Pensioni, ipotesi misure su previdenza complementare e rinvii uscite: le ultime novità
EconomiaIntroduzione
Il governo Meloni si appresta a varare la Manovra per il 2025, che dovrebbe vedere solo piccoli aggiustamenti sul tema delle pensioni. Tra le ipotesi in campo ci sono due possibili interventi: uno potrebbe rendere obbligatorio il versamento di una parte del Tfr a fondi di previdenza complementare, un altro potrebbe invece premiare chi allunga la sua permanenza nel mondo del lavoro. Ecco che cosa c’è da sapere
Quello che devi sapere
Cosa succederà alle pensioni
- Il tema delle pensioni resta un argomento caldo, soprattutto in vista della manovra che il governo guidato da Giorgia Meloni si appresta a varare in vista del 2025. Ma sul fronte della previdenza potrebbero arrivare solo piccoli aggiustamenti, e tra le varie ipotesi che sono circolate sembrano poter prendere piede due interventi in particolare: uno potrebbe rendere obbligatorio il versamento di una parte del Tfr a fondi di previdenza complementare, un altro potrebbe invece premiare chi allunga la sua permanenza nel mondo del lavoro
Per approfondire:
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Verso la Manovra 2025
- La manovra per il 2025 che il governo di Giorgia Meloni si appresta a varare dovrebbe valere intorno ai 25 miliardi di euro. Come spesso accade, l’esecutivo è alle prese con il nodo delle risorse: il governo è ancora alla ricerca di circa 10 miliardi. A prevalere in questa fase è l’attenzione alla sostenibilità delle finanze pubbliche, come sottolineato anche dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone (in foto): “Bisogna essere prudenti, dobbiamo guardare alla tenuta dei conti”.
Lo scenario per le pensioni
- È in questo contesto che si inseriscono le ipotesi di interventi sulla previdenza complementare e sui rinvii delle uscite. A pesare sul comparto pensionistico comunque non è solo l’alto indebitamento pubblico italiano ma anche il calo demografico, un problema che riguarda ampie parti dell’Unione europea. Il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta ha sottolineato come questo rischi di “avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici” e sia “essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l'occupazione di giovani e donne", ma "anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura".
L’orientamento del governo
- Dunque, l’esecutivo sembra intenzionato a procedere con cautela. Se sul tavolo restano le ipotesi della conferma per l'Ape sociale e per Opzione donna, Quota 103 potrebbe essere sostituita da Quota 41: tuttavia in questo caso si passerebbe a un ricalcolo interamente contributivo, almeno qualora si confermasse il trend di scarsissima adesione alla misura dopo la stretta dell'anno scorso. In generale, comunque, sulle pensioni potrebbero arrivare solo piccoli aggiustamenti.
L’intervento sulla previdenza complementare
- Ad arrivare nella Manovra per il 2025 potrebbe essere un intervento sul fronte della previdenza complementare - sollecitato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (in foto) - per rendere obbligatorio il versamento di una parte del Tfr ai fondi. Dovrebbe però essere previsto il cumulo dei contributi versati nella previdenza obbligatoria e nella complementare per l'uscita anticipata di tre anni rispetto all'età di vecchiaia per chi è nel sistema contributivo, al fine di rendere più consistente l’assegno pensionistico.
Calderone: “Riflettere su riapertura silenzio-assenso”
- Su questo fronte è intervenuta anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone: “Io credo che sul tema della previdenza complementare di cui si è parlato in questi giorni si debbano fare assolutamente, e si stanno facendo, delle riflessioni perché il secondo pilastro pensionistico è sicuramente importante come supporto alla previdenza di primo livello". Per questo "credo che su questo tema ci siano da fare delle valutazioni ulteriori che sono certamente legate all'ipotesi di una riapertura di un semestre di silenzio-assenso".
L’ipotesi degli incentivi per chi resta
- Tra i temi sul tavolo, inoltre, c’è quello degli incentivi per chi posticipa l’uscita: lo scopo sarebbe quello di premiare chi allunga la sua permanenza nel mondo di lavoro con una riedizione del cosiddetto 'bonus Maroni' destinato a coloro che decidono di continuare a lavorare e di smettere una volta maturato il diritto al trattamento di pensione ordinaria (67 anni anagrafici e almeno 20 anni di contributi versati), senza dunque aderire a Quota 103 pur avendone i requisiti.
Fornero: “Senza eccezioni sistema non rischia collasso”
- Sul tema delle pensioni è intervenuta anche l'ex ministra del Lavoro Elsa Fornero, che in un’intervista a Repubblica ha sottolineato come “il sistema previdenziale non rischia il collasso, se non ci sono troppe eccezioni alle regole. Le pensioni però saranno sempre meno adeguate, se non supportate da sufficienti contributi. Il problema non è solo la demografia, ma un tasso di occupazione ancora troppo basso in Italia e un lavoro in molti casi povero o in nero".
Per approfondire:
Quota 41 al posto di Quota 103 e Tfr nei fondi. Le ipotesi per la Manovra
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in questa scheda
- Cosa succederà alle pensioni
- Verso la Manovra 2025
- Lo scenario per le pensioni
- L’orientamento del governo
- L’intervento sulla previdenza complementare
- Calderone: “Riflettere su riapertura silenzio-assenso”
- L’ipotesi degli incentivi per chi resta
- Fornero: “Senza eccezioni sistema non rischia collasso”
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