Istat, ricalcolo sulla crescita del Pil in Italia: nei primi 6 mesi è +0,4%, non +0,6%

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A comunicarlo è l'Istat, che ha corretto la nota diffusa questa mattina in cui veniva confermata invece una crescita acquisita al secondo trimestre di quest'anno dello 0,6%. Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,0%) e in calo per le imprese operanti su piccole superfici, le vendite al di fuori dei negozi e l'e-commerce

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Nei primi sei mesi del 2024 il Pil italiano è aumentato del +0,4%, e non del +0,6% come calcolato finora. A comunicarlo è l'Istat, che ha corretto la nota diffusa questa mattina in cui confermava invece una crescita acquisita al secondo trimestre di quest'anno dello 0,6%. Il dato aggiornato riflette la revisione generale dei conti nazionali dello scorso 23 settembre.  

I dati Istat

Secondo le stime Istat, ad agosto 2024 si è registrata, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,5%) sia in volume (-0,4%). Risultano stazionarie le vendite dei beni alimentari in valore e in calo quelle in volume (-0,2%). Mentre le vendite relative ai beni non alimentari sono diminuite sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,7% e -0,5%). Su base tendenziale, ad agosto 2024, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,8% in valore e dello 0,2% in volume. Per quanto riguarda invece le vendite dei beni alimentari, si registra una crescita del 2,1% in valore e dell'1,0% in volume. Infine, quelle dei beni non alimentari sono in calo sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,3% e -0,2%).

Prodotti di profumeria in aumento, in calo l'utensileria

L'Istat registra che l'aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria, cura della persona (+3,3%), mentre il calo più consistente riguarda l'utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%). Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+3,0%) ed è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,0%) e il commercio elettronico (-4,7%). Infine, la pressione fiscale nel secondo trimestre è stata pari al 41,3%: in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

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