solo per chi ha più di due figli a carico o un figlio portatore di handicap. Anche in questo caso, per chi ha un figlio a carico il coefficiente applicato è dello 0,7 mentre è dello 0,85 per chi ha due figli. Di conseguenza, per i due nuclei considerati il tetto sarà rispettivamente di 5.600 e 6.800 euro. Mentre per un single che dichiara oltre i 100mila euro di reddito il limite si dimezza a 4mila euro
Obiettivi e criticità del quoziente
- Secondo le intenzioni del governo, introdurre un simile sistema di calcolo, che prevede la somma dei redditi del nucleo familiare e la divisione per il numero di componenti, vuole essere un modo per avvantaggiare le famiglie dei ceti medio-bassi e con molti figli. La misura, però, rischia di essere contestata a causa di una mancata equità fiscale: questo sistema di calcolo penalizza i single e le coppie senza figli, che rischiano di non poter più raggiungere detrazioni fiscali che un tempo potevano ottenere. Inoltre, anche il coniuge che guadagna di meno, vedendo tassare il suo reddito secondo un’unica aliquota familiare, potrebbe essere disincentivato a lavorare. La misura, discussa in Italia da anni, è già operativa in molti Paesi europei, come ad esempio la Francia.
Per approfondire: Manovra 2025, cos’è il nuovo quoziente familiare per le detrazioni e come si calcola