Assunzioni al Sud, cosa sapere su bonus Zes e decontribuzione: la guida

Economia
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Introduzione

Il governo Meloni vuole puntare sulle assunzioni nelle Regioni meridionali. Per farlo, ha messo in campo due misure: la prima è il bonus Zes, la seconda è la Decontribuzione Sud.

 

Il primo incentivo si applica alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra l'1 settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 nella Zes (Zona economica speciale, formata da otto Regioni). Per ogni assunto c'è l'esonero per un massimo di 24 mesi (cioè due anni) del 100% dal versamento dei contributi previdenziali (ma ci sono dei requisiti specifici).

Il secondo incentivo è un esonero della contribuzione fino al 30% destinato alle aziende operanti al Sud, al fine di ridurre i costi del lavoro e migliorare la competitività favorendo la crescita economica del territorio. La domanda va inviata all'Inps entro 30 giorni dalla data di assunzione del lavoratore. Non è ancora certo se la misura sarà prorogata nel 2025.

Quello che devi sapere

L'obiettivo del governo

  • "Il Mezzogiorno riparte dalla competitività delle imprese che vi si insediamo e creano posti di lavoro, dalla capacità di attrarre investimenti strategici per l'Italia e l'Europa, dalla valorizzazione del proprio capitale umano, che si traduce in occupazione di qualità". Sono le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che con il suo governo intende far crescere le assunzioni nelle Regioni meridionali, dopo i dati positivi registrati negli ultimi mesi

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Il bonus Zes

  • Per raggiungere questo obiettivo, i mezzi che l'esecutivo ha messo in campo sono principalmente due: il bonus Zes e la decontribuzione Sud. Partiamo dal primo: si tratta di un incentivo all'assunzione per le imprese che si trovano nella Zona economica speciale (Zes) unica, che comprende i territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e che sostituisce le Zone economiche speciali frammentate in otto diverse strutture amministrative

L'esonero contributivo

  • Il bonus è stato introdotto con il decreto Coesione e si applica alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra l'1 settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 nella Zes. L'incentivo prevede che per ogni assunto c'è l'esonero per un massimo di 24 mesi (cioè due anni) del 100% dal versamento dei contributi previdenziali. Il limite, viene specificato, è di 650 euro su base mensile (ad esclusione dei premi e contributi Inail). Il numero delle nuove assunzioni stimato è di 40mila

I requisiti

  • Ma attenzione, ci sono delle regole specifiche che riguardano l'azienda che intende usufruire del bonus Zes. L'agevolazione, infatti, è garantita in modo esclusivo a quei datori di lavoro privati che occupano fino a 10 dipendenti nel mese di assunzione del soggetto per il quale è richiesto l'esonero. E non è tutto: la persona assunta deve aver compiuto 35 anni, deve essere disoccupato da almeno 24 mesi e, ovviamente, deve essere assunto in una sede o unità produttiva aziendale presente nelle Regioni Zes

La Zes unica /1

  • Il bonus è diventato realtà anche grazie all'allargamento della Zes a tutto il Mezzogiorno. Una decisione che è stata accolta favorevolmente dagli amministratori locali, tra cui il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: "L'istituzione della Zes unica per il Sud, che comprende i territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, è stato un risultato straordinario ottenuto da Raffaele Fitto", ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e per il Pnrr

La Zes unica /2

  • Tecnicamente, la Zes unica è un'area (che comprende 2.500 comuni) dove l'esercizio di attività economiche può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d'impresa, con semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali. I progetti che rientrano nei settori strategici accedono alla cosiddetta "autorizzazione unica": è sufficiente in pratica presentare una sola istanza, con procedimento amministrativo semplificato e tempi molto più rapidi di quelli ordinari

La Zes unica /3

  • Strumenti fiscali agevolati sono destinati agli operatori che investono nell'area Zes unica, tra i quali il credito di imposta per gli investimenti in area Zes. "Lo sviluppo della Zes unica - aveva sottolineato la premier Meloni a luglio - è una sfida per tutti. Funziona e funzionerà se tutti gli attori coinvolti, governo, Regioni, enti locali, cittadini e imprese capiranno la portata di questa grande sfida". A farle eco il ministro Fitto: "La Zes unica è una concreta prospettiva di rilancio del Mezzogiorno"

