Mutui 2024, verso crescita zero dei prestiti. Atteso rimbalzo dal prossimo anno: i dati

Economia
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Introduzione

Come riporta il Financial Times, partendo da un’analisi EY basata su cifre dell’Autorità bancaria europea e di 4 istituti centrali del Vecchio Continente, la crescita repentina dei tassi d’interesse registrata negli ultimi due anni ha affossato la domanda da parte di potenziali acquirenti interessati, portando i mutui ai livelli del 2014 (+0,2%).

 

Nella riunione in programma domani, la Bce si appresta a replicare il taglio stabilito a giugno (dal 4 al 3,75%) che, complice il raffreddamento dell’inflazione, ha segnato una prima inversione di rotta. Per il prossimo biennio gli analisti stimano un rimbalzo della domanda con le erogazioni di finanziamenti per la casa in crescita al 4,2% nel 2026

Quello che devi sapere

Verso crescita zero dei mutui

  • Colpo di coda degli alti tassi d’interesse, che per un biennio hanno caratterizzato la politica monetaria della Banca Centrale Europea (Bce) in chiave anti-inflazione. Secondo un’analisi Ey diffusa dal Financial Times, nel 2024 la crescita di mutui ipotecari concessi dalle banche sarà nulla in attesa di un’inversione di tendenza dal prossimo anno. Ecco cosa cambia per le famiglie

Per approfondire: Mutui, calano i tassi di interesse variabile e fisso: cosa cambia. Le simulazioni

Verso crescita zero dei mutui

I dati

  • Come evidenzia l’analisi basata su cifre dell’Autorità bancaria europea e dagli istituti centrali di Germania, Francia, Spagna e Italia, l'erogazione di mutui ipotecari è calata di quasi 5 punti rispetto al 4,9% registrato nel 2022. Per trovare una situazione simile relativa ai numeri bisogna tornare indietro di dieci anni: nel 2014 la crescita era prossima allo zero (+0,2%)

La corsa dei tassi

  • A pesare sull’erogazione di finanziamenti per l’acquisto della casa è stato in primo luogo la salita del costo del denaro nell'Eurozona, cresciuto in due anni da 0 ai massimi del 4% toccati nel settembre 2023

Il cambio di rotta

  • Dopo i dati che certificano il raffreddamento dell’inflazione, nella riunione dello scorso giugno la Bce ha cambiato rotta e tagliato il costo del denaro da 4 a 3,75%. In vista della riunione di settembre gli analisti si attendono dal board di Francoforte una decisione analoga che dovrebbe imprimere un’ulteriore discesa dei tassi fissi e variabili sui mutui

Inflazione in calo

  • A spingere sul sentiero della progressiva discesa dei tassi di interesse concorrono i dati sull’inflazione: ad agosto l’indice dei prezzi nell’Eurozona è sceso ancora al 2,2% rispetto allo 2,6% e si avvicina alla soglia ideale del 2% fissata dalla Bce stessa

Rate in calo

  • Ipotizzando un’altra sforbiciata sul costo del denaro, una recente analisi di Facile.it calcola che i titolari di un mutuo a tasso variabile potrebbero risparmiare circa 18 euro al mese, ovvero quasi 220 euro l'anno. Tuttavia, anche se il taglio dei tassi dovesse essere posticipato a novembre, chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile negli ultimi due anni potrebbe comunque beneficiare di una riduzione delle rate. Ad agosto l’Euribor, l'indice di riferimento per molti mutui variabili, ha registrato un calo significativo con l'indice a tre mesi sceso dal 3,64% al 3,52%. Secondo le previsioni del portale, questo potrebbe tradursi in un risparmio immediato di circa 12 euro al mese sulla rata di un mutuo medio, pari a 144 euro l'anno. Inoltre, le proiezioni sui Futures indicano un possibile ulteriore calo delle rate, con un risparmio complessivo di 600 euro annui entro la fine dell'anno

Le previsioni per il 2025-26

  • Tornando all’analisi EY riportata sul quotidiano finanziario britannico, nel 2025 l’erogazione di finanziamenti per la casa nell’area euro riprenderà vigore segnando un +3,1%. Per l’anno successivo è atteso poi un ulteriore rafforzamento al +4,2% complice il calo dell’inflazione che in questi anni ha fiaccato il potere d’acquisto delle famiglie, inclusi gli investimenti nel mattone

EY: "Domanda credito in ripresa"

  • Omar Ali, responsabile dei servizi finanziari globali di EY, ha affermato al Financial Times che, "con la riduzione del costo della vita e dei prestiti, l'acquisto di case e la domanda di credito da parte di consumatori e imprese dovrebbero riprendere"

Mutui in calo ma non solo

  • A risentire della corsa dei tassi non è però solo il comparto mutui immobiliari, che da solo rappresenta quasi la metà dei prestiti totali concessi nell’Eurozona. L’analisi stima una crescita debole anche per i prestiti concessi alle imprese: +0,5%, segnando comunque un’inversione di tendenza rispetto al 2023, quando il dato risultava negativo (-0,1%)

Imprese e credito a consumo

  • Nel 2026 poi è atteso un consolidamento della ripresa sui finanziamenti alle imprese a 4,2%, trainati dalle richieste in Francia e Germania. Una prospettiva simile riguarda il rafforzamento del credito a consumo, che nei prossimi due anni dovrebbe passare dallo 0,9% del 2024 al 4,2% del 2026

Prestiti in sofferenza

  • Secondo le previsioni di Ey, nel prossimo biennio cresceranno i prestiti in sofferenza delle banche con perdite attese dal 2 di quest’anno a 2,3% sia per il 2025 sia per il 2026. Ciononostante, il dato resta ben al di sotto del picco raggiunto nel 2013 durante la crisi del debito nell’Eurozona (8,4%)

 

Per approfondire: Taglio dei tassi e conti deposito: come funziona il rimborso anticipato e come tutelarsi