Concordato preventivo biennale, il peso sulla manovra e sulle attività coinvolte

Economia
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Introduzione

L’adesione al concordato preventivo biennale, per cui c’è tempo fino al 31 ottobre, può incidere su parte dei programmi economici del governo guidato da Giorgia Meloni. Per il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, infatti, dal gettito dello strumento dipendono parte delle risorse che servono per l'Irpef: "Quelle per confermare gli sgravi del 2024 ci sono. Ne servono altre per andare avanti. Le adesioni al concordato sono possibili fino al 31 ottobre, in piena sessione di bilancio. Allora conosceremo il gettito, che non è scontato nei tendenziali della finanza pubblica, e vedremo che spazio ci sarà”. Ecco come funziona e su quali tipi di attività potrebbe avere un impatto maggiore.

Quello che devi sapere

Il concordato preventivo biennale

  • Mancano poco più di due mesi alla chiusura dei termini d’adesione per il concordato preventivo biennale - lo strumento che consente alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva - e dalla quantità di risorse che entreranno nelle casse dello Stato tramite esso entro il 31 ottobre potrebbe dipendere una parte dei programmi del governo guidato da Giorgia Meloni per il 2025 e oltre.

 

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Verso la manovra di bilancio

  • In vista della manovra di bilancio per il prossimo anno, infatti, l’esecutivo è a caccia di risorse non solo per confermare alcune misure già in atto ma anche per adottarne di nuove: nei giorni scorsi il viceministro dell'Economia Maurizio Leo (in foto) ha detto in un’intervista che il focus del governo per il 2025 è quello di sostenere il ceto medio. Leo ha infatti detto che “nuovi sgravi dovranno riguardare la fascia di reddito dai 35 mila euro, dove si esaurisce il beneficio del taglio al cuneo fiscale, a 50 mila euro, anche qualcosa di più. Il ceto medio, insomma, che si sta impoverendo”.

Verso la manovra di bilancio

Caccia a nuove risorse

  • In particolare il viceministro Leo ha sottolineato come dal gettito del concordato dipendano parte delle risorse che servono per l'Irpef: "Quelle per confermare gli sgravi del 2024 ci sono. Ne servono altre per andare avanti. Le adesioni al concordato sono possibili fino al 31 ottobre, in piena sessione di bilancio. Allora conosceremo il gettito, che non è scontato nei tendenziali della finanza pubblica, e vedremo che spazio ci sarà".

Che cos’è il concordato preventivo biennale

  • Il concordato preventivo biennale - si legge sulla pagina dedicata del sito dell’Agenzia delle Entrate - è uno strumento volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Possono accedervi i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (cioè lo strumento attraverso il quale viene fornito a professionisti e imprese un riscontro sul loro livello di affidabilità fiscale).

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I vantaggi di questo concordato

  • In sostanza il concordato preventivo biennale consente alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva. Sulla base di quello vengono dunque calcolate le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, liquidando così le imposte sulla base di quanto concordato a prescindere dal fatturato effettivo.
  •  L’adesione al concordato preventivo biennale, inoltre, limiterà i poteri di controllo del Fisco: per i periodi d’imposta accordati non potranno essere effettuati accertamenti previsti dall’articolo 39 del DPR n. 600/1973. Dall’altro lato i controlli del Fisco si concentreranno su chi non aderirà al concordato, con la previsione di controlli specifici.

Quante sono le attività inaffidabili

  • L’eventuale adesione al concordato preventivo biennale, comunque, non avrà lo stesso “peso” per tutte le imprese e professionisti. In base a quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, ci sono categorie per le quali più del 70% delle dichiarazioni dei redditi sono ritenute “incongrue”: in alcuni casi l’adesione a questo strumento potrebbe trasformarsi in una “batosta” nonostante il nuovo meccanismo preveda una tassa piatta tra i 10 e il 15% sui maggiori redditi dichiarati. Sui 2 milioni 732 soggetti cui si applicano - riporta ancora il quotidiano di via Solferino - il 55,9% per il fisco è poco o molto inaffidabile.

Chi evade di più

  • In ogni caso il concordato preventivo biennale - come sottolineato dal Sole24Ore - “rappresenta una parte non marginale del progetto di riordino del sistema fiscale”. E si inserisce in un contesto “di un Paese che sconta un’evasione diffusa”. Ma ci sono delle sensibili differenze da categoria a categoria: per il Corriere della Sera commercialisti, informatici, geologi, veterinari e dentisti registrano una fedeltà al Fisco abbastanza elevata. Diverso il discorso per altre attività come ristoranti, autonoleggi, o pescatori: tra questi oltre il 70% delle dichiarazioni dei redditi sono ritenute “incongrue”.

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