Concordato preventivo, maggioranza vuole allargarlo ai redditi 2018-2023: cosa sappiamo
EconomiaIntroduzione
La maggioranza cerca di dare una mano al governo con un emendamento al decreto omnibus firmato da FdI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e Forza Italia (Dario Damiani): prevede che si possa accedere a un ravvedimento speciale anche per gli anni dal 2018 al 2023 pagando un'imposta sostitutiva, parametrata al proprio livello di affidabilità fiscale, sull'incremento del reddito dichiarato. Un modo per allargare le maglie del nuovo regime e invitare più contribuenti possibile ad aderire, aumentando le entrate. Il concordato, infatti, rappresenta una fonte primaria di coperture per la Manovra.
Ma l'esame degli emendamenti in Commissione inizierà nei prossimi giorni e il destino della norma, che è stata già criticata dalle opposizioni, è ancora tutto da vedere Ecco cosa sappiamo
Quello che devi sapere
La proposta
- I contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al concordato preventivo biennale previsto per il 2024-2025 potranno accedere a un ravvedimento speciale anche per gli anni pregressi, dal 2018 al 2023. È quanto prevede un emendamento di maggioranza al dl omnibus, firmato da Fausto Orsomarso (FdI), Massimo Garavaglia (Lega) e Dario Damiani (FI). Il ravvedimento consente di pagare un'imposta sostitutiva parametrata al punteggio di affidabilità fiscale, permettendo in questo modo a chi sceglie il concordato di affrancarsi dalla possibilità di controlli anche per gli anni precedenti al nuovo regime. Vengono allo stesso tempo stabilite sanzioni più penalizzanti per chi, invece, non aderisce o decade dal concordato. Ma la proposta contenuta nell’emendamento ha provocato diverse polemiche
- Per approfondire: Concordato preventivo biennale, il peso sulla manovra e sulle attività
L’allargamento per avere più risorse
- La maggioranza, con l’emendamento al decreto omnibus firmato da FdI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e Forza Italia (Dario Damiani), cerca di dare una mano al governo sul concordato preventivo. L’emendamento, come detto, dovrebbe allargare ulteriormente le maglie del nuovo regime e invitare più contribuenti possibile ad aderire. "Abbiamo provato a migliorarlo, con l'obiettivo di ottenere più entrate", ha detto Orsomarso. Il concordato, infatti, rappresenta una fonte primaria di coperture per la Manovra, almeno nella parte - auspicata in particolare dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo - che nel 2025 dovrebbe estendere al ceto medio i tagli delle aliquote Irpef entrati in vigore quest'anno
Cosa prevede
- La proposta di modifica, avanzata dai senatori in Commissione Finanze, prevede l'introduzione di una nuova forma di ravvedimento speciale per gli anni 2018-2023, con un'attenzione particolare al 2020 e al 2021, anni segnati dal Covid. Il concordato preventivo riguarda il biennio 2024-2025, ma a tutti i contribuenti che decideranno di mettersi in regola - e aderire al nuovo regime entro la scadenza del 31 ottobre prossimo - viene concessa anche un'altra opportunità per il pregresso: quella, appunto, di pagare un'imposta sostitutiva, parametrata al proprio livello di affidabilità fiscale, sull'incremento del reddito dichiarato. In pratica, la percentuale di rivalutazione aumenta al diminuire del punteggio Isa (le pagelle fiscali), mentre l'aliquota dell'imposta sostitutiva diminuisce al crescere dello stesso punteggio, con un trattamento fiscale privilegiato riservato ai contribuenti ritenuti più affidabili
Gli anni interessati
- La norma proposta si applica ai periodi di imposta dal 2018 al 2023, immediatamente precedenti a quelli del concordato. Per le annualità 2020 e 2021 - interessate dalla pandemia - l'imposta sostitutiva ha aliquote ridotte del 30% rispetto a quelle di 2018, 2019, 2022 e 2023. Scegliendo il ravvedimento (e il concordato), si avrà così la possibilità di affrancarsi da potenziali controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza anche per gli anni precedenti al nuovo regime. Allo stesso tempo, però, chi non aderirà o decadrà dal sistema sarà a rischio di sanzioni più penalizzanti
Le percentuali
- Su questi nuovi redditi dichiarati, quindi, si pagherebbe una “flat tax” che cambia in base al voto che si ha nelle pagelle fiscali (gli Isa, indicatori di affidabilità). Come spiega il Messaggero, per chi ha un voto tra 8 e 10 il prelievo per sanare il pregresso sarebbe del 10%. Per chi ha un voto tra 6 e 8 si sale al 12%. Per le Partite Iva considerate meno affidabili, quindi con voti sotto la sufficienza, si arriverebbe al 15%. Le somme dovrebbero essere versare entro marzo del 2025 e sarebbe possibile anche una dilazione in 24 mesi con un interesse del 2%. La domanda di ravvedimento, però, non deve arrivare dopo che sia stato già contestato il mancato versamento delle tasse
I prossimi passi
- L'esame degli emendamenti in Commissione inizierà nei prossimi giorni e il destino della norma, che è stata già etichettata dalle opposizioni come una nuova forma di sanatoria, è ancora tutto da vedere. Solo pochi giorni fa, quando il testo non era ancora stato reso pubblico, Leo si era mostrato comunque disponibile a valutare possibili correttivi e miglioramenti avanzati dal Parlamento. Il viceministro, in un'intervista al Messaggero, ha anche annunciato che l'atteso bonus Befana da 100 euro - nato come bonus tredicesime e poi rimandato a gennaio del 2025 per mancanza di coperture - potrebbe tornare alla sua forma originaria ed essere elargito a dicembre. La misura, inserita nel decreto sulle imposte dirette attuativo della delega fiscale, deve ancora prendere la sua forma definitiva in attesa che lo stesso dlgs arrivi all'attenzione delle Camere. Grazie al buon andamento delle entrate fiscali riscontrato finora, "non è del tutto da escludere - ha spiegato Leo - che questo bonus possa essere rivisto e anticipato nel 2024, sostanzialmente implementando le tredicesime di quest'anno" per aiutare le famiglie "in un momento particolare dell'anno"
