Introduzione
Come evidenzia un’indagine dell’Ivass - Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, dopo il rallentamento tra aprile e maggio le tariffe hanno ripreso a correre da Nord a Sud. Il mese scorso il prezzo medio della responsabilità civile autoveicoli ha toccato i 416 euro, oltre 7 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2023.
Gli incrementi interessano tutte le province ma a ritmi differenti, dal minimo di Pesaro e Urbino (3,1%) fino al massimo di Roma che registra aumenti a doppia cifra (11%). Insorgono le associazioni dei consumatori, a partire dal Codacons che bolla i rincari come "non giustificati dall’aumento dell’incidentalità in Italia". Sulla stessa linea l’Unione Nazionale Consumatori che chiede all’Antitrust di aprire un’indagine conoscitiva sulle differenze da città a città "per capire l'origine dei continui rialzi".
Quello che devi sapere
Rc Auto, prezzi in crescita
- Oltre al traffico, per gli automobilisti l’estate ha portato un’ondata di rincari sul prezzo dell’Rc Auto. Secondo l’ultima indagine dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), dopo il rallentamento registrato fino a maggio, negli ultimi due mesi le tariffe hanno ripreso slancio.
Per approfondire: Rc Auto, i prezzi continuano a salire: quali sono le città con gli aumenti più alti
Gli aumenti in cifre
- Nell’analisi sui nuovi contratti sottoscritti, l'Ivass calcola che a luglio il prezzo medio dell’Rc Auto in Italia ha toccato i 416 euro, il 7,4% in più in termini nominali rispetto allo stesso periodo del 2023. A giugno la crescita delle tariffe si era fermata a +6,2% su base annua. In termini reali l’incremento si attesta a +6,1%, anche in questo caso in accelerazione rispetto a giugno (+5,4%)
La crescita per classi di merito
- Ad assistere ai rincari più consistenti sono gli assicurati con classe superiore alla prima. L’incremento del prezzo medio supera gli 11 punti percentuali mentre è più contenuto per gli assicurati di prima classe (+6,6%)
La differenza tra le province
- A luglio l’incremento della Rc Auto ha interessato tutte le province da Nord a Sud ma con ritmi differenti. A Pesaro e Urbino il prezzo annuo è salito di poco più di 3 punti percentuali mentre “vola” a Roma dove l’incremento è a doppia cifra (+11%)
Rca più cara a Napoli
- Al primo posto tra le province italiane per costo della Rc Auto si conferma Napoli dove il prezzo arriva a toccare 598 euro. Il mese scorso il differenziale di premio tra il capoluogo campano e Aosta è salito a 270 euro, oltre 7 punti percentuali in più su base annua. A seguire la Rca risulta più salata a Prato (591 euro) e Caserta (534 euro)
Rca meno cara a Enna
- Tra i capoluoghi dove l’assicurazione civile per gli automobilisti risulta più bassa spicca Enna. La provincia siciliana è l’unica dove la Rc Auto si ferma in media sotto la soglia dei 300 euro (298). Sul podio delle province più convenienti sul fronte dell’assicurazione auto salgono Potenza e Oristano, con prezzi in media tra i 306 e i 310 euro
La tendenza in dieci anni
- Dopo anni di ribassi, la corsa dei prezzi assicurativi ha ripreso vigore da metà 2022 quando l’inflazione in Europa ha rialzato la testa. Resta tuttavia positivo il confronto sul 2014: allora la tariffa media della Rca si attestava su valori superiori ai 500 euro
Le cause degli aumenti
- Come evidenziato dall’Ivass nell’ultima relazione annuale, il premio medio della Rc Auto continua a salire anche per l’affievolirsi di misure di contenimento “come la Rca familiare”. L’Istituto aveva invitato ad Parlamento ad imboccare la via delle riforme per diminuire l’incidentalità sulle strade, principale voce dei rialzi di prezzo. E però alcuni tentativi di lunga data come l’installazione delle scatole nere (black box) a bordo si è rivelata insufficiente. Nelle province di Napoli e Caserta, dove si conta la maggiore diffusione di black box nei veicoli, i premi restano ugualmente i più alti d’Italia
La denuncia del Codacons
- Sulla corsa apparentemente inarrestabile del prezzo Rca, insorgono le associazioni per i consumatori. Per il Codacons, le tariffe “continuano a salire in modo del tutto ingiustificato realizzando una stangata complessiva di oltre 2 miliardi di euro in caso agli automobilisti italiani”. Secondo il coordinamento delle associazioni per i consumatori, l’aumento dei prezzi non è giustificabile con la maggiore incidentalità in Italia. “I rialzi cozzano con la situazione economica delle compagnie di assicurazioni per le quali la dotazione patrimoniale si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa”
Unc "chiama" l'Antitrust
- Sulla stessa linea è la posizione dell’Unione Nazionale Consumatori che chiede all’Antitrust di aprire un’indagine conoscitiva sulle differenze di prezzo tra le città per capire se dipendano da restrizioni sul lato della concorrenza, intese restrittive o altro. “Invece di diminuire il rialzo tendenziale, come successo nel mese di aprile dove la corsa dei prezzi sembrava attenuarsi, si assiste ad un’ulteriore allarmante accelerazione”, commenta Massimiliano Dona, presidente Unc.
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