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Milano, +8,7% di Pil ma i talenti scappano e le multinazionali non investono

Economia

Secondo il rapporto di Asssolombarda, il capoluogo lombardo fa registrare il più elevato tasso di crescita del Pil dal pre-Covid, ma restano molte ombre

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Milano fa registrare il più alto tasso di crescita del Pil dal pre-Covid (+8,7% a fine 2023). A sancirlo è lo studio realizzato da Assolombarda e Milano&Partners, presentato nel corso della quarta edizione di 'Your next Milano', secondo cui restano però anche molte ombre. Rallentano, infatti, i nuovi investimenti delle multinazionali ed emergono segnali d’allarme sui talenti. Presente nell’82% dei 33 ranking internazionali esaminati, la città si posiziona 25esima su 749 centri urbani. Meta turistica, di eventi sportivi e place for business, Milano avanza in tema di innovazione e mostra segnali positivi sul fronte turismo.

Reazione positiva, ma restano fragilità

Il quadro complessivo conferma l’immagine di un territorio che ha saputo reagire meglio di altri alla pandemia, ma che manifesta anche alcunr debolezze. Nel dettaglio, lo studio confronta Milano con Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco, Parigi, Chicago, New York, San Francisco e Tokyo, esaminando tre diverse prospettive: percezione, attrattività, performance economica. "Anche quest’anno", spiega Valera Negri, direttore del Centro studi di Assolombarda, " il capoluogo è ben percepito come meta turistica e per eventi sportivi (13esima a livello globale) e come place for business (27esima). Avanza sul fronte dell’ecosistema innovazione (44esima), pur rimanendo in fondo alla classifica, e migliora anche il posizionamento sul tema della qualità della vita (151esima) e sul versante mobilità-traffico (446esima); fragilità che, comunque, accomunano tutti i centri metropolitani coinvolti nell’indagine. 

Scende la disoccupazione

Nonostante un rallentamento (+1,4% sul 2022), il valore aggiunto di Milano supera dell’8,7% i livelli di Pil del 2019, meglio di tutte le altre città, e anche il tasso di disoccupazione scende al 4,7% (dal 5,4% di un anno prima), come a Londra e New York, e paragonabile con Monaco (4,5%) e Chicago (4,2%). "La città vive una fase storica di chiaro-scuri", sottolinea Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. "Perdere i talenti significa rinunciare a un potenziale. Milano ha la responsabilità di invertire questa tendenza: dobbiamo tutti contribuire a rendere la città capitale economica del Paese e snodo strategico europeo più attrattiva verso i giovani. E il tema del costo della vita incide sulla scelta. Casa e stipendi sono le priorità su cui lavorare, ma occorre incoraggiare misure di welfare che possano favorire l’equilibrio vita-lavoro".

 

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