Le polemiche: il Pd
- Tornando all’emendamento, sono già tante le critiche delle opposizioni. "Dopo ben due decreti correttivi, per rendere ancora più 'attrattivo' il concordato preventivo, la destra dei condoni supera se stessa, puntando a introdurre una sanatoria nella sanatoria che grida vendetta", ha dichiarato in una nota Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Pd. E ha aggiunto: "Sarà la caccia affannosa di risorse per tentare di recuperare coperture per una legge di bilancio ancora in alto mare, sarà il timore di un clamoroso flop per la misura chiave della riforma fiscale di Giorgetti e Leo, fatto sta che nell'esame del cosiddetto dl Omnibus in Senato è spuntato un emendamento della maggioranza che prevede, per i contribuenti che aderiscono al concordato, una 'regolarizzazione' (leggi: condono) dei mancati versamenti tra il 2018 e il 2023, con una modesta imposta sostitutiva parametrata all'indice di affidabilità fiscale, naturalmente con tanto di comoda rateizzazione in 24 rate mensili. È l'ennesimo, disperato tentativo di salvare dal fallimento uno strumento, il concordato preventivo biennale, a cui il governo ha affidato il recupero del gettito necessario per finanziare una riforma fiscale altrimenti avviata su un binario morto. Un tentativo basato sulla pia illusione che gli incentivi a prezzo di saldo, senza alcun reale rafforzamento dei controlli da parte dell'amministrazione tributaria, siano sufficienti a convincere gli evasori a mettersi in regola. L'unico risultato di questa politica sarà rendere ancora più iniquo e irrazionale il sistema fiscale, ancora una volta a danno dei contribuenti che continuano a fare il proprio dovere"
Avs: “Ormai siamo al condono del condono”
- Critica anche Avs. “Ormai abbiamo perso il conto di quanti condoni la destra ha messo in campo sino ad ora. Tutti condoni a danno dei contribuenti onesti che pagano regolarmente le imposte. L'ultimo nel Dl Omnibus, almeno lo hanno chiamato per quello che è, un decreto che contiene tutto e il contrario di tutto, attraverso un emendamento della maggioranza punta a condonare, per i furbetti che aderiscono al concordato, i mancati versamenti tra il 2018 e il 2023. Il tutto in comode rate, ovviamente. Concordato preventivo biennale che non è andato benissimo visto che hanno dovuto fare due decreti correttivi e ora sono costretti a un ulteriore incentivo. Un tentativo disperato di convincere i furbetti a mettersi in regola”, ha detto il sentore dell'Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni. "Il governo ha provato a lisciare il pelo agli evasori con il concordato biennale, prova non riuscita però perché chi evade non ha nessun interesse a emergere. Il concordato non ha portato i frutti sperati per le casse dello Stato e allora per rendere più appetibile lo strumento la destra è pronta a concedere nuovi vantaggi. Il ministro Giorgetti e il viceministro Leo premiano comportamenti scorretti a discapito dei cittadini e delle imprese oneste che rispettano le regole. L'ennesimo regalo ai furbetti che non pagano le tasse e l'ennesima mazzata contro i cittadini onesti che le tasse le pagano, e anche alte. Un segnale preoccupante e irricevibile. Invece di promuovere l'equità fiscale, aumentare i salari e combattere le diseguaglianze, il governo Meloni premia l'elusione e mina alle fondamenta la giustizia fiscale”, ha concluso Magni
Il M5S
- "Dopo mesi di chiacchiere, televendite e fotoromanzi, con il concordato preventivo fiscale presentato dal governo come nuovo 'modello' di accordo tra Fisco e contribuenti, cade penosamente la maschera. Un osceno emendamento del centrodestra al Dl Omnibus, all'esame del Senato, cerca di rendere più attraente lo strumento ideato dal Mef per le partite Iva, concedendo una sanatoria anche sui maggiori redditi 2018-2023. Siamo al redde rationem, più volte denunciato dal M5S: il concordato è uno strumento fallimentare, ideato dal governo in modo così raffazzonato da poter legittimare in Parlamento la sua trasformazione in condono", ha dichiarato il pentastellato Gianmauro Dell'Olio, vicepresidente della Commissione bilancio della Camera. Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera, ha aggiunto: "Affrettati, la promozione termina domenica! Mi sembra di sentirla la voce del viceministro Leo che tenta disperatamente di rianimare un moribondo concordato preventivo biennale offrendo ai malcapitati contribuenti l'ennesimo omaggio per chi aderisce alla misura. Oggi è la volta di un vero e proprio condono tombale sugli anni dal 2018 al 2023: con uno scandaloso emendamento della destra al Dl Omnibus, chi si autodenuncia potrà pagare una flat tax sui redditi evasi e una sanzione ridottissima di cui ancora con si conosce l'entità”. "La vicenda del concordato preventivo fiscale, quello che si sarebbe dovuto rivelare un fiore all'occhiello della sbrindellata riforma tributaria del governo, sta avendo sviluppi economicamente sempre più aberranti”, ha detto anche Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del Comitato pentastellato su economia, lavoro, imprese
- Per approfondire: Manovra, da detrazioni ad assegno unico: il governo al lavoro sugli aiuti per le famiglie