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Dazi, è allarme per invasione di merce cinese. L'Italia: "Ue adotti misure"

Economia
©IPA/Fotogramma
Dazi, Casa Bianca: disponibili ad accordo con Cina
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Dazi, Casa Bianca: disponibili ad accordo con Cina
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Introduzione

Che impatto avrà la guerra commerciale dei dazi tra Usa e Cina sul made in Italy? I risvolti potrebbero non essere positivi e dunque il governo italiano chiederà alla Commissione europea di attivare subito "misure di salvaguardia" per evitare "l'invasione" di prodotti cinesi che non troveranno più sbocco sul mercato americano. Ad anticipare la strategia di intervento è stato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso

Quello che devi sapere

La guerra dei dazi

  • Prima di tutto, va ricordato che le tariffe di Trump contro la Cina sono ormai arrivate complessivamente al 145%: il 125% di tariffe reciproche annunciato dal presidente si va infatti a sommare al 20% di dazi già imposti in precedenza per il fentanyl. Pechino però ha risposto rialzando ancora i suoi controdazi sulle importazioni dei beni Usa, dall'84% al 125%. Le nuove misure entreranno in vigore il 12 aprile. Questa guerra commericale avrà dei risvolti, fra cui anche il fatto che la Cina esporterà di meno verso gli Usa e che quindi potrebbe rivolgersi maggiormente all'Europa, Italia compresa.
  • Intanto, proprio in Europa, la Commissione Ue ha fermato i contro-dazi per tre mesi. Ora scattano i negoziati: il commissario al Commercio Maros Sefcovic sarà a Washington domenica per un nuovo round negoziale. Il 17 aprile ci sarà invece la premier Giorgia Meloni.

Per approfondire:

Dazi Usa, quali saranno le reazioni dell’Ue dopo la mossa di Trump?

L'allarme per una eccessiva presenza di merce cinese

  • Sulle imprese italiane pesa l'allarme di una eccessiva presenza di merce cinese. La proposta all'Ue di cui parla il ministro Urso parte da uno scenario che il ministro descrive con questi termini: “Quella sovrapproduzione arriverà come un'invasione, come un maremoto provocato da un sisma, come un'ondata nel mercato europeo spazzando via la nostra impresa". Dunque va scongiurata. Perché il danno per le produzioni Ue sarebbe grande. Un rischio che del resto le stesse imprese vedono alle porte: già con i dazi del 2018 "c'è stata una diversione dei flussi verso l'Europa: si sono ridotte le esportazioni cinesi negli Usa e sono moderatamente aumentate verso l'Ue. Ora i dazi sono molto superiori, nell'ipotesi in cui questa guerra commerciale vada avanti in questi termini, dobbiamo prepararci ad assorbire una quantità superiore di prodotti cinesi", dice il direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella.

 

Confesercenti: "Regolamentare il commercio digitale"

  •  "Esiste la possibilità che la sovrapproduzione cinese dopo i dazi Usa si riversi in Europa. Le preoccupazioni del ministro Urso sono legittime: tuttavia, per tutelare davvero il mercato europeo, e non solo i produttori, serve affrontare la questione alla radice: regolamentare il commercio digitale”, dice invece Confesercenti, sottolineando che "il web è oggi uno dei principali canali di accesso ai beni importati da Paesi extra-Ue, spesso in assenza di controlli adeguati su qualità, sicurezza e rispetto delle normative fiscali nazionali". Per Confesercenti, "è dunque prioritario affiancare alle misure di difesa commerciale una regolazione del commercio elettronico, a partire da una web tax europea efficace. Un'imposta equa e ben applicata rappresenterebbe un primo passo per ristabilire condizioni di concorrenza corrette tra chi opera nel rispetto delle regole europee e chi ne beneficia senza rispettarle".

Confindustria: "Risposta unita dell'Ue ai dazi"

  • Nel mentre, resta forte il pressing delle imprese sulla necessità di sostegno e di un negoziato con Donald Trump. A partire da Confindustria: il presidente Emanuele Orsini resta convinto che sui dazi serva "una risposta unita" da parte dell'Unione europea, un percorso "ordinato" e vede nel viaggio della premier Giorgia Meloni a Washington, in programma il 17 aprile, la possibilità che "costruisca un ponte" europeo con gli Usa. Intanto la presa non va di certo mollata, facendo leva proprio sulle potenzialità del nostro Paese e valorizzandole: il 27 maggio, in occasione dell'assemblea annuale di Confindustria, "saremo pronti a lanciare una piattaforma dove diamo evidenza della capacità di poter incrementare" l'export made in Italy e anche di superare "il record dei 626 miliardi", anticipa Orsini. Ma serve, dice ancora il leader degli industriali, "un grande piano di incentivi per aiutare" le imprese, a livello europeo. I riflettori restano puntati sulle trattative, auspicando risultati nell'arco dei 90 giorni di pausa reciproca tra Usa e Ue.

Per approfondire:

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