Aumento tasse nella Manovra 2025, le ipotesi allo studio del governo

Economia
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Introduzione

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di “sacrifici per tutti” in riferimento alla prossima Manovra e i mercati, in risposta, ne hanno risentito. Il responsabile del Mef ha poi chiarito che "non ci sarà la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche" dell’anno scorso e ha definito “irrealistica” l'idea di un versamento volontario.

 

Il sottosegretario al Mef Federico Freni ha commentato ulteriormente: "Le nuove tasse non fanno parte del Dna di questo governo". E il ministro degli Esteri, Tajani, ha precisato: "Siamo contrarissimi. Ci sono state alcune cattive interpretazioni di alcune parole dette ieri". Ma quali sono i possibili scenari?

Quello che devi sapere

Le parole di Giorgetti a Bloomberg

  • Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di un’intervista a Bloomberg ha fatto sapere che la Manovra richiederà "sacrifici da tutti", perché risanare i conti pubblici come ci chiede l'Ue è uno sforzo che dovranno sostenere individui, pubblica amministrazione, aziende grandi e piccole. Le sue parole, pronunciate a Borse aperte, hanno fatto scivolare Piazza Affari a -1,5% (ha chiuso la giornata del 3 ottobre come la peggiore in Europa). A turbare i mercati è stata soprattutto l’idea di tassare i profitti delle imprese 

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Il chiarimento

  • Il ministro Giorgetti ha però chiarito subito che stavolta "non ci sarà la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche" che ci fu l'anno scorso. Prima di tutto, ha spiegato, extraprofitti "è un termine scorretto". Si deve parlare di "tassare i giusti profitti, gli utili", calcolati "in modo corretto". Irrealistica l'idea di un versamento volontario: "Le aziende non fanno beneficenza, i contributi volontari non esistono", spiega Giorgetti ricordando "la stella polare", ovvero l'articolo 53 della Costituzione secondo cui "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva"

Mef: “No nuove tasse”

  • Dal Mef, poi, spiegano che si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l'utile ha beneficiato di condizioni favorevoli esterne. Sulle modalità del loro contributo è in corso un confronto. "Niente nuove tasse", viene comunque messo in chiaro, anche perché qualche fibrillazione arriva da dentro la maggioranza con il portavoce di Fi, Raffaele Nevi, che sostiene con forza: "Forza Italia è sempre stata e rimane contraria ad innalzare la tassazione in Italia". Interviene anche il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini che ribadisce che "questo non è il governo delle tasse" ma auspica un "contributo volontario delle banche, che hanno fatto lo scorso anno 40 miliardi di utili"

Tajani: "Contrarissimi a nuove tasse"

  • Inoltre oggi, 4 ottobre, sulla questione si è espresso anche il leader di Fi, Antonio Tajani, che ha sottolineato: "Nessuna nuova tassa, siamo contrarissimi a imporre nuove tasse. Ci sono state alcune cattive interpretazioni di alcune parole dette ieri" dal ministro Giorgetti, ma "finché saremo noi al governo non ci saranno nuove tasse per gli italiani"

I settori a cui si richiederà - forse - uno sforzo

  • I settori coinvolti dallo 'sforzo'? Potrebbero essere banche, assicurazioni, difesa ed energia. Sulla difesa il ministro ha fatto un accenno, portando un esempio, durante l'intervista a Bloomberg: "Paradossalmente uno potrebbe dire che con tutte queste guerre chi produce armi sta andando particolarmente bene e anche in questo caso c'è una situazione di mercato favorevole". Ma 'tutti' devono contribuire. Le aziende più piccole, ad esempio, sono già interessate al Concordato e "devono accettare l'idea che devono dichiarare di più" rispetto al passato per mettersi in regola, spiega il ministro

Obiettivi

  • Non significa nuove tasse, insiste anche il sottosegretario al Mef Federico Freni. "Non fanno parte del Dna di questo governo, lo abbiamo detto due anni fa e lo ribadiamo, evitiamo boutade", precisa parlando del percorso di risanamento nel quale l'Italia è impegnata con l'Ue. Ad esempio, la crescita per quest'anno - ribadisce Giorgetti - dovrebbe confermarsi all'1%, "o un risultato molto molto prossimo a quel target", come da previsioni. E i dati di finanza pubblica - aggiunge - "per quest'anno andranno meglio" di come abbiamo comunicato ai mercati e alla Commissione", visto che l'obiettivo di deficit del 4,4% "sembrava irrealistico e ora è stato aggiornato al 3,8%, quasi un unicum nel contesto europeo. "Stiamo dimostrando che non soltanto rispettiamo" quanto detto "ma facciamo meglio", quindi bisogna mantenersi credibili proseguendo con l'atteggiamento "prudente e responsabile", sostiene Giorgetti. È per questo che per finanziare la manovra bisognerà reperire risorse da "tutto il sistema Paese", cioè "i privati, le aziende e soprattutto la Pa che sarà chiamata ad essere più performante e produttiva"

Il commento di Intesa Sanpaolo

  • Le banche, che con i bilanci in crescita daranno comunque più flusso alle entrate statali, si stanno già preparando al nuovo sforzo, ma si intuisce che il confronto non è ancora finito. Per il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, "ci possono esser alcuni modi in cui contribuire alla situazione del debito pubblico senza avere impatti sui conti delle società" come ad esempio "lavorare sulle attività fiscali differite, fornire dei flussi di cassa al settore pubblico" ma anche mettere risorse a disposizione delle fasce più deboli o "aumentare i salari delle persone che lavorano" all'interno delle società che stanno generando "significativi profitti"

La reazione di Giorgia Meloni

  • Intanto trapela la sorpresa di Giorgia Meloni per quanto detto da Giancarlo Giorgetti a Bloomberg. Chi ha raccolto i suoi pensieri racconta che sarebbe quantomeno rimasta perplessa per il tempismo del colloquio, che era registrato ma - come detto - è andato in onda a Borse aperte. E anche per il contenuto, per quel riferimento a "un concorso per quanto riguarda le entrate" e ai "sacrifici" che saranno richiesti in manovra alle grandi imprese: concetti scanditi davanti alla comunità finanziaria, mentre è in corso dietro le quinte una delicata trattativa con il settore bancario. La premier non era al corrente di questa intervista

Cosa ha detto il governo sulle accise

  • In merito alle accise, fra i temi più caldi in questo periodo, il governo fa sapere che è "del tutto fuorviante" parlare di un aumento. Cerca di spegnere le polemiche, dopo che un passaggio contenuto nel Piano strutturale di bilancio ha scatenato un'alzata di scudi generale, con gli autotrasportatori pronti a dare battaglia, i consumatori che gridano alla stangata e le opposizioni che rispolverano le promesse della premier in campagna elettorale. Il governo, in linea con il Pnrr e le raccomandazioni Ue, - spiega una nota del ministero dell'Economia - deve adottare misure per ridurre i sussidi ambientali dannosi e "in questo contesto, rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina". Allo studio, spiega il Tesoro, c’è "un meccanismo di allineamento", ma, in ogni caso, "l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due". Fra l'ipotesi di alzare le accise sul gasolio o abbassare quelle sulla benzina, quello su cui si starebbe ragionando, secondo quanto si apprende, sarebbe una soluzione intermedia che mantenga il totale delle accise per litro di carburante invariato

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