Lo sportello unico digitale

  • Dallo scorso 1 marzo è attivo lo Sportello unico digitale per le attività produttive nella Zes. Tutti gli imprenditori interessati a investire in qualsiasi area del Sud possono quindi usufruire delle autorizzazioni uniche attraverso uno strumento semplificato e connesso con tutti Comuni del Mezzogiorno. Nel primo giorno di operatività, erano pervenute allo sportello già 18 domande, di cui una richiesta di autorizzazione unica e 17 nuove comunicazioni preventive, finalizzate a un esame preliminare delle iniziative che l'operatore economico intendeva presentare al fine di instaurare un punto di contatto con la Struttura di missione Zes. Le 18 domande erano così ripartite: 1 in Abruzzo, 5 in Campania, 11 in Molise e 1 in Sicilia

La decontribuzione Sud

  • Come accennato, non c'è solo il bonus Zes. La seconda misura per le Regioni meridionali è la decontribuzione Sud, prorogata dalla Commissione europea fino al 31 dicembre 2024 (ma solo per i contratti sottoscritti al 30 giugno 2024). Nei primi quattro mesi di quest'anno l'incentivo è stato applicato a circa 500mila nuovi contratti. Ma di cosa si tratta?

Le finalità

  • Tale esonero della contribuzione fino al 30% è destinato alle aziende operanti al Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Come spiega Confcommercio, la misura offre ai datori di lavoro del Mezzogiorno una serie di vantaggi, tra cui la riduzione dei costi del lavoro, che può favorire l'assunzione di nuovo personale e il miglioramento della competitività delle imprese, che può favorire la crescita economica del territorio

In cosa consiste

  • Facciamo un excursus storico sul bonus. L'agevolazione contributiva per l'occupazione in aree svantaggiate è stata introdotta per la prima volta con il decreto Agosto (del 2020), che intendeva contenere gli effetti del Covid-19 sul sistema economico italiano. La Legge di Bilancio 2021 ne ha esteso l'applicazione fino al 2029, con un esonero della contribuzione pari al 30% fino al 31 dicembre 2025; al 20% per gli anni 2026 e 2027; al 10% per gli anni 2028 e 2029

Come richiederla

  • Per chiedere la decontribuzione Sud, i datori di lavoro devono presentare domanda all'Inps entro 30 giorni dalla data di assunzione del lavoratore. Essa può essere inviata tramite il portale web dell'ente previdenziale oppure attraverso i patronati. Una volta presentata la domanda, l'istituto verificherà la sussistenza dei requisiti richiesti

E per il 2025?

  • Come aiuto di Stato, alla Decontribuzione Sud serviva necessariamente l'autorizzazione della Commissione europea per la sua applicazione, poi concessa. Tale via libera è tuttavia scaduto il 30 giugno scorso; l'Ue ha quindi deciso di rinnovarlo fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia, non è ancora chiaro se l'incentivo verrà prorogato anche per il 2025, essendo sotto la lente del governo che ha dichiarato di volerci rimettere mano

Le parole della ministra Calderone

  • "La proroga della Decontribuzione Sud, che ha consentito alle nostre aziende del Mezzogiorno di crescere e partecipare al generale rilancio dell’occupazione è un risultato del governo italiano per il quale ringrazio il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e in modo particolare la vicepresidente esecutiva della Commissione europea Margrethe Vestager", aveva affermato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone

Verso una "revisione organica"

  • "Questa decisione è il riconoscimento del fatto che la decontribuzione è oggi necessaria per le nostre aziende del Mezzogiorno, per continuare nel percorso intrapreso di riduzione dei divari territoriali e promozione delle imprese, del lavoro e del sistema produttivo nel suo complesso", aveva aggiunto. "Questi mesi sono fondamentali per consentirci di mettere a punto una revisione organica della Decontribuzione Sud, sempre più orientata agli investimenti", ha concluso

Per approfondire:
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