Manovra, da addizionale Ires ad accise diesel: gli effetti su imprese e famiglie

Economia
Ansa/Ipa

Introduzione

Sul tavolo del governo Meloni ci sono varie misure che potrebbero entrare nella prossima Manovra, ma si discute ancora su come modificarle e sui possibili effetti su famiglie e imprese.

Una delle ipotesi è di prevedere un allineamento delle accise tra benzina e diesel: secondo i calcoli Unem, questo porterebbe a un maggiore esborso per le famiglie di quasi 2 miliardi di euro. Un impatto sui conti delle imprese, invece, potrebbe arrivare da un'addizionale Ires tra lo 0,5% e l'1%: sarebbe questo un modo per far sì che aziende che guadagnano di più, mondo bancario e assicurativo diano un “contributo” in vista della Legge di bilancio

Quello che devi sapere

Lavori in corso per la Manovra

  • Continuano i lavori intorno alla Manovra e sul tavolo del governo Meloni ci sono varie misure, insieme alle ipotesi su come modificarle e sui possibili impatti su famiglie e imprese. Uno dei nodi più difficili resta, come al solito, quello di trovare le coperture e a cosa destinare i fondi. Le trattative probabilmente andranno avanti fino a quando la Legge di bilancio verrà approvata dal Consiglio dei ministri. Ma intanto emergono ogni giorno nuovi dettagli. Come l’ipotesi dell’aumento dell’Ires per le aziende che guadagnano di più e gli aumenti delle accise su benzina e diesel. Queste misure sarebbero in linea con quanto detto nei giorni scorsi del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Per approvare la Manovra chiederemo sacrifici a tutti”, aveva annunciato, anche a “imprese, privati e la pubblica amministrazione”

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L’incognita crescita

  • A complicare il lavoro del governo potrebbe esserci l’eventualità che la crescita non centri l’obiettivo. Gli ultimi dati forniti dall’Istat sul Pil, infatti, suscitano qualche perplessità sull'andamento dell'economia italiana. L'istituto di statistica ha rivisto al ribasso la stima tendenziale sul Pil del secondo trimestre, ma soprattutto ha tagliato - peraltro con una correzione arrivata in un secondo momento - la crescita acquisita per il 2024, portandola dallo 0,6% allo 0,4%. Se il +1% scritto dal governo nel Piano strutturale di bilancio della scorsa settimana, ribadito anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sembrava fino a poche ore fa un risultato praticamente già messo in tasca, le certezze potrebbero ora cominciare a vacillare

Le conseguenze

  • Meno crescita vorrebbe dire meno entrate e più deficit, oltre che maggiore pressione fiscale. Nel secondo trimestre in cui l'Istat ha rivisto la crescita al ribasso, il peso del fisco rispetto al Pil è stato pari al 41,3%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il dato risente degli aggiustamenti statistici ma, considerate le tensioni nate sulla questione tasse all'interno della maggioranza, rischia di non passare inosservato visto che proprio sulle tasse l'opposizione ha gioco facile ad attaccare e rischiano di giocarsi anche gli equilibri tra gli alleati

La posizione di Tajani

  • Per quanto riguarda la Manovra "la nostra posizione è chiara, l'obiettivo è la crescita, che si realizza abbassando la pressione fiscale, non aumentando le tasse. Mi pare che su questo tutto il governo è concorde, non bisogna male interpretare alcune parole dette l'altro giorno", ha ribadito il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Andremo avanti per mantenere il taglio del cuneo fiscale, per la riduzione dell'Irpef, cerchiamo di farla arrivare anche con una piattaforma fino a 60mila euro, abbassando le percentuali dal 35 al 33%", ha aggiunto. E ancora: “Continueremo a essere contrari a qualsiasi tassa, anche alla tassa sugli extra profitti. Decidere cosa è extra e cosa non è extra forse è da cultura sovietica. Oltretutto è dannoso e si scoraggiano i mercati, non possiamo mettere paura agli italiani che vogliono investire e a chi vuole investire in Italia"

Ires

  • Esclusa la tassa sugli extra profitti, uno dei temi rimane quello di trovare un modo per far sì che imprese, mondo bancario e assicurativo diano un “contributo” in vista della Manovra. Tra le ipotesi più recenti c’è quella di un'addizionale Ires, tra lo 0,5% e l'1%. Una via che gli istituti di credito sembrano però intenzionati a respingere, per evitare un impatto sui conti. I diretti interessati, quindi, si sono mostrati poco inclini ad accettare un'addizionale Ires

Le reazioni

  • Una risposta a questa proposta di un'addizionale Ires è arrivata da Augusto Dell'Erba, presidente di Federcasse-Bcc, secondo cui "i prelievi forzosi e improvvisi, peraltro su redditi già generati, quindi con una forma di retroattività, non sono il modo migliore per gettare le basi per un reale rilancio del Paese". L’ha presa più alla larga Antonio Patuelli, che però ha spiegato come "più le tasse sono alte, più la ricchezza e i valori vanno via". Il presidente dell'Abi ha spiegato di vedere una legge di bilancio "meno drammatica di quello che può apparire", anche perché "i germogli di ripresa e di legalità portano maggiori introiti allo Stato"

I sindacati

  • L'idea di un contributo delle grandi imprese è invece condivisa da Luigi Sbarra della Cisl e da Pierpaolo Bombardieri della Uil, che ha definito quella del ministro dell'Economia Giorgetti "una dichiarazione di buon senso". Un'aliquota "pesante" sulla ricchezza prodotta è stata invocata anche dalla segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David

Accise

  • Per quanto riguarda le misure che avrebbero effetti sulle famiglie, sul tavolo c'è innanzitutto il nodo accise e l'ipotesi di introdurle anche per il diesel. Il governo ha chiarito che non si tratterà di un aumento tout court di quelle sul diesel, ma di un allineamento tra benzina e gasolio. L'Unem ha fatto i calcoli e ha sottolineato che, "nell'ipotesi estrema" in cui la misura si traducesse nell'equiparazione dell'accisa sul gasolio a quella della benzina, l'effetto sarebbe un aumento immediato dei prezzi al consumo del gasolio di 13,5 centesimi di euro al litro, ovvero in un maggiore esborso per le famiglie di quasi 2 miliardi di euro, pari a circa 70 euro all'anno per 26 milioni di famiglie

Sigarette

  • C'è poi il tema sigarette: gli oncologi hanno proposto un maxi-aumento di 5 euro a pacchetto come sostegno al Sistema sanitario nazionale. Sistema sanitario nazionale che, ha osservato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ha una sostenibilità finanziaria che "sarà sempre più legata alla capacità di agire sulla dimensione della prevenzione". In una conferenza stampa al Senato, l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) ha lanciato la campagna SOStenereSSN - promossa da Aiom, Fondazione Aiom e Panorama della Sanità - ha dichiarato guerra aperta al fumo e ha incassato l'appoggio della vicepresidente del Senato Domenica Castellone, che ha annunciato emendamenti alla Manovra che andranno in questa direzione. In particolare, la tassa di scopo sulle sigarette - cioè l’aumento di 5 euro del costo dei pacchetti – produrrebbe un'iniezione di 13,8 miliardi di euro per sostenere il Servizio sanitario nazionale, sempre più in crisi. Una misura, spiegano gli oncologi, che salverebbe le casse della sanità pubblica e che, prima di tutto, eviterebbe ogni anno migliaia di casi di tumore al polmone e altre neoplasie

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